DROGA, @PARTITORADICALE: BENE DICHIARAZIONE PROCURATORE ROBERTI. FINALMENTE SPIRAGLI DI DIBATTITO E CONFRONTO.

QUELLO DI “REPUBBLICA” RIMARRA’ UN CASO ISOLATO? IL SERVIZIO PUBBLICO RADIO-TELEVISIVO CONTINUERA’ A NEGARE IL DIRITTO LIBERALE DEL “CONOSCERE PER DELIBERARE”?

Dichiarazione congiunta di Rita Bernardini, Antonella Casu, Sergio D’Elia, Maurizio Turco, coordinatori del Partito Radicale.
RitaBernardini.it
Rita Bernardini, già Deputata XVI Leg., presidente di Nessuno Tocchi Caino e membro del coordinamento del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito

“Repubblica” oggi ha fatto il suo dovere. Il servizio cosiddetto pubblico radio-televisivo, continuerà nella sua politica di censura e negazione di conoscenza? E gli altri mezzi di comunicazione cosiddetti “privati”, nulla di meglio che comportarsi come il cosiddetto “servizio pubblico”?

 


Con soddisfazione e speranza per il futuro leggiamo che uno dei più importanti quotidiani italiani – La Repubblica – dà voce e spazio al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e a quanti, ogni giorno, sono impegnati sul fronte antiproibizionista.  Come Partito Radicale  chiediamo  un vero dibattito, un confronto reale, che faccia conoscere quanto da anni noi proponiamo; che sia data la possibilità a noi radicali, riformatori, liberali, anti-proibizionisti, di poter esporre compiutamente le nostre proposte, le nostre soluzioni. La conoscenza è il presupposto fondamentale di ogni democrazia. 

Marco Pannella, 1974

Da anni, da decenni, eravamo in attesa che si aprisse un dibattito serio sulla questione della “legalizzazione” (non della “liberalizzazione”, come spesso si sostiene) delle sostanze stupefacenti, e lo abbiamo invocato. Da quando Marco Pannella nel 1970 in una lettera aperta pubblicata dal “Messaggero” sollevò la questione dell’allora legge criminogena che non faceva alcuna distinzione tra grandi spacciatori e consumatori; da quando, nel 1975 si fece arrestare per “disobbedienza civile”, colpevole di aver pubblicamente fumato uno spinello; da quando il Partito Radicale nel 1993 promosse e vinse un referendum per la depenalizzazione delle cosiddette “droghe leggere”; da quando Pannella, con Rita Bernardini, Laura Arconti e decine di dirigenti e militanti del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito hanno messo in atto decine e decine di manifestazioni di disobbedienza civile chiedendo espressamente che nei loro confronti venisse applicata la legge per farne esplodere le clamorose contraddizioni e danni.

Per anni, per decenni abbiamo spronato una classe politica indifferente e pavida prendesse atto che il Parlamento aveva approvato una legge, la cosiddetta Fini-Giovanardi, che procura solo danni e ulteriormente aggrava il presunto male che a parole intende contrastare.

Da anni, da decenni abbiamo lottato perché venisse garantito il diritto degli italiani che esistono posizioni e soluzioni diverse da quelle belluine e criminogene che ogni giorno vengono letteralmente spacciate; e progressivamente, nel nostro cammino, abbiamo trovato alleati, “compagni di strada” autorevoli; Alti magistrati che hanno invocato, inascoltati, nelle aperture degli anni giudiziari, la legalizzazione delle sostanze stupefacenti, quale unica soluzione per contrastare con efficacia i narcotrafficanti e i boss delle mafie che controllano il traffico della droga; procuratori nazionali antimafia; giuristi, esperti…

Nulla. Tetragona, un’informazione di regime ha silenziato la nostra e la loro voce.

“Repubblica” oggi ha fatto il suo dovere. Il servizio cosiddetto pubblico radio-televisivo, continuerà nella sua politica di censura e negazione di conoscenza? E gli altri mezzi di comunicazione cosiddetti “privati”, nulla di meglio che comportarsi come il cosiddetto “servizio pubblico”?


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Articolo di Giuseppe Candido pubblicato da Cronache del Garantista 20/ottobre/2014
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