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Abolire la miseria. Il Congresso del 26 e 27 maggio 2018

Pubblichiamo – grazie al sito di Radio Radicale che ne ospita i contenuti indicizzati per intervento – le registrazioni video delle due giornate congressuali che si sono tenute a Lamezia Terme (CZ) presso il Grand Hotel di Lamezia Terme

Prima giornata del Primo Congresso Ordinario dell’Associazione Radicale Nonviolenta “Abolire la Miseria – 19 maggio”, in programma il 26 ed 27 maggio 2018.

La FIDU si associa alla richiesta di nominare i garanti dei detenuti e della salute in Calabria.
La FIDU si associa alla richiesta di nominare i garanti dei detenuti e della salute in Calabria.

Il Convegno riguarda la legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento che necessita di esser meglio conosciuta e sul fatto che in Italia manca ancora una legge per l’eutanasia.

Inoltre, in Calabria, dopo oltre dieci anni dalla istituzione per legge, non è mai stato nominato il Garante della salute. Continua la lettura di Abolire la miseria. Il Congresso del 26 e 27 maggio 2018

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DROGA, @PARTITORADICALE: BENE DICHIARAZIONE PROCURATORE ROBERTI. FINALMENTE SPIRAGLI DI DIBATTITO E CONFRONTO.

QUELLO DI “REPUBBLICA” RIMARRA’ UN CASO ISOLATO? IL SERVIZIO PUBBLICO RADIO-TELEVISIVO CONTINUERA’ A NEGARE IL DIRITTO LIBERALE DEL “CONOSCERE PER DELIBERARE”?

Dichiarazione congiunta di Rita Bernardini, Antonella Casu, Sergio D’Elia, Maurizio Turco, coordinatori del Partito Radicale.
RitaBernardini.it
Rita Bernardini, già Deputata XVI Leg., presidente di Nessuno Tocchi Caino e membro del coordinamento del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito

“Repubblica” oggi ha fatto il suo dovere. Il servizio cosiddetto pubblico radio-televisivo, continuerà nella sua politica di censura e negazione di conoscenza? E gli altri mezzi di comunicazione cosiddetti “privati”, nulla di meglio che comportarsi come il cosiddetto “servizio pubblico”?

 


Con soddisfazione e speranza per il futuro leggiamo che uno dei più importanti quotidiani italiani – La Repubblica – dà voce e spazio al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e a quanti, ogni giorno, sono impegnati sul fronte antiproibizionista.  Come Partito Radicale  chiediamo  un vero dibattito, un confronto reale, che faccia conoscere quanto da anni noi proponiamo; che sia data la possibilità a noi radicali, riformatori, liberali, anti-proibizionisti, di poter esporre compiutamente le nostre proposte, le nostre soluzioni. La conoscenza è il presupposto fondamentale di ogni democrazia. 
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Giornata mondiale contro le droghe: il proibizionismo ha fallito

3leggiCome ogni anno da quando fu istituita dal’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987, il 26 giugno si celebra la Giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga. E anche in Calabria molte pubbliche amministrazioni hanno annunciato iniziative per celebrare la manifestazione che ha lo scopo dichiarato di ricordare l’obiettivo comune a tutti gli stati membri di creare una comunità internazionale libera dalla droga. Un obbiettivo che però, in quasi trent’anni di politiche proibizioniste, non è stato raggiunto: i consumi, soprattutto tra i giovani, sono aumentati vertiginosamente e, con essi, gli introiti delle organizzazioni criminali. Nonostante politiche incentrate a “tolleranza zero” verso traffici e consumi, i dati sono allarmanti: uno studente su 4 tra i 15 e i 19 anni ha sperimentato almeno una volta il consumo di cannabis. Secondo il DPA, il dipartimento delle politiche antidroga, “un ragazzo su 3 e 1 ragazza su 5 riferiscono di aver utilizzato cannabis più assiduamente, 20 o più volte negli ultimi dodici mesi. Uno studente su 33 riferisce di aver assunto cocaina almeno una volta nella vita e 1 su 47 dichiara di aver consumato la sostanza nel corso dell’ultimo anno. Un ragazzo su 47 riferisce di aver provato sostanze stimolanti (amfetamine, ecstasy, ecc.) almeno una volta nella vita, mentre 1 su 77 le ha utilizzate nel corso dell’ultimo anno.

