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Fitodepurazione, Botricello (CZ) la sperimenta: funziona e conviene

E chiede i soldi alla Regione per l’impianto comunale

di Giuseppe Candido

La fitodepurazione è un sistema di depurazione basato, come lo stesso nome indica, sulla capacità di alcune piante di abbattere gli inquinanti dai reflui urbani. È la stessa normativa vigente in materia ambientale (D. Lgs. 152/2006) che specificatamente la propone come possibile soluzione alternativa o integrativa dei sistemi di depurazione “tradizionali”. Noi che non siamo abituati a protestare l’avevamo proposta al Sindaco di Sellia Marina con una petizione nell’agosto del 2011 dopo avere, tra l’altro, organizzato uno specifico convegno nel dicembre del 2010 durante il quale erano intervenuti come relatori docenti universitari ed esperti tecnici del settore ad indicarne la concretezza e la fattibilità della proposta. Quella proposta non fu presa seriamente in considerazione dall’amministrazione comunale di Sellia Marina nonostante il dott. Fausto Caliò, responsabile autorizzazioni del Settore Tutela e Sviluppo ambientale della Provincia di Catanzaro,avesse inviato un messaggio ad organizzatori e partecipanti al convegno davvero significativo:

Il tema in discussione – aveva scritto in quell’occasione il Dott. Caliò – è certamente in linea con gli obiettivi della tutela e valorizzazione delle risorse idriche, infatti, come i partecipanti ben sapranno, la fitodepurazione rientra tra i trattamenti di depurazione naturale suggeriti dalla vigente normativa (All. 5 alla parte terza del D.lgs 152/06); questi, benché ormai largamente collaudati ed impiegati in vari Paesi mitteleuropei, trovano ancora scarsa applicazione nel nostro territorio. L’argomento (del convegno ndr) – aggiungeva ancora il dott. Caliò ai partecipanti – è tanto più stimolante se si pensa che i pochi esempi del genere esistenti nel territorio provinciale sono utilizzati nel trattamento dei reflui di piccole comunità (perlopiù insediamenti rurali), mentre tali tecnologie sono sono state ancora applicate al trattamento, o affinamento, di acque reflue provenienti da agglomerati urbani di medie dimensioni. Pertanto, – conclude Caliò con riferimento esplicito agli obiettivi del convegno – qualora fosse realizzato l’impianto fitodepurativo proposto nella petizione collegata a tale convegno, esso costituirebbe certamente un interessante prototipo per la nostra provincia, da monitorare attentamente per ulteriori simili applicazioni.” (Sic!)

Niente, dice la tradizione: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. L’amministrazione comunale di Sellia Marina restò insensibile a quella proposta sostenuta pure con una petizione. A quel convegno sulla fitodepurazione aveva però partecipato anche uno sconosciuto (solo per chi scrive, ovviamente) consigliere comunale Salvatore Procopio che era intervenuto proprio sollecitato dalla notizia apparsa sui giornali locali.

Oggi, 7 maggio 2013, durante la conferenza stampa tenuta proprio dall’amministrazione di Botricello rappresentata dall’assessore all’ecologia e alla cultura del Comune di Botricello, Salvatore Procopio, finalizzata a presentare i dati di gestione dell’impianto di depurazione, abbiamo scoperto che, anche in virtù dell’interesse che quella petizione e quel convegno avevano scaturito, l’amministrazione di Botricello l’ha sperimentata sui liquami in ingresso al proprio depuratore comunale.

