La misteriosa storia di don Petru – comparso a Briatico dal nulla, profondo conoscitore di matematica e fisica. Morì nel sonno, asfissiato per le esalazioni ed i fumi dell’incendio della sua stanza, provocato forse dalla pipa o da un lume dimenticato acceso accanto al letto
di Franco Vallone
La storia che vi stiamo per raccontare è di quelle misteriose e affascinanti. Un uomo che abitava a Briatico, arrivato in paese da non si sa dove, potrebbe oggi essere identificato con il grande Ettore Majorana, lo scienziato scomparso misteriosamente da Napoli nel 1938. Ma partiamo da alcuni dati. Si chiamava Pietro Gennaro e a Briatico, sin da subito, diventa don Petru, ‘u zu Petru come lo chiamavano tutti. Un uomo, per come lo descrivono coloro che lo hanno conosciuto, con una grande cultura generale ed una sapienza, in campo matematico, fisico ed astronomico, davvero enorme. Molti ragazzini del paese, in quegli anni, frequentano il misterioso personaggio e notano la sua impressionante capacità di risolvere difficili operazioni matematiche e calcoli complessi. Don Petru viene descritto da tanti come “un personaggio buono, discreto e invisibile”, “un vero scienziato, esperto di tutto”. Don Petru morirà nella sua umile stanza a seguito dell’incendio del suo letto di cruju sviluppatesi forse a causa della pipa che lui amava fumare o per un lume a petrolio lasciato incautamente acceso. Siamo riusciti a recuperare una sua foto, una rarissima, forse unica, fotografia ingiallita dal tempo. Nell’immagine d’epoca che lo ritrae, Pietro Gennaro è seduto di traverso su una sedia impagliata con la sua immancabile pipa in terracotta e cannuccia in bocca. Si nota, nella fotografia, la sua mano destra, il dito mignolo distanziato dal resto delle dita, forse “la cicatrice di una ferita procuratesi cadendo da un carro merci carico di libri sequestrati” – ci raccontano. Ettore Majorana prima di sparire, nel 1938, aveva avuto un incidente con l’auto di suo padre ed era rimasto ferito in modo grave proprio alla mano destra, conservando, per come riportano le cronache dell’epoca, una grossa cicatrice sul dorso della mano. Nelle stessa scheda del Ministero degli Interni, diramata assieme alla foto nel giugno del 1938, si menziona una ricompensa offerta dalla famiglia per il ritrovamento dello scomparso, assieme alla segnalazione di una lunga cicatrice presente sul dorso della mano del ricercato. Ma ritorniamo a Briatico. Oggi la casa dove abitava Pietro Gennaro è stata venduta e successivamente ristrutturata. La traversa dove viveva don Petru è stata a lui intitolata, vi è una targa toponomastica: “Via Pietro Gennaro”. Chiediamo informazioni ai bambini, ragazzi e giovani dell’epoca, oggi adulti e anziani, che incontriamo sul socialnetwork Facebook. Qui ritroviamo, tra gli altri, Pino Prostamo, Giuseppe Conocchiella, Mimmo Prostamo, Antonio Belluscio, Francesca Sergi, Michele Potertì, Tommaso Prostamo, Frate Rokko, Franco Morello, e poi ci sono i figli, i nipoti dei testimoni diretti, memori di racconti orali tramandati dai loro padri e dai loro nonni: Simone Tedesco, Maria Concetta Melluso, Cristiano Santacroce e tanti altri … Lanciamo la provocazione, il confronto ed un dibattito di ricerca sul web: “Don Petru… vi dice nulla? Raccontateci tutto quello che sapete, anche i particolari che a voi sembrano insignificanti.”.
