Archivi tag: emergenza migranti

#IoStoConRiace. L’associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria-19 maggio sostiene Mimmo Lucano sindaco di Riace

Candido e Ruffa (Radicali): Riace è un modello di accoglienza e per questo sosteniamo il sindaco Mimmo Lucano.

<<Come associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria-19 maggio, aderiamo simbolicamente allo sciopero della fame del Sindaco di Riace per sostenerlo nel chiedere con la nonviolenza che lo Stato onori i propri debiti e non butti alle ortiche quel modello mondiale di accoglienza come può considerarsi quello Riace>>. Continua la lettura di #IoStoConRiace. L’associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria-19 maggio sostiene Mimmo Lucano sindaco di Riace

Share

#IMMIGRAZIONE … ne abbiamo bisogno anche per pagare le nostre pensioni

Riflessioni di Valter Vecellio

Valter Vecellio, redattore TG2 e direttore di Notizie Radicali, già direttore de Il male

L’Italia, dal punto di vista demografico, sta invecchiando inesorabilmente, Ogni anno sono più i decessi delle nascite? Sempre più anziani, sempre di meno nascite. Quest’anno, meno 142mila. Se non ci fossero gli immigrati, saremo meno 205mila. Meno siamo, meglio stiamo, come canta Renzo Arbore? Dal momento che il nostro sistema pensionistico non è a capitalizzazione (ogni lavoratore accumula i contributi che poi si ritrova), ma a ripartizione (chi lavora paga la pensione a chi non lavora più), gli anziani di oggi, ma soprattutto quelli di domani, su quale forza di lavoro si reggeranno? Gli immigrati (che per inciso sono più giovani, anagraficamente, degli italiani) pagano già oggi qualcosa come 11 miliardi di contributi pensionistici, in cambio ne ricevono meno di tre. Producono l’8,6 per cento del Prodotto Interno Lordo. Continua la lettura di #IMMIGRAZIONE … ne abbiamo bisogno anche per pagare le nostre pensioni

Share

#EroStraniero. Papa Francesco apprezza la campagna dei @Radicali per una nuova politica migratoria

Giornata mondiale dei rifugiati.

<<Vorrei cogliere questa occasione, la giornata di ieri (dei rifugiati, ndr) per esprimere il mio sincero apprezzamento per la campagna per la nuova legge migratoria “Ero Straniero, l’Umanità che fa bene” la quale gode del sostegno di Caritas Italiana, fondazione Migrantes e altre organizzazioni cattoliche>>.

E dei Radicali. Come dire: il diavolo e l’Acqua Santa, assieme perché sui migranti – che Pannella chiamava “Olocausto in corso” – i Radicali e il Partito Radicale sono in sintonia come sulla questione carceri e amnistia.

 Grazie Papa Francesco, anche noi – come Associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria – 19 maggio, la sosteniamo e stiamo raccogliendo le firme dai primi di giugno.

Il video documento di Papa Francesco a sostegno della Campagna

Continua la lettura di #EroStraniero. Papa Francesco apprezza la campagna dei @Radicali per una nuova politica migratoria

Share

L’ALLARME DI FRONTEX

di Valter Vecellio

Servizio TG2 andato in onda nell’edizione serale delle 20:30 il 6 marzo

Cinquecentomila, ma forse un milione di migranti che potrebbero riversarsi nei paesi europei; e sono in attesa di un qualsiasi imbarco sulle coste della Libia. L’allarme viene da Frontex, l’agenzia che ha il compito di gestire la cooperazione internazionale alle frontiere esterne dei paesi dell’Unione Europea. Il direttore Fabrice Leggeri sostiene che il 2015 ci vedrà impegnati in una situazione perfino più difficile e delicata dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle. Aumenteranno i viaggi della disperazione, aumenteranno gli sbarchi, sempre più morti, sempre più migranti cercheranno scampo nel nostro e in altri paesi europei. Una ulteriore recrudescenza del fenomeno che per essere fronteggiata richiede ulteriori risorse sia economiche che umane.

Che migliaia di profughi aspettino l’occasione buona per lasciare le coste africane dove si sono ammassati per lasciare i loro paesi sconvolti da guerre e faide fratricide, non è una novità; e neppure è una novità che questo cinico traffico di esseri umani sempre pià sia gestito da organizzazioni terroristiche islamiche, che anche in questo modo si finanzierebbero. Da Riga, in Lettonia, dove partecipa al Consiglio informale dell’Unione europea, il ministro degli esteri italiano Gentiloni non smentisce i rischi e la gravità della situazione, ma al tempo stesso invita alla cautela:

(Sonoro Ministro GentiloniServ. n°4 del tg2 del 6 marzo delle 20.30

Share

L’ideologia dell’indipendenza nazionale e la fine di Schengen

di Giuseppe Candido

Sottoscritto il 14 giugno 1985 fra il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo e i Paesi Bassi l’accordo di Schengen intendeva eliminare progressivamente i controlli alle frontiere comuni e introdurre un regime di libera circolazione per i cittadini degli Stati firmatari, degli altri Stati membri della Comunità o di paesi terzi.
Successivamente, la convenzione di Schengen firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque Stati membri e successivamente entrata in vigore nel 1995, completò quell’accordo definendo “le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all’attuazione della libera circolazione”.
Obiettivi dichiarati della convenzione adottata poi da tutti i paesi membri erano l’abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne, il “rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne, la collaborazione delle forze di polizia e la possibilità, per esse, di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini. Inoltre la convenzione prevedeva il coordinamento degli stati dell’Unione nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale come ad esempio mafia, traffico d’armi, droga e immigrazione clandestina.
Era il sogno degli Stati Uniti d’Europa che avrebbe dovuto concretizzarsi con un esercito degli Stati Uniti d’Europa, un Ministro degli Esteri europeo in un’Europa federale e federalista.
“L’ideologia dell’indipendenza nazionale” si legge nel Manifesto di Ventotene, “è stata un potente lievito di progresso; ha fatto superare i meschini campanilismi in un senso di più vasta solidarietà contro l’oppressione degli stranieri dominatori. Essa portava però in sé” i germi del nazionalismo imperialista, che la nostra generazione ha visto ingigantire fino alla formazione degli Stati totalitari ed allo scatenarsi delle guerre mondiali”.
Le cose però cambiano, i contesti divergono e l’Europa non è quella che i suoi più alti Padri costituenti avrebbero voluto. Gli Stati nazionali continuano a soffocare la Patria europea. Dopo aver fatto sparire la Bandiera blu con le stelle e dopo aver abolito l’Inno alla gioia come inno europeo oggi assistiamo alla morte della libertà di circolazione. A che punto sia oggi quel trattato, dopo la crisi Italia-Francia per la gestione degli immigrati, è sotto gli occhi di tutti. Non parliamo poi i quel sogno europeo. L’Onda dei migranti apre una crisi nell’Unione europea, è il titolo con cui apre in prima pagina nei giorni scorsi El Pais.
La valanga di migranti provocata dalle rivolte arabe ha aperto una nuova spaccatura nell’Unione europea. L’Italia ha accusato la Francia, sottolinea il noto quotidiano spagnolo, di violare i principi base dell’Unione dopo che le autorità francesi hanno bloccato il passaggio dei treni provenienti da Genova per impedire l’ingresso di tunisini. E che “Parigi blocca i migranti tunisini alla frontiera italiana” se ne accorge lo stesso Le Monde che però si spinge ben oltre nell’analisi.
“Ad una settimana dal vertice Franco-Italiano del 26 Aprile, i due Paesi hanno aggiunto un nuovo soggetto di discordia a quelli che già li oppongono, bloccando la circolazione dei treni tra Ventimiglia e la Costa Azzurra. Domenica, si legge ancora sul quotidiano d’oltre Alpe, Parigi ha provocato la reazione indignata del Governo italiano che ha denunciato questa misura come illegittima.” In causa, ovviamente, è la decisione presa dall’Italia di accordare un permesso di soggiorno provvisorio per circa 20.000 tunisini arrivati a Lampedusa dopo la caduta del regime di Ben Ali. Per il Governo Italiano, spiega Le Monde, questi permessi temporanei, in base agli accordi Schengen, devono permettere agli immigrati, che per la maggior parte vogliono andare in Francia, la loro libera circolazione. Per Parigi, invece, gli immigrati devono giustificare una residenza in Francia, un titolo di trasporto (cioè un biglietto) e delle risorse economiche per l’auto sostentamento.
Domenica scorsa, un centinaio di tunisini muniti di un permesso di soggiorno provvisorio, accompagnati da 250-300 militanti francesi ed italiani, avevano preso posto su quello che Le Monde definisce il “treno della libertà”. Da Genova verso la Francia, con l’obiettivo di “sfidare i blocchi dei governi e garantire il libero accesso al territorio europeo e ricordare che “nessun essere umano è illegale”. Parigi ha però deciso di bloccare il convoglio alla frontiera di Ventimiglia, ufficialmente, “in ragione dei rischi per l’ordine pubblico”. Unica causa per cui l’accordo di Schengen poteva essere sospeso temporaneamente.
Forse, in un momento come quello che oggi l’Italia sta vivendo, parlare di regressione del processo d’integrazione europea e di morte dell’Unione intesa come unione di popoli e non solo unione commerciale, può sembrare inutile, quasi velleitario. Eppure il tramonto di quel sogno, il declino di un’idea d’Europa unita non solo da un’unica moneta e dall’abolizione dei dazi sulle merci, ma anche dalla condivisione di territori, di culture e di tradizioni, proprio nel momento in cui i nazionalismi, dal Belgio alla Finlandia passando per i Paesi Bassi, si affermano e si rinforzano, dovrebbe costituire una preoccupazione seria per classi dirigenti del nostro Paese.

Share