L’assessore Procopio, bisogna dirlo, è anche un tecnico dell’Arpacal molto attento e, dopo aver constato sperimentalmente con analisi condotte dalla ditta che per l’amministrazione gestisce il depuratore, l’amministrazione ha deciso di chiedere uno specifico contributo alla Regione Calabria. Alla conferenza stampa sulla gestione e sulla manutenzione del depuratore comunale e delle stazioni di sollevamento che negli anni passati più volte avevano dato problemi, assieme all’assessore Salvatore Procopio c’era anche l’ingegner Minieri, della Minieri King Elettrica, società che gestisce l’impianto. Dal 2009, ha sottolineato Procopio, la Provincia di Catanzaro ha restituito ai comuni la gestione degli impianti di depurazione e, da allora, ciò ha rappresentato un aggravio per le casse dell’ente. Nel 2011 solo di costi energetici – ha aggiunto Procopio – sono stati spesi 179.750 € e altri 151.000 di costi di gestione veri e propri. Nel 2012, mentre i costi per l’energia sono saliti a quasi 230.000 € quelli per la gestione – ha sottolineato Procopio – sono scesi a 142.000 €. Questi dati, ha spiegato l’assessore Procopio, “c’hanno indotto a cercare una via sperimentale per abbattere i consumi energetici di gestione e manutenzione”.

Come? Con la fitodepurazione. Procopio presenta un rapporto ufficiale dei dati relativo alle acque reflue trattate con il solo “micro” impianto di fitodepurazione sperimentale realizzato dal Comune. I dati evidenziano – aggiunge soddisfatto Procopio – “un’abbattimento del carico inquinante relativo a tutti i parametri analizzati di oltre l’80% e stimabile tra l’84 e l’85%”. Per questo, ha spiegato Procopio, “riteniamo necessario investire sulla fitodepurazione”. L’ingegnere Minieri, con slide e fotografie, ha spiegato di aver cercato, in questi anni in cui la ditta Minieri King Elettrica Srl è stata soggetto gestore dell’impianto di depurazione, di “aumentare l’efficienza dell’impianto di depurazione salvaguardandone l’efficacia”. Dopo una sintetica relazione illustrativa dell’impianto l’ingegnere ha delineato l’andamento dei parametri chimici delle acque depurate dall’impianto negli anni 2011 e 2012. Un depuratore “costruito negli anni ’80 e soltanto di recente adeguato ai più stretti parametri della normativa del 2006. “Da una stazione di arrivo dei liquami l’impianto”, ha spiegato Minieri, “ha una stazione di pretrattamento iniziale per l’eliminazione dei detriti grossolani e una fase di ossidazione cui segue la sedimentazione ulteriore. Le acque vengono disinfettate e immesse nel corpo idrico (torrente Arango, mare Ionio) e i fanghi vengono avviati nei letti di digestione ed essiccamento. Nel 2011”, ha aggiunto Minieri, in località Marina di Bruni, la stazione di sollevamento e i quadri elettrici erano privi di protezione. Abbiamo dato all’amministrazione elettropompe a nolo gratuito e messo a norma l’impianto elettrico. “Si è ad aumentare l’efficienza dell’impianto di depurazione garantendo un flusso depurativo efficace come dimostrano le analisi delle acque certificate dai laboratori e dall’Arpacal di Catanzaro”. “Nel 2010 abbiamo avviato una fase di restyling strutturale e verniciatura delle parti metalliche e ferrose, sono stati attivati di n°4 sedimentatori ed è stato modificato il flusso depurativo per rendere i parametri delle acque conformi alle normative vigenti”. Nei mesi di aprile e maggio 2011 è stata eseguita la messa a norma delle stazioni di sollevamento che, nell’agosto del 2011, la Provincia di Catanzaro e il dipartimento Ambiente hanno verificato e attestatop che le acque in uscita dal depuratore sono conformi al D.Lgs. 152/06 ed ha concesso al comune l’autorizzazione allo scarico”. Infine, lo scorso anno, nel mese di giugno “è stato attivato il terzo circuito depurativo con conseguente aumento della potenzialità dell’impianto al fine ultimo di fronteggiare la stagione estiva”. Oggi l’impianto funziona correttamente, le acque escono ben depurate e rispettano i parametri ma, ha costi energetici elevati e, per questo, “l’amministrazione c’ha chiesto di sperimentare la fitodepurazione che ha bassi costi nell’ordine del 50% in meno rispetto agli impianti tradizionali.” Per questi motivi, ha spiegato ancora l’ingegnere, sollecitati dall’amministrazione comunale “abbiamo sperimentato idee future per una eco-Botricello, realizzando un progetto pilota utilizzando una porzione dei letti di essiccamento per la realizzazione di un impianto di fitodepurazione a sistema flusso superficiale, e ciò anche allo scopo di sensibilizzazione per la popolazione e le Pubbliche Amministrazioni”.