Il 28 maggio 2013 il DPA ha presentato la relazione annuale europea sul fenomeno droga. Dalla relazione emerge come, in Europa, circa 85 milioni di persone adulte (corrispondenti al 25% degli adulti) hanno fatto uso nel corso della vita di sostanze illecite: la cannabis ed i derivati appaiono tra le sostanze più largamente consumate e sequestrate”. La quantità di sostanza sequestrata risulta in queste percentuali: foglie di cannabis 41%; resina di cannabis 36%; cocaina e crack 10%; eroina 4%; amfetamina 4%; piante di cannabis 3%; ecstasy 1%; meta anfetamina 1%. Di fatto, quindi, la cannabis rappresenterebbe nel complesso circa l’80% del consumo di sostanze tra la popolazione europea.

Nel Rapporto annuale (Giugno 2011) della Commissione Globale delle politiche sulle droghe, è scritto a chiare lettere: “Nonostante la crescente evidenza di come le attuali politiche non raggiungano i loro obiettivi, la maggior parte degli organismi politici, a livello nazionale e internazionale, si sono orientati ad evitare un aperto esame o un dibattito sulle alternative”. È la politica dello struzzo che governa padrona. Gli stati, Italia compresa, preferiscono non ammettere il fallimento delle politiche proibizioniste che, negli anni, hanno incrementato traffici illeciti enormi senza far diminuire i consumi. Anche se qualche segnale positivo si coglie in slogan del tipo, “chi consuma droga alimenta le mafie”, e se si moltiplicano le iniziative referendarie e popolari per modificare o abrogare parzialmente le leggi attuali che rendono dei criminali, sbattendoli nelle affollate galere, tutti quei ragazzi, consumatori e piccoli spacciatori, che invece avrebbero bisogno di essere aiutati, è evidente che si è ancora lontani dall’affrontare in modo laico e pragmatico il problema. Il proibizionismo ha fallito sulle droghe come fallì in America negli anni ’30 del secolo scorso quando aveva alimentato a dismisura gli introiti delle organizzazioni criminali. Oggi la ‘ndrangheta, solo grazie alle politiche proibizioniste, detiene ingenti somme (40 miliardi di euro l’anno) che ricicla reinvestendo nell’economia legale. Eppure, per capire la “lezione di Hall Capone” basterebbe leggere ciò che la stessa commissione globale per le politiche sulle droghe mette nero su bianco nel suo rapporto annuale 2011.

La guerra globale alla droga è fallita, con conseguenze devastanti per gli individui e le società di tutto il mondo. Cinquanta anni dopo la Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti, e a 40 anni da quando il presidente Nixon lanciò la guerra alle droghe del governo americano, sono urgenti e necessarie riforme fondamentali nelle politiche di controllo delle droghe nazionali e mondiali.

Le immense risorse dirette alla criminalizzazione e alle misure repressive su produttori, trafficanti e consumatori di droghe illegali hanno chiaramente fallito nella riduzione dell’offerta e del consumo.

Le apparenti vittorie dell’eliminazione di una fonte o di una organizzazione vengono negate, quasi istantaneamente, con l’emergere di altre fonti e trafficanti. Gli sforzi repressivi diretti sui consumatori impediscono misure di sanità pubblica volte alla riduzione di HIV / AIDS, overdosi mortali e altre conseguenze dannose dell’uso della droga. Invece di in- vestire in strategie più convenienti e basate sul evidenza per la riduzione della domanda e dei danni le spese pubbliche vanno nelle inutili strategie della riduzione dell’offerta e della incarcerazione.

