Archivi tag: Associazione Luca Coscioni

Mina Welby a Sant’Onofrio per presentare il suo libro e discutere di fine vita e testamento biologico

L’ultimo gesto d’amore. Mina Welby e Pino Giannini, Marotta&Cafiero ed., 2016

Lo scorso 16 dicembre 2017, a due giorni dall’approvazione della legge sul testamento biologico e dopo undici anni di lotte, Mina Welby è a Sant’Onofrio (VV) dove si è svolto un dibattito sul fine vita e la presentazione del libro di Mina, “L’ultimo gesto d’amore” (Mina Welby e Pino Giannini, Marotta&Cafiero ed., 2016; introduzione di Emma Bonino, postfazione di Beppino Englaro). Guarda il video integrale dell’evento …

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Luca e Marco pazzi di felicità

di Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente Istituto Luca Coscioni

Anniversari e ricorrenze, spesso, si risolvono in celebrazioni retoriche, bolse, un po’ false: “vetrine”, a uso e consumo di chi magari neppure conosce la persona a cui si dice di voler rendere onore; “passerelle” dove al celebrato si attribuiscono pensieri, finalità, obiettivi, che non si è mai sognato di avere (magari, perfino, si prefigura il contrario). Per questo cerco di essere sempre molto prudente in occasione di anniversari che riguardano mio marito Luca Coscioni: che nella sua breve vita, prima di essere stroncato dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica, come costante ha avuto quella del rigore degli obiettivi da perseguire, dei mezzi da usare (e, ovviamente da non usare). Continua la lettura di Luca e Marco pazzi di felicità

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Luca amava il mare, il vento … la libertà

di Maria Antonietta Farina Coscioni

Pubblicato su Cronache del Garantista venerdì 20 febbraio 2014 a nove anni dalla scomparsa di Luca Coscioni

Luca amava il mare, amava il vento, la sabbia della spiaggia, in particolare Porto Santo Stefano; amava veleggiare con il suo catamarano giallo verso l’isola del Giglio… lì, in quel mare, nove anni fa ha voluto che fossero disperse le sue ceneri… Continua la lettura di Luca amava il mare, il vento … la libertà

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#Peschici e San Marco in Lamis: dissesto non solo “idrogeologico” ma soprattutto “ideologico

Il disastro di San Marco in Lamis (FG)
di Carlo Tansi (1)

I morti in Puglia di questi giorni sono le ennesime vittime della “strage di popoli” di cui Pannella parla da anni. Sarò al congresso dell’associazione Luca Coscioni per proporre a Marco di riprendere la sua antica e quanto mai attuale battaglia per proporre un Geologo in ogni comune.
Sono anni che i geologi dicono le stesse cose. Più volte ho scritto, come noi tutti geologi, non solo calabresi, affermiamo ormai da anni, che oltre alle vicissitudini geologiche che ne hanno reso i terreni della nostra penisola particolarmente “fragili” e predisposti al dissesto, assieme alla scarsa manutenzione dei fiumi e dei torrenti, le cause del rischio idrogeologico in Puglia come in Calabria e in altre parti del Paese, sono da attribuire principalmente a un’arrembante e incauta edificazione che, sia per l’abusivismo e sia per il superficiale controllo dei progetti negli uffici tecnici preposti (ex-Genio Civile) consentito da una assurda normativa, ha consentito per decenni di costruire sulle frane e nei fiumi. E le calamità naturali, aggravate dal mal governo del territorio, continuano a pesare come un macigno sullo sviluppo socio-economico dell’intero Paese. Anche quello di San Marco in Lamis, infatti, non è altro che l’ennesima catastrofe annunciata, conseguenza di un dissesto non solo “idrogeologico” ma soprattutto “ideologico” di un sistema partitocratico che, asservito a logiche clientelari, ha consentito di costruire in aree a bollino rosso.
Molti credono di poter aggirare le leggi degli uomini, ottenendo magari una concessione in una zona a rischio R3 o R4; uomini ignari e sciocchi, che scappano alle leggi degli uomini, ma che però non scappano alle inesorabili leggi della natura: la natura, prima o poi, si riprende ciò che le appartiene, senza mezzi termini, senza fare sconti a nessuno.

