Il fatto:
(ANSA) – VIBO VALENTIA, 20 MAG – Nove persone, tra le quali funzionari della Regione e della Provincia di Vibo Valentia e dirigenti della società Eurocoop, sono state arrestate dalla guardia di finanza, in collaborazione con la polizia, per un truffa da 8 milioni per l’indebita percezione di incentivi per il lavoro. Indagati in stato di libertà gli ex presidenti della Provincia Gaetano Bruni e Francesco De Nisi, l’ex sindaco Franco Sammarco e il dirigente regionale Bruno Calvetta. Sequestrati beni per 30 milioni.
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Dall’articolo di Gianluca Prestia pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 21 maggio 2014, p.8
IL SISTEMA: Il giudice stanga la politica ma anche i sindacati. Il gip: “La povertà sfruttata”.
Dall’ordinanza: “Gente che opera per il singolo e non per la collettività”
VIBO VALENTIA – “Povertà e disagio sociale sfruttati a fini di lucro”.
É durissimo il giudizio del gip Fabio Regolo, firmatario dell’ordinanza che ha portato all’arresto di nove persone accusate della maxitruffa dell’Eurocoop.
Una fotografia “che mette tristemente in luce circuiti viziosi che operano esclusivamente a tutela di interessi di potere, ipotecando così il futuro di una intera comunità. Si vedono pubblici amministratori e funzionari della pubblica amministrazione operare solo nell’interesse di qualche singolo, dimenticando totalmente la collettività amministrata, lasciando così milioni di euro nelle mani di faccendieri”.
E ancora:
“Dirigenti sindacali che partecipano ad accordi presso la Regione con il management di alcune società interessate ai bandi pubblici senza rendersi contro che stavano assecondando elargizioni di enormi somme di denaro pubblico a favore sempre degli stessi lavoratori”.
Una situazione resa possibile, a parere del gip di Vibo, proprio in virtù di una fitta rete di complicità di funzionari e amministratori pubblici che in spregio alla salvaguardia delle reali esigenze collettive di cui avrebbero dovuto rappresentare insuperabile presidio, hanno pensato solo ad alimentare sacche di potere”.
Dalle carte emerge, dunque, “l’esistenza di una allarmante gestione e quindi una illecita captazione di fondi pubblici pensati per creare “speranza” in terre, come quella calabrese, martoriate dalla disoccupazione”. Secondo il magistrato dell’indagine preliminare, viene posto in evidenza come in questo caso vi sia “molto più che una mera disfunzione amministrativa”.
Esiste, infatti, un vero e proprio concorso nel reato da parte di funzionari compiacenti, e le erogazioni ottenute da Eurocoop sono da ricondurre a pieno titolo nella nozione di erogazioni pubblicheÈ. Non è, quindi, ammissibile la sovrapposizione (stessi lavoratori e medesimo periodo) con un altro analogo strumento di integrazione salariale avente le medesime finalità e struttura come era stato ravvisato nel bando della Regione Calabria.
In buona sostanza, in base al principio del divieto del “doppio aiuto” le singole spese, o quota parte di esse, non possono fruire completamente del sostegno di più di uno strumento finanziario nazionale o comunitario. L’indagine, come evidenziato dagli inquirenti nel corso della conferenza stampa di ieri mattina presso la procura di Vibo, scaturisce da una attività ispettiva avviata nel 2012 dalla Direzione regionale del Lavoro che aveva interessato alcune aziende, operante su territorio regionale, risultate beneficiarie della cassa integrazione in deroga per verificare la regolarità nell’utilizzo di tale ammortizzatore sociale. Nel caso dell’Eurocoop il dato di partenza che il gip definisce eclatante, da cui ha tratto origine tutta l’inchiesta “Bis in idem”, individuato dalla “profonda anomalia offerta dalla sovrapposizione di due istituti già “prima facie” di evidente incompatibilità”.
In questo contesto, la società si era “inserita riuscendo sorprendentemente ad ottenere – solo grazie alla estrema compiacenza degli organi pubblici preposti alla valutazione dei progetti ed alla effettuazione dei controlli – una cospicua erogazione di finanziamenti in realtà non dovuti. E così, da questa iniziale impostazione, le indagini coordinate dalla Procura ordinaria e condotte da Finanza e Polizia, hanno consentito “di aprire uno squarcio su un vero e proprio “sistema” integrato, da una parte, da una incredibile moltiplicazione di interventi aventi la stessa natura e finalità e da una rete di agevolazioni incompatibili con i finanziamenti ottenuti da parte del Dipartimento 10 della Regione di fondi in totale violazione dei parametri predeterminati dalla legge; dall’altra, di distorcere totalmente le procedure di appalto di diversi enti pubblici, indirizzandone le assegnazioni a favore della Eurocoop da asservire tali procedure agli interessi privati della stessa”.