I nostri principi e le raccomandazioni possono essere riassunti come segue:

Terminare con la criminalizzazione, l’emarginazione e la stigmatizzazione delle persone che fanno uso di droghe ma che non fanno alcun male agli altri. Sfidare i luoghi comuni sbagliati, circa i mercati della droga, l’uso di droga e la tossicodipendenza, invece di rafforzarli.

Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione giuridica della droga per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini. Questa raccomandazione vale soprattutto per la cannabis, ma incoraggiamo anche altri esperimenti di depenalizzazione e regolamentazione legale, che possano raggiungere questi obiettivi e fornire modelli per altri.

Offrire servizi sanitari e cure a chi ne ha bi- sogno. Garantire che sia disponibile una varietà di modalità di trattamento, compreso non solo il trattamento con metadone e buprenorfina, ma anche i programmi di tratta- mento assistito con eroina che si sono dimostrati efficaci in molti paesi europei e in Canada.

Implementare i programmi di accesso alle siringhe e alle altre misure di riduzione del danno che si sono dimostrate efficaci nel ridurre la trasmissione dell’HIV e di altre infezioni a trasmissione ematica così come le overdose fatali. Rispettare i diritti umani delle persone che usano droghe. Abolire le prati- che abusive eseguite in nome del tratta- mento – come la detenzione forzata, il lavoro forzato e gli abusi fisici o psicologici – che contravvengano standard dei diritti umani e delle norme o che annullino il diritto all’autodeterminazione.

Applicare pressappoco gli stessi principi e le politiche sopra esposti alle persone coin- volte nelle estremità ultime dei mercati di droghe illegali, come gli agricoltori, i corrieri e piccoli venditori. Molti sono vittime di violenza e d’intimidazione o sono tossicodipendenti. Arrestare e imprigionare decine di milioni di queste persone, negli ultimi de- cenni, ha riempito le prigioni e distrutto vite e famiglie senza ridurre la disponibilità di droghe illecite o il potere delle organizzazioni criminali. Sembra non ci sia limite al nu- mero di persone disposte a impegnarsi in tali attività per migliorare la loro vita, provvedere alle loro famiglie, o comunque sfuggire alla povertà. Le risorse per il controllo della droga possono esser meglio dirette altrove.

Investire in attività che possano prevenire sia, in primo luogo, l’uso di droga tra i giovani, sia lo sviluppo di problemi più gravi per chi fa uso di droga. Evitare i messaggi semplicistici come “basta dire di no”, e le politiche “tolleranza zero”, a favore di messaggi e politiche di sforzi educativi fondati su informazioni credibili e programmi di prevenzione che si concentrino sulle abilità sociali e le influenze tra pari. Gli sforzi di prevenzione più efficaci possono essere quelli destinati a specifici gruppi a rischio.

Concentrare le azioni repressive sulle organizzazioni criminali violente, ma in modo che indeboliscano il loro potere e la loro portata,

dando priorità alla riduzione della violenza e dell’intimidazione. Gli sforzi delle azioni di polizia dovrebbero concentrarsi non sulla riduzione dei mercati della droga di per sé, ma piuttosto sulla riduzione dei loro danni alle persone, comunità e alla sicurezza nazionale.

Dare inizio alla trasformazione del regime globale di proibizione delle droghe. Sostituire le politiche e le strategie sulla droga orientate dall’ideologia e dalla convenienza politica con politiche economiche responsabili basate sulla scienza, sulla salute, sulla sicurezza e sui diritti umani – e adottare criteri appropriati per la valutazione. Rivedere la classificazione delle droghe che ha prodotto palesi anomalie come la difettosa categorizzazione della canapa, della foglia di coca, e del MDMA. Assicurarsi che le convenzioni internazionali siano interpretate e/o riviste per fornire una base legale solida che permetta di sperimentare la riduzione del danno, la depenalizzazione e la regolamentazione.

A questo link il rapporto 2011 della Commissione Globale per le politiche contro la droga, tradotto dal Partito Radicale

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