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Se questa è sicurezza

Intervista a Felice Romano, segretario generale SIULP

di Giuseppe Candido

Poliziotto in rivolta: “Investire sulla sicurezza vuol dire risparmiare sugli effetti nefasti del crimine”

 

14 nov. 2009, Chianciano Terme. Felice Romano, segretario del SIULP è intervenuto al congresso dei Radicali Italiani a Chianciano. Dopo la manifestazione di tutte le forze di polizia del 28 ottobre scorso in Piazza Navona a Roma alla quale avevano partecipato quarantamila poliziotti per lanciare un “segnale netto, inequivocabile preciso, che non lascia scampo alcuno a chi di mestiere fa l’anguilla”, Felice Romano è intervenuto al congresso dei Radicali per portare la sua testimonianza e far conoscere gli obiettivi di quella manifestazione che, intrisa di una straordinaria umana unitarietà, è stata ignorata largamente da quasi tutti gli organi di stampa e informazione e che, come al solito, soltanto Radio Radicale ha ripreso e trasmesso integralmente. Il tutto, ovviamente, rivedibile e riascoltabile sul sito radioradicale.it per consentire ai cittadini di conoscere e deliberare. “Investire sulla sicurezza vuol dire, ha spiegato Romano, risparmiare sugli effetti nefasti del crimine giacché, è ora di ricordarlo, il danno arrecato annualmente dalla criminalità, organizzata e non, al Paese è quantificabile in una percentuale superiore di oltre due volte alle spese per la sicurezza: il 23% del PIL contro l’11,2% che viene investito annualmente. Se in un qualsiasi supermercato aumentano i furti, il responsabile aumenta gli addetti alla sicurezza e, a fine mese, riduce il danno”. E ancora: “In Italia si fa esattamente il contrario: aumenta l’insidia del crimine ed il Governo riduce gli uomini delle forze di polizia, ne taglia i mezzi, ne aumenta l’esasperazione insultandoli. Se non è follia questa.” Nel suo editoriale pubblicato da “The new Radikalna strana”, la Gazzetta aperiodica del congresso di Radicali Italiani, Felice Romano spiega come, invece, la tendenza di questo Governo sia quella di “smantellare le strutture che sono servite a raggiungere determinati obiettivi …” così come “E’ stato fatto con le strutture antiterrorismo, antimafia, ma anche anti microcriminalità”. Parole che, per il Governo, dovrebbero pesare come macigni se solo si fosse dato maggiore risalto a quella manifestazione del 28 ottobre alla quale Felice Romano rappresentava tutte le forze di polizia straordinariamente unite in una manifestazione-denuncia contro i tagli che, dopo il parlar tanto di sicurezza, questo governo ha fatto e continua a fare. Noi di Abolire la miseria della Calabria lo abbiamo intervistato a termine del suo intervento a Chianciano focalizzando il problema sicurezza per quanto attiene al mezzogiorno dove mafie, camorre e ‘ndranghete stanno già facendo salti di gioia per lo scudo fiscale che consente loro il facile rientro di capitali illegali dall’estero. Per questi motivi abbiamo deciso di proporre sia l’intero intervento di Felice Romano al congresso, sia la breve video intervista rilasciata in esclusiva per noi di “Abolire la miseria della Calabria” nella quale Romano parla degli effetti dei tagli alla sicurezza sulle regioni come La Calabria in cui maggiore è la presenza della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale.

 

Guarda l’intervento di Felice Romano al VIII Congresso di Radicali Italiani a Chianciano Terme

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La Calabria e il libro bianco di Marco Biagi