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LA SCHEDA:
Misure cautelari e avvisi di garanzia agli indagati
– IN CARCERE 1. PELLEGRINO Silvio Claudio Martino, 59 anni, di Catania; 2. GOLINO Simone José, 39 anni, di Mascalucia (Ct); 3. ROMANO Santo, 64 anni, di Catania; 4. GARRI‘ Gerardino, 38 anni, di Vibo Valentia; 5. VINCI Antonio, 62 anni, di Vibo Valentia; 6. DI GESU Concettina, 62 anni, di Vibo Valentia.
– AI DOMICILIARI: 7. BATTAGLIA Anna Maria Lucia, 54 anni, di Soverato (Cz); 8. MANNUCCI Elisa, 56 anni, di Torre di Ruggero (Cz) 9. MACRI’ Edith, 42 anni, di Tropea; dirigente della Provincia di Vibo Valentia;
– RICH. INTERDIZIONE** : 10. CALVETTA Bruno, 53 anni, di Vibo Valentia; 11. ZAPPULLA Salvatore Luciano, 51 anni, di Reggio Calabria; 12. FRANCO Antonio Michele, 53 anni, di Melito Porto Salvo (Rc); 13. NICOLINO Mario, 44 anni, di Pizzo;
– A PIEDE LIBERO: 14. RICCA Michelina, 64 anni, di Cosenza 15. VADALA’ Antonio, 61 anni, di Reggio Calabria; 16. TORCHIA Fernando, 38 anni, di Lamezia Terme (Cz); 17. ESPOSITO Raffaele, 32 anni, di Sellia Marina (Cz); 18. BRUNI Gaetano Ottavio, 70 anni, di Acquaro (VV); 19. BONO Ottavio Nazzareno, 74 anni, di Sorianello (VV); 20. SAMMARCO Francesco Maria, 66 anni, di Vibo Valentia; 21. LO IACONO Raffaele, 51 anni, di Serra San Bruno (VV); 22. DE NISI Francesco, 46 anni, di Filadelfia (VV).
**Gli indagati sono in attesa di comparire davanti al gip Fabio Regolo che deciderà sulla richiesta
di interdizione cautelare formulata dal pm Michele Sirgiovanni.
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Ecco i «furbetti» del contributo.
La Procura di Vibo svela una presunta milionaria truffa in danno di Regione e Fondo sociale europeo
Al consigliere regionale Ottavio Bruni (UDC) è stata sequestrata la sua Mercedes
LA DECISIONEDEL GIP Sei in carcere, tre ai domiciliari. Nove in arresto e diversi altri indagati
VIBO VALENTIA – Il gip di Vibo Valentia Fabio Regolo – accogliendo quasi integralmente la richiesta formulata dal sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, sulla scorta delle indagini del Nucleo di Polizia tributaria di Vibo Valentia e della Squadra mobile di Vibo Valentia – ha disposto la detenzione in carcere per il presi- dente del consiglio di amministrazione dell’Eurocoop Scarl Silvio Claudio Martino Pellegrino, per i componenti del consiglio di amministrazione Simone Golino e Santo Romano e per il dipendente Gerardino Garrì. Carcere anche per il dirigente della Provincia di Vibo Antonio Vinci, il dirigente vicario del Dipartimento 10 dell’Assessorato regionale al Lavoro Concettina Di Gesù. Hanno potuto beneficiare dei domiciliari, invece, la funzionaria del dipartimento Lavoro della Regione Anna Maria Lucia Battaglia, la dirigente della Provincia Edith Macrì, e la funzionaria del dipartimento regionale Elisa Mannucci. Nell’elenco degli indagati, infine, sono stati iscritti l’ex dirigente regionale Michelina Ricca, l’ex funzionario regionale Antonio Vadalà, gli addetti all’Autorità di Audit della Regione Fernando Torchia e Raffaele Esposito, gli ex presidenti della Provincia di Vibo, Gaetano Bruni e Francesco De Nisi, l’ex sindaco del capoluogo Franco Sammarco, e di Serra San Bruno Raffaele Loiacono, l’ex dg dell’Asp Ottavio Bono, il direttore generale del dipartimento regionale Lavoro Bruno Calvetta, Il componente della commissione di valutazione del bando e funzionario per l’unità di crisi del dipartimento Salvatore Zeppulla, e infine il collega Antonio Franco.
Ieri mattina oltre all’esecuzione delle misure cautelari personali e alla notifica degli avvisi di garanzia, finanzieri e poliziotti hanno provveduto anche ad effettuare i sequestri disposti dall’autorità giudiziaria. Al consigliere regionale e capogruppo dell’Udc a Palazzo Campanella Gaetano Ottavio Bruni sarebbe stata sequestrata, nell’ambito di un provvedimento per “equivalente” da 1.500 euro, la sua vecchia Mercedes ed una piccola proprietà ad Acquaro, suo paese d’origine.
Il quadro dei beni sigillati dalla polizia giudiziaria, d’altronde, non è stato ancora reso noto.
Note: