Dalla Newsletter di Nessuno Tocchi Caino – Anno 14 – n. 118 – 20-12-2014
18 dicembre 2014: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto di nuovo di porre fine all’uso della pena di morte con il passaggio di una nuova Risoluzione che invita gli Stati a stabilire una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pratica. E’ stato il quinto testo pro moratoria a essere adottato dal 2007.
La nuova Risoluzione è stata adottata con il numero record di 117 voti a favore (6 in più rispetto alla Risoluzione del 2012) e il più basso dei voti contrari (38, TRE in meno rispetto al 2012), mentre gli astenuti (34, come nel 2012) e assenti al momento del voto (4, tre in meno rispetto al 2012) sono stati complessivamente 38.
Degni di nota sono stati la cosponsorizzazione, per la prima volta, della Sierra Leone e, in particolare il voto per la prima volta a favore del Niger, frutto di una missione nel Paese di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale guidata da Marco Pannella che si è svolta dal 19 al 21 novembre.
Insieme al Niger hanno per la prima volta votato a favore anche Eritrea, Figi, Guinea Equatoriale e Suriname.
Come ulteriore fatto positivo è da segnalare anche il passaggio dal voto contrario all’astensione di Bahrein, Myanmar, Tonga e Uganda.
La Risoluzione di quest’anno è stata rafforzata nella parte in cui chiede agli Stati di “rendere disponibili le informazioni rilevanti circa l’uso della pena di morte” (tra l’altro, il numero delle condanne a morte e delle esecuzioni, il numero dei detenuti nel braccio della morte e delle sentenze capitali rovesciate o commutate in appello o per le quali è intervenuta un’amnistia o concessa la grazia). L’Assemblea Generale ha ribadito di limitare progressivamente l’uso della pena di morte e non imporla per reati commessi da persone minori di 18 anni, donne incinte e – ha aggiunto quest’anno – nei confronti di disabili mentali.
Per la prima volta, gli Stati sono stati invitati ad assicurare il diritto all’assistenza consolare ai cittadini stranieri coinvolti in processi in cui rischiano la pena di morte.
“Il nuovo voto al Palazzo di Vetro, il quinto in sette anni dell’Assemblea Generale ONU, a favore della moratoria registra l’evoluzione positiva in atto nel mondo verso la fine dello Stato-Caino e il superamento del fasullo e arcaico principio dell’occhio per occhio. E’ stato determinato dalla scelta dialogica e creativa di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale di proporre – sin dall’inizio e da soli – la moratoria delle esecuzioni come passaggio chiave per giungere all’abolizione,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino.
L’Associazione ha seguito in diretta con le Nazioni Unite dal salone del Partito Radicale, in via di Torre Argentina 76, il voto sulla Risoluzione, la quinta dal 2007, e lo ha commentato anche con collegamenti telefonici con chi è stato protagonista di questa battaglia.
Il primo commento è stato quello di Paolo Gentiloni, il Ministro degli Esteri italiano, per il quale “il risultato raggiunto all’Assemblea Generale dell’ONU corona l’impegno dell’Italia e dei partner internazionali” mentre “il numero di voti a favore della moratoria universale della pena di morte … è motivo di orgoglio per l’Italia”. Per il titolare della Farnesina, “a questo successo hanno contribuito in maniera determinante la diplomazia e la società civile italiane” e ha ricordato la costituzione di una task force lo scorso mese di luglio oltre allo storico impegno su questa battaglia di Emma Bonino.
Emma Bonino ha salutato il cambio di voto, in parte inaspettato, di alcuni Paesi come la Guinea Equatoriale, che per la prima volta ha votato a favore e la Birmania che invece è passata dal voto contrario all’astensione marcando un’apertura importante del continente asiatico, finora impenetrabile a questa battaglia fatte salve alcune eccezioni come la Mongolia.
Per Emma Bonino comunque la democrazia e la battaglia per l’abolizione della pena di morte sono, anche rispetto al voto dell’UNGA, non un evento ma un processo che bisogna mantenere vivo.
E’ poi intervenuto l’ex Ministro degli Esteri, Ambasciatore Giulio Maria Terzi, per il quale è giunto il momento per l’introduzione di un inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU sul tema della pena di morte. Per l’Ambasciatore Terzi questa battaglia da grande dignità al nostro Paese e ci rende orgogliosi di essere italiani, capaci di affermare i nostri valori nel mondo.
Il Direttore generale degli affari politici del Ministero degli Esteri del Benin, Eric Saizonou, che si trovava a New York per seguire il dibattito in plenaria, ha ricordato come, dopo la conferenza ospitata a Cotonou ed il Premio abolizionista dell’Anno al Presidente Boni Yayi, al Benin è stato assegnato il ruolo di coordinatore dei Paesi africani e ha ribadito la volontà del suo Paese di continuare a lottare per l’abolizione della pena di morte.
Infine, il Ministro della Giustizia del Niger, Amadou Marou, in un continuo scambio di battute con Marco Pannella, ha ribadito l’impegno del Niger a voler, dopo il voto a favore della Risoluzione, conseguire l’abolizione interna. Amabou Marou ha infine affermato di voler continuare a seguire le battaglie del Partito Radicale per il rafforzamento dello stato di diritto, a partire dall’affermazione di un nuovo diritto umano, quello alla conoscenza.
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