Roberto Villetti - Foto: dumplife (Mihai Romanciuc)
Roberto Villetti - Foto: dumplife (Mihai Romanciuc)

di Filippo Curtosi

Roberto Villetti piomba alla manifestazione di Piazza Navona e la gente, numerosa, lo accoglie con simpatia. Il capogruppo alla Camera dei Deputati della Rosa nel Pugno esordisce: “Noi come Rosa nel Pugno poniamo delle questioni concrete e specifiche per migliorare l’Italia che è in evidente affanno e riesce a competere in pochi settori. E’ in gravissimo ritardo nel campo delle alte tecnologie e la qualità delle nostre università non è delle migliori, abbiamo come modello la Gran Bretagna dove le università sono le migliori d’Europa”.
On.le Villetti, Le pesa l’etichetta di mangia preti?
E’ una semplificazione di voi giornalisti, molti dei nostri militanti aderiscono alla dottrina sociale e liberale della Chiesa ma non possiamo accettare che le gerarchie della Chiesa entrino a gamba tesa in questioni che riguardano lo Stato e la laicità dello Stato.
Davvero vede la laicità dello Stato in pericolo?
Attraversa una crisi grave. Si va diffondendo sempre più una sorta di fondamentalismo che danneggia anche la Chiesa stessa.
Parliamo di Calabria, di economia di lavoro che non c’è. La Rosa nel Pugno rilancia Biagi nell’Unione: davvero utile per un territorio come quello calabrese, il vibonese può ripartire dal suo Libro Bianco?
Marco Biagi era un vero socialista riformista, una grande giuslavorista ucciso dalla Brigate rosse, la Rosa nel Pugno ne rivendica l’azione e l’eredità. Ricordiamo che Marco Biagi aveva lavorato per il centrosinistra con Tiziano Treu e nel 1999 era stato candidato per le comunali di Bologna con lo Sdi.
Cosa si può fare per ridurre la disoccupazione in Calabria?
La c.d. flexicurity, presa in prestito dal modello danese e cioè l’unione della flessibilità con un sistema di ammortizzatori sociali, cioè sussidi, certi ed universali che non rendano drammatica la disoccupazione possono dare un aiuto ai tanti giovani disoccupati calabresi e vibonesi.
E’ sempre valida la ricetta “Biagi”? Si può morire per mille euro al mese?
C’ un abisso tra l’insicurezza che provoca incidenti mortali e la ricchezza delle classi dirigenti. Riscoprire il tema del lavoro, della perdita del potere d’acquisto di stipendi e di salari, delle condizioni di precarietà nelle quali si trovano soprattutto le nuove generazioni è il contributo dei socialisti italiani e per noi non si tratta di una invenzione del momento.
Come si affrontano questi problemi?
Esiste un problema di regole che vanno rispettate da tutti ed è evidente il contrasto che non è solo italiano ma che riguarda la complessità del problema in una società multietnica.
Il dramma vero -dice il capogruppo della Rosa nel Pugno- è che il governo Berlusconi ha solo in parte tradotto in norme il Libro bianco del socialista Marco Biagi, la Rosa nel Pugno rilancia Biagi nell’Unione per dare una mano al Mezzogiorno e alla Calabria. Per noi flessibilità non vuol dire precarietà, ma opportunità e diritti per i giovani disoccupati. Sappiamo che la nostra è una sfida, ma è una partita che vogliamo giocare.
Un’ultima domanda, che significa oggi essere socialisti, radicali, laici?
La storia, la nostra storia è costellata di lavoro comune tra socialisti e radicali e se abbiamo raggiunto dei risultati come quello della legge sul divorzio e sull’aborto è perché c’ stata unità di radicali e socialisti nel combattere per l’allargamento dei diritti civili.
Tutto ciò era possibile senza Marco Pannella?
Non sarebbe stato possibile senza Pannella e Loris Fortuna, ecco perché noi non dobbiamo chiudere con la Rosa nel Pugno ma aprire un cantiere più vasto. Questa esperienza della RnP è ancora valida, adesso si apre la possibilità di aprire un grande confronto che riguarda il destino della sinistra italiana.
Qualcuno vi accusa di fare tanti matrimoni?

Questo è vero, ma certamente non abbiamo fatto omicidi politici. Il fatto è che noi siamo persone che ragionano, che si pongono continuamente interrogativi e dubbi. I socialisti sanno di non sapere.
I rapporti con Marco Pannella?
Ottimi.

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