Purtroppo, nella “strage di leggi” – che il volume “La peste ecologica e il caso Calabria” di Giuseppe Candido ripercorre con dovizia di particolari – nonostante le varie catastrofi di Maierato, Cavallerizzo, Soverato, Vibo, degli scavi di Sibari …, imperterriti, di fronte a scenari anche più drammatici di San Marco in Lamis, in queste ore, da qualche parte in Italia, si continua ancora a costruire sulle frane e nei fiumi, anche mentre scrivo queste ennesime righe dell’ennesimo “deja vu”. In 50 anni di storia dell’Ordine dei Geologi italiani, istituito nel 1963, l’anno della tragedia del Vajont, le catastrofi idrogeologiche e gli eventi sismici nel nostro Paese si sono ripetuti a ritmi incessanti. Ma quanto costa all’Italia intervenire per le emergenze, siano esse legate ad eventi idrogeologici o sismici, anzichè investire in prevenzione? L’annuario dei dati ambientali elaborato dall’ISPRA, stima con la cifra di 52 miliardi di euro, il costo complessivo dei danni per i soli eventi franosi ed alluvionali, nel periodo dal 1951 al 2009, corrispondenti, in moneta corrente, a ottocento milioni di euro all’anno circa. Secondo gli studi redatti dallo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, il quadro dei costi complessivi, tra il 1944 e il 2009, del dissesto idrogeologico e del rischio sismico, sono compresi “tra un valore minimo di 176 miliardi di euro e uno massimo di 213″.

Non tutti sanno – anch’io l’ho scoperto da poco – che il Partito Radicale e Marco Pannella, sin dagli anni ’80, da quando era consigliere comunale a Napoli, proponeva la presenza del Geologo in ogni comune.

Il Geologo in ogni comune, uno stipendio in più, tra i tanti architetti, geometri e ingegneri. Il Geologo che però farebbe risparmiare moltissimo alla collettività, proprio in termini di prevenzione dai rischi geologici, anche quelli di tipo ambientali, valutando bene i progetti e gli interventi che si effettuano sul territorio di propria competenza, specialmente in regioni ad alto rischio e rappresentando un indispensabile punto di riferimento nella gestione delle fasi emergenziali in caso di calamità naturali. Uno stipendio in più in ogni comune che, però, avrebbe fatto risparmiare una buona parte di quei miliardi. Ricordo che, nel 2007, quando fui vice presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria, prima che mi dimettessi proprio per la mancata “considerazione” del Geologo da parte delle istituzioni, avevo fatto questa proposta alla classe politica locale e nazionale: un Geologo assunto in tutti i comuni della Calabria in cui è presente un rischio idrogeologico R3 o R4. “Con questi chiari di luna?” mi dissero in molti, sarcasticamente. Ma questa proposta deve invece essere vista in un’altra prospettiva che la “Peste ecologica” documenta molto chiaramente: quanti soldi avrebbe risparmiato la collettività – in termini di prevenzione – se ci fosse stato un Geologo in ogni comune?

Per parlare di questi argomenti, per “strutturare” assieme questa battaglia e riportare, con Marco Pannella all’attenzione dei media questi temi, trovo assai lodevole l’iniziativa del Partito Radicale di convocare una conferenza-convegno proprio a Foggia al quale, però, non potrò partecipare per impegni presi in precedenza. Preannuncio però che, pur non essendo iscritto al Partito Radicale, proprio per discutere, con un approccio scientifico, di argomenti drammaticamente attuali – avendo come interlocutore una persona più che mai lungimirante come Marco Pannella – sarò onorato di partecipare al prossimo convegno dell’associazione Luca Coscioni.
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1) Carlo Tansi è Ricercatore presso l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del C.N.R., docente presso il Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università della Calabria è stato vice presidente dell’Ordine Regionale dei Geologi della Calabria

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Candido (#Radicali): Bene il Consiglio di Lamezia Terme che approva registro testamento biologico. Esilaranti le dichiarazioni circolate sulla stampa

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“Con soddisfazione di chi questa battaglia di libertà ha cominciato a sostenerla, in Calabria, dal 2006 sin dalla vicenda “nazionale”, di Piergiorgio Welby, apprendo dalla stampa che il Consesso Civico lametino guidato dal Sindaco Speranza, ha inteso adottare all’unanimità il registro dei testamenti biologici”. E’ quanto si legge in una nota di Giuseppe Candido, militante del Partito Radicale nonché direttore editoriale di ALM che, in Calabria, da anni porta avanti la battaglia sui registri dei testamenti biologici assieme all’associazione di cui Mina Welby è coo-presidente onoraria.
“Trovo davvero esilaranti”, afferma senza mezzi termini Giuseppe Candido, “alcune dichiarazioni circolate sulla stampa del coordinatore regionale dell’associazione “Alleanza Cattolica Calabria”, Dr. Elia Sgromo, secondo il quale tale sacro santa decisione del Consiglio di Lamezia Terme, tra l’altro non la prima in Italia e nemmeno per la Calabria essendo stato istituito persino nel piccolo comune di Botricello, sarebbe stata presa “senza alcuna necessità e urgenza sociale” e che i registri dei testamenti biologici rappresenterebbero, addirittura, una sorta di “cedimenti ad una mentalità radicale, libertaria e ideologica”. Per Sgromo, – prosegue Candido nella sua nota – un registro che consente di annotare ai cittadini le proprie volontà di fine vita, servirebbe solo a pubblicizzare una prospettiva anti-vita.

Contrariamente a quanto dice il dott. Sgromo, però, esiste un forte fondamento costituzionale che ci da’ il diritto di rifiutare i trattamenti sanitari per malattie inguaribili, unicamente finalizzati al proseguimento del mantenimento in vita”. L’articolo 32 della nostra costituzione, che il dott. Elia, forse appositamente, dimentica nel suo ragionamento per dire che non c’è niente che giustifichi il registro, c’è eccome, ed è in esso che è contenuto quel principio inviolabile che ha visto far garantire dalla magistratura il diritto di porre fine alle sofferenze e alle cure inutili di Piegiorgio Welby che ha potuto farsi staccare il suo ventilatore che lo teneva invita artificiale venendo contemporaneamente sedato da un medico che, per quel gesto, però, proprio perché una legge non c’è, dovette subire un processo uscendone completamente scagionato da tutte le accuse.
Lo stesso principio costituzionale che Elia forse finge di dimenticare, ha consentito al sig. Beppino Englaro, dopo anni, anni e quattro gradi di giudizio, di poter vedere rispettate le volontà della figlia Eluana in coma vegetativo permanete. Volontà che, non essendo state registrate da nessun notaio né da nessun altra “registro”, furono difficili da dimostrare. Se vi fosse stato un registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento, i casi possibili potevano essere due: Eluana poteva aver fatto registrare il proprio testamento biologico oppure no.
Ecco a che servono i registri dei testamenti biologici. Ad evitare che a scegliere sia qualcun altro.

Da laici credenti cui ci sentiamo appartenere, ci sentiamo vicini ad una chiesa cattolica dell’accoglienza e della misericordia che questo Papa Francesco sta dimostrando poter essere rappresentata anche dai suoi massimi vertici; ci sentiamo vicini ad una chiesa vicina alle persone, agli umili, vicina ai bisognosi di misericordia, ma siamo assai distanti ad una chiesa degli integralismi, che vuol imporre l’attesa di un miracolo anche a chi nel miracolo non ci vuole credere e, come Piergiorgio Welby cerca una “morte opportuna”.

Ecco perché ribadiamo, invece, il nostro fermo SI ai registri sul testamento biologico e a una legge che regolamenti l’eutanasia legale contro quella di massa e clandestina. In parlamento c’è già una proposta di legge depositata dall’associazione Luca Coscioni e sottoscritta anche da migliaia di cittadini calabresi, tra cui sindaci e amministratori locali.

Oggi, in Italia esiste l’eutanasia clandestina e la rinuncia alle cure viene effettuata nel silenzio e nella solitudine di mura domestiche, quando “non c’è più niente da fare”. Per il suicidio assistito bisogna andare in Svizzera o in Belgio.
Il nostro Si all’eutanasia legale contro quella clandestina, il Sì ai registri dei testamenti biologici, come fu per l’aborto che legalizzato da una legge, cui tra l’altro i Radicali si opposero, consentì la drastica riduzione del fenomeno e delle morti per prezzemolo o sotto i ferri della cucina, anche in questo caso, sia ben inteso, è un Si alla vita, che è amore e libertà. Un “Sì” deciso, forte, alla tutela della vita e delle libertà proprio quando si è nelle condizioni di massima fragilità.

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Eutanasia e testamento biologico: intervista a Mina Welby e video del consiglio comunale aperto a Botricello

Il video, gentilmente ripreso da liberi tv, del Consiglio comunale aperto cui hanno preso parte oltre a Mina Welby anche il Prof. Salvatore Barresi dell’arcidiocesi Crotone Santa Severina, la professoressa Elena Morano Cinque e il Prefetto Antonio Reppuccio.