Le risposte non tardano ad arrivare e costruiscono, tutte assieme, un prezioso filo rosso. “Io da bambino andavo a trovarlo spesso ed era felice quando mi vedeva, abitava in una casa nella vineja di fronte a quella di mia zia…, lo ricordo sempre coricato, come coperta aveva un pesante cappottone di colore nero…”. Era arrivato a Briatico dal nulla Pietro Gennaro, comparso improvvisamente, “lo ricordo molto anziano, sempre solo, io ero piccolo, non andavo ancora a scuola, forse erano i primi anni ’60, era molto debilitato, viveva in questa piccola stanza con una finestrella sul lato sinistro dell’uscio. Mi raccontava tante cose, ma oggi non ricordo cosa, ero troppo piccolo per ricordare ciò che mi raccontava…”. “Quando andavo a trovarlo io mi sedevo accanto al suo letto e lui, con voce stanca raccontava, diceva delle cose, ogni volta mi chiedeva quando sarei tornato a trovarlo. La porta di casa sua era solo appoggiata e poteva entrare chiunque”. “Io ricordo che c’era qualcuno che tutti i giorni gli portava da mangiare”. “Noi ragazzi, all’uscita di scuola, a volte ci fermavamo davanti alla sua porta per salutarlo, lui era immobile sul letto, mi sembra fumasse una pipa, a don Petru faceva piacere scambiare due chiacchiere con noi, però non ricordo cosa diceva, è passato moltissimo tempo!!”. ”Una persona di Briatico, oggi scomparsa, mi raccontava delle sue conoscenze di matematica, fisica ed anche astronomia. Dava lezioni a studenti universitari e si confrontava con docenti di matematica e fisica che al suo cospetto rimanevano sbalorditi. Raccontava di aver imparato tutto in un monastero”. “Io non l’ho mai conosciuto, ma mio padre e i miei zii dicevano di lui che era un sapiente”. “Uomo di cultura semplice ma vasta. Nei suoi racconti riusciva a farci scoprire e sognare posti impensabili. Non ho mai capito se quei posti li avesse visitati realmente o con l’immaginazione. Ci ha lasciati a causa della pessima abitudine di fumare prima di addormentarsi”. “Pietro Gennaro io non l’ho conosciuto ma in molti mi hanno raccontato delle sfide matematiche che ingaggiava con mio papà”.
”Don Pietro io ho avuto la fortuna di conoscerlo, viveva in solitudine, non aveva nessuno, non so di dov’era. Fumava la pipa ed il toscano, sembra sia proprio questo il motivo per cui la casa è andata in fumo”.. “Qualche anno fa, interessandomi di misteri vari, mi è venuto in testa proprio lui ed ho fatto un’associazione di personaggi. Un’ipotesi un po fantastica ma ci sta perfettamente col mistero e con gli anni che don Pietro aveva”.
”Don Pietro, Pietro Gennaro, era molto colto, una volta Santacroce e Caruso, i due amici maestri delle elementari, per metterlo alla prova prepararono un problema matematico molto complesso, lo presentarono a lui e non appena lo lesse, in pochi secondi, diede loro il risultato. Era solito portarsi tutti i pomeriggi dietro Solaro, c’era una stradina di campagna che portava in alto, una località dove c’era una grande pietra che lui utilizzava come poltrona. Don Petru rimaneva li a meditare per qualche ora con la sua inseparabile pipa”. “A me, che ero incuriosito dal lume che teneva in un bicchiere sopra una sedia e accanto al suo letto, diede spiegazione di come funzionasse. Avrò avuto 5 o 6 anni, ma lo ricordo ancora adesso”.
”Purtroppo è stato quel lume, non la pipa, a provocare l’incendio in cui è morto”. “Infatti, la pipa era quasi sempre spenta”, “sembra di ricordare che fumasse anche il sigaro”. Pietro Gennaro era Ettore Majorana? Non si sa, ci sono delle incongruenze riguardo l’età, don Petru è morto nel gennaio del 1968. Majorana era nato in Sicilia nel 1906. Nella foto don Petru dimostra di essere più anziano. Il mistero è destinato a imperversare ancora per molto, anche a Briatico.