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Il mare inquinato, la bandiera nera e la fitodepurazione

di Giuseppe Candido

Ancora una volta i dati impietosi di Goletta Verde presentati lo scorso 21 luglio smentiscono i tentativi dell’Arpacal di esaltare la “balneabilità” del mare calabrese e certificano tragicamente la situazione di forte inquinamento del mare e la criticità del sistema della depurazione calabrese. Non militiamo del “partito” del mare sporco a tutti i costi ma, ancora una volta nostro malgrado, affianco alle bandiere blu per alcuni e rari lidi di eccellenza siamo costretti tristemente ad esporre su molti dei nostri litorali la bandiera nera e piratesca per il forte inquinamento. Ci spiace dover leggere sui giornali che, anche quest’anno, il nostro mare risulta inquinato, o addirittura fortemente inquinato proprio a causa di una scarsamente efficiente depurazione. A ridosso della bandiera nera di Legambiente, la Regione stanzia finalmente 38 milioni di euro, ma cosa ne sarà di questi soldi? Altri depuratori che non risolvono e non convengono per gli elevati costi di gestione? Sulla costa ionica catanzarese, solo per fare un esempio stretto sulla realtà che ci sta sotto gli occhi, dai dati presentati da Goletta emerge come Sellia Marina e Cropani abbiano le aree fortemente inquinate proprio nelle zone antistanti le foci delle fiumare Uria e Scilotraco su cui scaricano i due depuratori comunali. Enterococchi ed Escherichia coli fanno da padroni. Ed anche io personalmente, dopo i primi bagni, ho dovuto combattere contro un’infezione oftalmica. Quello che si palesa anche quest’anno nei dati di Legambiente è la assai forte criticità dei sistemi depurativi calabresi che, proprio durante i periodi di picco delle presenze estive, risultano in molti casi sotto-dimensionati e non in grado di svolgere adeguatamente il compito di depurare le acque prima di immetterle nel corpo recettore, sia esso fiume, suolo o direttamente in mare. Eppure una soluzione, un metodo di depurazione alternativo e integrativo a questo evidente “fiasco” tecnico-istituzionale ci sarebbe e si chiama Fitodepurazione: un metodo innovativo per integrare la depurazione tradizionale con un sistema a più bassi costi sia di realizzazione sia, soprattutto, di gestione. Come presidente del “Comitato di tutela dell’ambiente di Sellia Marina”, lo scorso mese di dicembre, in tempi non sospetti ed utili, per l’amministrazione comunale di Sellia Marina per realizzare un intervento concreto avevamo organizzato un convegno-dibattito sul tema “Fitodepurazione: conviene? Risolve?” assieme ad una raccolta di firme per una petizione per chiedere al Sindaco Giuseppe Amelio di Sellia Marina di valutare la possibilità di adottare un sistema fitodepurativo ad integrazione dei due impianti di depurazione già esistenti e che, soprattutto durante il periodo estivo, risultano fortemente sotto-dimensionati. La fitodepurazione rientra fra i trattamenti di “depurazione naturale” suggeriti dalla vigente normativa (Allegato n°5 alla parte terza del D.lgs. 152/06 che purtroppo, nella nostra Regione, risulta scarsamente utilizzato solo per il trattamento di reflui provenienti da piccole comunità (perlopiù insediamenti rurali), mentre tali tecnologie non vengono ancora applicate al trattamento, o affinamento, di acque reflue provenienti da agglomerati urbani di medie dimensioni. Ciò probabilmente a causa proprio dei suoi bassi costi di realizzazione e di gestione che non consentono di lucrare in progettazioni ed appalti. Il dott. Fausto Caliò, geologo responsabile delle autorizzazioni agli scarichi per tutta la provincia di Catanzaro pur non potendo partecipare a quel convegno per ragioni personali ci aveva confortato con una sua nota nella quale si leggeva testualmente che qualora fosse realizzato l’impianto fitodepurativo proposto nella petizione collegata a tale convegno, esso costituirebbe certamente un interessante prototipo per la nostra provincia, da monitorare attentamente per ulteriori simili applicazioni”. Purtroppo ciò nonostante da allora nulla si è mosso e nulla ancora si muove negli uffici comunali: non un progetto, non uno studio di fattibilità per valutarne concretamente i costi di realizzazione e trovare i fondi per finanziare il potenziamento degli impianti. Tutto ciò, pensato per Sellia Marina e la costa ionica del catanzarese ma facilmente estensibile a quasi tutti i comuni in cui la depurazione in estate fa tilt, ci dà in effetti la misura dell’incapacità di una classe politica interessata ed impegnata soltanto a fabbricare consenso, a gestire aziende partecipate, ma non già a risolvere i problemi concreti della gente come il mare inquinato e raccolta differenziata dei rifiuti.