“La gente vuole che si regolamenti questo fenomeno”.

di Giuseppe Candido

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Mina Welby arriva a Sibari in autobus

Abolire la miseria della Calabria, 4 maggio 2013, siamo in macchina con Mina Welby, nata a San Candido in provincia di Trento, vedova di Piergiorgio Welby e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, che è venuta in Calabria per la prima giornata di mobilitazione nazionale per la raccolta delle firme sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sull’eutanasia legale e il rifiuto dei trattamenti sanitari. Mina arriva alle 11.30 a Sibari (CS) dove la vado a prendere per essere per le 17.00 a Botricello (CZ), dove il Sindaco Giovanni Camastra e l’assessore Salvatore Procopio hanno nei giorni scorsi firmato e aderito alla campagna di raccolta firme ed hanno organizzato un consiglio comunale aperto ai cittadini per discutere l’adozione di un registro comunale per per i testamenti biologici.

Dopo esserci salutati e fatto quattro chiacchiere sulle condizioni di Marco Pannella, in sciopero della fame e della sete per la questione delle carceri e della giustizia, e dopo una telefonata col Sindaco e l’assessore Procopio che davano a Mina un primo “telefonico” benvenuto in Calabria, chiedo a Mina, già sicuro che accetterà, se vuole rilasciarci un’intervista mentre siamo in macchina. “Certo, perché no!” è la risposta sorridente di Mina.

Allora, la prima è una domanda aperta: testamento biologico, eutanasia. Che ci dici Mina?

R: “Io posso dire questo. Che sono stata ieri sera a Castellana Grotte dove si voleva parlare in modo particolare di testamento biologico. Io poi ho pensato: ma, in qualche maniera faccio pure entrare l’eutanasia. Ma mi ha aiutato in modo formidabile un prete. Un certo don Nicola. Che poi, anche con disappunto della organizzatrice, ha parlato di eutanasia. Perché, come al solito, le persone che hanno tanto paura di non so che cosa, della parola “eutanasia” che li attira. È un tema che attrae. Non so perché. C’ho fatto caso ieri e questo mi ha indotto, poi, a spiegare ai presenti che erano tantissimi, che per una piccola città come Castellana Grotte erano presenti 120 e più persone presenti in una sala, dove non c’erano più altre sedie e stavano in piedi. Veramente una cosa grandissima. Quindi ho potuto spiegare a queste persone che cosa significa testamento biologico, che cosa significa rifiuto delle terapie di una persona capace come Piergiorgio, e che cosa è l’eutanasia. Nel vero senso della parola. Cioè dove al medico viene chiesto da un malato con una patologia non più curabile con delle sofferenze indescrivibili, e con poca aspettativa di vita. E questo, credo, abbia fatto molto bene anche per il futuro deposito di testamenti biologici in un registro che si voleva, appunto, chiedere d’istituire al sindaco di Castellana Grotte che era presente. C’è stato pure il Sindaco di Putignano dove già funzione il registro dei testamenti biologici. Ho ringraziato il Sindaco e gli avevo detto anche che noi abbiamo fondato la federazione dei sindaci dove esiste il registro dei testamenti biologici dove, il primo a firmarlo era il sindaco di Napoli che ha anche lui istituito il registro.

Luigi De Magistris?

R: Si, De Magistris.

Mina, una domanda allora è d’obbligo. C’hai spiegato bene la differenza tra testamento biologico, rifiuto cosciente delle cure ed eutanasia legale. L’eutanasia, però, ci dicono le statistiche, esiste ed è quella che i radicali vogliono legalizzare. Oggi repubblica parla di 90.000 malati terminali che ogni anno muoiono nelle sofferenze e, probabilmente, anche per loro si chiede “dottore, non fatelo soffrire”. I Radicali cosa tentano di fare con la “legalizzazione” di questo fenomeno?

R: Vogliamo che sparisca l’eutanasia non legale. L’eutanasia nascosta. Quella che già c’è.

Quell’eutanasia clandestina per cui Piergiorgio e l’associazione Coscioni chiedevano al Parlamento italiano con una petizione di effettuare un’indagine conoscitiva?

