Di Valter Vecellio
Il nome di Ciro Cirillo, ormai, dice qualcosa forse solo a chi quegli anni faceva il mestiere di cronista; per gli altri occorre uno sforzo di memoria: si parla di fatti accaduti quasi quarant’anni fa. Sono le 21,45 del 27 aprile del 1981 quando Cirillo, assessore regionale campano, esponente di punta di quella Democrazia Cristiana legata a filo doppio ad Antonio Gava, viene sequestrato a Torre del Greco da un commando di cinque appartenenti alle Brigate Rosse capeggiati da Giovanni Senzani. Cirillo viene poi rilasciato all’alba del 24 luglio 1981: un sequestro che dura 89 giorni. Per Cirillo, a differenza di Aldo Moro, viene avviata e portata a termine una vera e propria trattativa con i terroristi. Una trattativa che coinvolge politici, servizi segreti, rappresentanti delle istituzioni.