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Fitodepurazione, conviene e risolve! Il video e il resoconto del convegno e del dibattito

Sellia Marina (CZ) – Si è svolto lo scorso 29 dicembre il convegno-dibattito sul tema della Fitodepurazione organizzato, presso la sala del Consiglio Comunale di Sellia Marina, dal Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina assieme all’associazione di volontariato culturale “Non Mollare” e all’azienda “Vivai Squadrito”. Conviene? Risolve? È a queste domande che si è cercato di dare una risposta. Il tutto nasce da una petizione popolare che chiede al sindaco di adottare la fitodepurazione per l’affinamento dei liquami provenienti dai depuratori quando questi, durante il periodo estivo funzionano malamente a causa del picco delle presenze turistiche.

La fitodepurazione, com’è poco noto, è un sistema di depurazione naturale che può integrarsi, proprio in quei territori in cui è forte il picco estivo delle presenze turistiche, con i sistemi di depurazione tradizionale. Al convegno dibattito oltre ai relatori sono intervenuti, quali amministratori dei territori interessati dalla problematica, il sindaco di Sellia Marina Giuseppe Amelio, l’assessore all’ambiente Giuseppe Mercurio, il Presidente del Consiglio comunale Nicola Giancotti, il dott. Michelangelo Ciurleo assessore al bilancio della Provincia di Catanzaro e Salvatore Procopio già assessore all’ecologia e consigliere comunale di Botricello. Al convegno era stato invitato anche il Dott. Fausto Caliò, responsabile autorizzazioni del Settore Tutela e Sviluppo ambientale della Provincia di Catanzaro, che non essendo potuto intervenire personalmente, ha inviato un messaggio ad organizzatori e partecipanti al convegno: “Il tema in discussione – ha scritto il Dott. Caliò nella sua nota – è certamente in linea con gli obiettivi della tutela e valorizzazione delle risorse indriche, infatti, come i partecipanti ben sapranno, la fitodepurazione rientra tra i trattamenti di depurazione naturale suggeriti dalla vigente normativa (All. 5 alla parte terza del D.lgs 152/06); questi, benché ormai largamente collaudati ed impiegati in vari Paesi mitteleuropei, trovano ancora scarsa applicazione nel nostro territorio. L’argomento (del convegno ndr) – scrive ancora il dott. Caliò ai partecipanti – è tanto più stimolante se si pensa che i pochi esempi del genere esistenti nel territorio provinciale sono utilizzati nel trattamento dei reflui di piccole comunità (perlopiù insediamenti rurali), mentre tali tecnologie sono sono state ancora applicate al trattamento, o affinamento, di acque reflue provenienti da agglomerati urbani di medie dimensioni. Pertanto, – conclude Caliò con riferimento esplicito agli obiettivi del convegno – qualora fosse realizzato l’impianto fitodepurativo proposto nella petizione collegata a tale convegno, esso costituirebbe certamente un interessante prototipo per la nostra provincia, da monitorare attentamente per ulteriori simili applicazioni.”