R: Si, dell’eutanasia clandestina. Ma fino ad oggi abbiamo sempre continuamente delle opposizioni. E i più forti oppositori sono i medici stessi. Credo che è come se avessero paura. Ma paura di che cosa? Di essere indagati? Non lo so. Ma proprio ieri, un medico, una dottoressa chiariva di nuovo che lei sapeva che l’eutanasia clandestina esiste. Dall’altra parte, però, c’è anche un grande incremento di accanimenti terapeutici. Voglio dirlo in modo veramente brutto, così forse lo capiscono gli italiani: sono cure inutili. Terapie inutili, dove per esempio, a un malato oncologico, cioè col cancro, in fase terminale, vengono ancora somministrati terapie chimiche, chemio terapie. Credo che questo è veramente un insulto a questo malato, per farlo soffrire. Perché poi, la chemio terapia, non è una passeggiata. Non è una cosa che alleggerisce, che toglie dolore. Ma è un ulteriore insistere con dei fenomeni collaterali che non sono della malattia oncologica ma proprie della chemio terapia.

Mina, un’ultima domanda. Qualcuno obbietta che l’Italia ha un problema: il lavoro. La miseria che aumenta. Che c’azzeccano l’Eutanasia legale, testamento biologico. Sono delle priorità? I radicali e l’associazione Coscioni lanciano la campagna di raccolta firme per una proposta di legge in un momento in cui le priorità sembrano essere tutt’altre. Perché Mina, proprio ora?

R: Mah, guarda, io so e vedo che gli italiani sono interessatissimi ad avere anche questo diritto al “non soffrire più”. Anche perché, adesso sì c’è tempo di crisi, ma succede una cosa molto eclatante e molti cittadini si lamentano di questo. E vengono tagliate le spese per le cure, per le terapie, per l’assistenza ai malati gravissimi. E anche le cure palliative sono soltanto a macchia d’olio e spesso finanziate da benefattori. Ci sono dei parenti di malati oncologici ricoverati negli ospedali e cliniche private che tante volte danno un lascito, danno delle sovvenzioni, per poter continuare al meglio le cure palliative sui malati. Io credo che questo la gente lo vede, lo sa. E per questo motivo vogliono che si regolamenti veramente questo fenomeno.

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Botricello (CZ): Dibattito su eutanasia legale e rifiuto trattamenti sanitari e Consiglio Comunale aperto

Mina Welby a Botricello il 4 maggio 2013 per discutere di eutanasia legale e testamento biologico
Mina Welby a Botricello il 4 maggio 2013 ore 17.00 – Palazzo Comunale

Ammalarsi fa parte della vita. Come anche guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. E le buone leggi servono alla Vita anche per impedire che siano altri a scegliere per noi. Il prossimo sabato 4 maggio 2013 alle ore 17.00, nel giorno del Santo Patrono, a Botricello (CZ) presso la sede del nuovo Palazzo Comunale di Via Nazionale 351, nell’ambito di una più ampia mobilitazione nazionale di raccolta firme, con la presenza straordinaria di Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby e co-Presidente dell’associazione Luca Coscioni, sarà presentata ai cittadini e al consiglio comunale appositamente convocato sotto forma di consiglio comunale “aperto”, la proposta di legge d’iniziativa popolare sul rifiuto dei trattamenti sanitari e la liceità dell’eutanasia promossa in tutta Italia dall’associazione Coscioni, dagli Amici di Eleonora Onlus, da Exit Italia, dallo Uaar e Radicali Italiani. All’evento, ovviamente, sarà inoltre possibile sottoscrivere la proposta di legge che già l’assessore Salvatore Procopio, il Sindaco Giovanni Camastra, l’assessore Valea e molti altri cittadini hanno firmato ai tavoli di raccolta organizzati nei giorni scorsi.

Il consiglio comunale aperto è stato appositamente convocato dal Sindaco, dott. Giovanni Camastra, che nei giorni addietro aveva pure lui firmato la proposta di legge, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura dell’amministrazione comunale di Botricello diretto dal dott. Salvatore Procopio, che ha tenuto in particolare modo a sollecitare la più ampia informazione su questo tema riguardante il diritto e la libertà di sceglier fino alla fine. Al dibattito e al consiglio comunale aperto, cui è espressamente invitata la stampa oltreché i cittadini, parteciperanno pure la Prof.ssa Elena Morano Cinque, docente dell’Università Magna Grecia e Presidente della Commissione Pari Opportunità di Catanzaro e il Prof. Salvatore Barresi, docente di etica sociale ed economia dell’Istituto Tecnologico Unus Magister dell’Arcidiocesi di Crotone Santa Severina. Modererà il dibattito il nostro direttore editoriale, Prof. Giuseppe Candido docente di scienze matematiche presso la scuola secondaria di I grado di Botricello.

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