Sulla base delle “forti criticità” in cui si viene sistematicamente a trovare il sistema di depurazione, e non solo quello selliese, durante il periodo estivo di picco demografico, durante il convegno è stato più volte sottolineato come, il ricorso a tali tecniche di depurazione naturale per il trattamento dei reflui rappresenta una scelta diffusa sia a livello nazionale sia a livello mondiale per i suoi vantaggi sia economici sia di capacità accertata nel trattamento dei reflui provenienti dai depuratori tradizionali. “L’uso della fitodepurazione – ha spiegato il dott. Giuseppe Squadrito – per la depurazione dei liquami ha origini antiche. A Roma, nel periodo imperiale, si usava scaricare la cloaca massima, un canale di flusso dei rifiuti urbani, nelle paludi Pontine con il preciso scopo di sfruttare il loro potere auto depurante. (…) Ma la moderna concezione degli impianti di fitodepurazione ha origine, negli anni ’80, negli Stati Uniti e nel Centro Europa e gli impianti di fitodepurazione vengono definiti a livello internazionale con il termine costructed wetlands cioè sistemi umidi costruiti artificialmente. In Italia – ha ricordato Squadrito – l’entrata in vigore del D.Lgs 152/99 ha introdotto per la prima volta una filosofia del tutto nuova nel campo della gestione e tutela della risorsa idrica, privilegiando, ove possibile, sistemi ad alta naturalità e anticipando la direttiva quadro nel settore delle acque n° 2000/60 della comunità europea. In uso già da tempo negli Stati Uniti, sono recentemente stati introdotti in molte regioni italiane. In Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, sono molti gli impianti in attività che forniscono periodicamente risultati estremamente positivi per l’attività depurativa che svolgono”.

Conviene, dunque, e potrebbe anche risolvere. Ma, come sottolineato nella relazione del professor Francesco Santopolo, il metodo è stato scarsamente utilizzato soprattutto perché “poco remunerativo” in termini “progettuali” per cui si è sempre preferito sistemi di depurazione tradizionali. Senza dimenticare – ha aggiunto Santopolo – che in un regione come la Calabria dove l’acqua è scarsa d’estate e tragicamente abbondante d’inverno e in autunno quando è causa del dissesto idrogeologico, il metodo della fitodepurazione potrebbe diventare una risorsa idrica aggiuntiva perché le acque di scarico dei depuratori, affinate, diventerebbero utilizzabili per usi irrigui. Sia il sindaco di Sellia Marina sia l’assessore all’ambiente Giuseppe Mercurio, nei loro rispettivi interventi, hanno plaudito all’iniziativa del convegno recepita come “interessante proposta da sottoporre a future valutazioni tecniche” e non già, come troppo spesso accade in questi casi, quale “protesta pretestuosa e strumentale”. Ed anche se non sono mancati momenti di dibattito in cui l’amministrazione – nella persona del Sindaco – ha sottolineato il suo impegno nella tutela dell’ambiente in generale, il convegno è risultato essere una valida base di partenza per ulteriori valutazioni di fattibilità tecnica che l’amministrazione intenderà compiere recependo le richieste della petizione che sarà quindi presentata ufficialmente all’inizio del nuovo anno con l’augurio di una situazione “balenare” per il 2011 migliore di quella del 2010. Nicola Giancotti, nella sua qualità di Presidente del Consiglio comunale di Sellia Marina che ha gentilmente ospitato la manifestazione, ha sottolineato nel suo intervento che non soltanto “quello della fitodepurazione risulta una interessante proposta come sistema per l’affinamento dei liquami fuoriuscenti dai depuratori ma che potrebbe anche essere incentivato, con eventuali sgravi fiscali sulla tassa della depurazione a beneficio di privati, come i tanti villaggi turistici presenti sul territorio, che decidessero di adottarlo come alternativa allo scarico in fognatura”. “Di fatto – ha concluso Giuseppe Candido, quale presidente del Comitato di tutela dell’ambiente di Sellia Marina, – un risultato lo abbiamo già ottenuto ed è quello, non di poco conto, di far discutere le amministrazioni interessate dal problema prima che la stagione estiva sia avviata e prima che l’emergenza torni ad esplodere. Ci dispiace per l’assenza della minoranza in consiglio che, evidentemente, non ha ritenuto adeguatamente importante l’argomento in discussione stante la valenza oggettiva e l’assenza di colore politico dell’iniziativa che poteva perciò essere accolta in maniera bypartisan”.

Apprendiamo con soddisfazione dalla stampa locale che Salvatore Procopio, consigliere comunale intervenuto al convegno, ha richiesto alla Giunta di Botricello guidata da Camastra di adottare la fitodepurazione per l’affinamento dei liquami del depuratore ubicato sul tratto della foce del torrente “Arango”.

Un buon risultato ed un ottimo augurio per il 2011 per il Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina che, proponendo la fitodepurazione al Sindaco di Sellia Marina attraverso una petizione popolare, ha cercato però di estendere la discussione anche ai comuni limitrofi come Botricello e Cropani. Peccato che non tutte le amministrazioni interessate dal problema si siano interessate alla proposta. Forse troppo impegnati nei festeggiamenti?

Applicare la fitodepurazione ai locali impianti di depurazione” è il titolo dell’articolo firmato r.s. (probabilmente riferibile al giornalista Rosario Stanizzi) comparso oggi, 31 dicembre, su La Gazzetta del Sud che pubblichiamo di seguito. “La proposta del consigliere comunale Salvatore Procopio” l’occhiello.

Botricello. – “Considerare l’opportunità di valutare, attraverso uno studio di fattibilità sui costi e sui benefici, l’applicazione delle tecniche di fitodepurazione all’impianto di depurazione”. E’ quanto chiede, con un’interrogazione-proposta indirizzata al Sindaco Giovanni Camastra, agli assessori Giuseppe Trivolo ed Agostino Viscomi, al capogruppo di maggioranza Angelo Muraca e al responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Luigi Mancuso, l’ex assessore all’ecologia del comune di Botricello, Salvatore Procopio, consigliere comunale.

“E’ mio personale convincimento – aggiunge – che le superfici attualmente in disuso all’interno del perimetro dell’impianto sito in località Arango siano quantomeno idonee ad accogliere un sistema di fitodepurazione a monte dell’attuale impianto depurativo. Le vasche della vecchia linea di depurazione, opportunamente rigenerate, sono assai idonee ad ospitare segmenti di fitodepurazione e tecniche modulari in grado di depurare e trattare il carico batterico, soprattuto durante il periodo estivo, in cui il dimensionamento non idoneo dell’impianto può generare dei collassi depurativi (come già avvenuto in passato ndr). L’alta efficienza depurativa, i bassi costi di realizzazione e manutenzione, la rimozione dei batteri coliformi, l’abbattimento del fabbisogno di ossigeno chimico e biologico, dell’ammoniaca e del fosforo, sono indicatori interessanti che la tecnica della fitodepurazione offre e che mi fanno protendere per un’applicazione immediata di tale sistema nel nostro impianto depurativo. Ritengo che l’ipotesi di fattibilità, se supportata da valutazioni tecniche economiche più autorevoli della mia proposta, siano in armonia sia con l’ipotesi di una maggiore efficienza dell’impianto esistente e sia nell’ottica della costruzione di un nuovo impianto di depurazione. Pertanto – afferma ancora Procopio – chiedo che la proposta, maturata all’interno di un recente dibattito scientifico con l’Università della Calabria, il Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina e l’associazione culturale “Non Mollare”, venga immediatamente valutata dai nostri tecnici e vengano allertati i canali di finanziamento più opportuni per la fattibilità dell’intervento.”

Alm ringrazia il sig. Antonio Elia per le riprese amatoriali effettuate e che ci hanno consentito di documentare il convegno e gran parte del dibattito

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