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Fitodepurazione, conviene e risolve! Il video e il resoconto del convegno e del dibattito

Sellia Marina (CZ) – Si è svolto lo scorso 29 dicembre il convegno-dibattito sul tema della Fitodepurazione organizzato, presso la sala del Consiglio Comunale di Sellia Marina, dal Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina assieme all’associazione di volontariato culturale “Non Mollare” e all’azienda “Vivai Squadrito”. Conviene? Risolve? È a queste domande che si è cercato di dare una risposta. Il tutto nasce da una petizione popolare che chiede al sindaco di adottare la fitodepurazione per l’affinamento dei liquami provenienti dai depuratori quando questi, durante il periodo estivo funzionano malamente a causa del picco delle presenze turistiche.

La fitodepurazione, com’è poco noto, è un sistema di depurazione naturale che può integrarsi, proprio in quei territori in cui è forte il picco estivo delle presenze turistiche, con i sistemi di depurazione tradizionale. Al convegno dibattito oltre ai relatori sono intervenuti, quali amministratori dei territori interessati dalla problematica, il sindaco di Sellia Marina Giuseppe Amelio, l’assessore all’ambiente Giuseppe Mercurio, il Presidente del Consiglio comunale Nicola Giancotti, il dott. Michelangelo Ciurleo assessore al bilancio della Provincia di Catanzaro e Salvatore Procopio già assessore all’ecologia e consigliere comunale di Botricello. Al convegno era stato invitato anche il Dott. Fausto Caliò, responsabile autorizzazioni del Settore Tutela e Sviluppo ambientale della Provincia di Catanzaro, che non essendo potuto intervenire personalmente, ha inviato un messaggio ad organizzatori e partecipanti al convegno: “Il tema in discussione – ha scritto il Dott. Caliò nella sua nota – è certamente in linea con gli obiettivi della tutela e valorizzazione delle risorse indriche, infatti, come i partecipanti ben sapranno, la fitodepurazione rientra tra i trattamenti di depurazione naturale suggeriti dalla vigente normativa (All. 5 alla parte terza del D.lgs 152/06); questi, benché ormai largamente collaudati ed impiegati in vari Paesi mitteleuropei, trovano ancora scarsa applicazione nel nostro territorio. L’argomento (del convegno ndr) – scrive ancora il dott. Caliò ai partecipanti – è tanto più stimolante se si pensa che i pochi esempi del genere esistenti nel territorio provinciale sono utilizzati nel trattamento dei reflui di piccole comunità (perlopiù insediamenti rurali), mentre tali tecnologie sono sono state ancora applicate al trattamento, o affinamento, di acque reflue provenienti da agglomerati urbani di medie dimensioni. Pertanto, – conclude Caliò con riferimento esplicito agli obiettivi del convegno – qualora fosse realizzato l’impianto fitodepurativo proposto nella petizione collegata a tale convegno, esso costituirebbe certamente un interessante prototipo per la nostra provincia, da monitorare attentamente per ulteriori simili applicazioni.”

Sulla base delle “forti criticità” in cui si viene sistematicamente a trovare il sistema di depurazione, e non solo quello selliese, durante il periodo estivo di picco demografico, durante il convegno è stato più volte sottolineato come, il ricorso a tali tecniche di depurazione naturale per il trattamento dei reflui rappresenta una scelta diffusa sia a livello nazionale sia a livello mondiale per i suoi vantaggi sia economici sia di capacità accertata nel trattamento dei reflui provenienti dai depuratori tradizionali. “L’uso della fitodepurazione – ha spiegato il dott. Giuseppe Squadrito – per la depurazione dei liquami ha origini antiche. A Roma, nel periodo imperiale, si usava scaricare la cloaca massima, un canale di flusso dei rifiuti urbani, nelle paludi Pontine con il preciso scopo di sfruttare il loro potere auto depurante. (…) Ma la moderna concezione degli impianti di fitodepurazione ha origine, negli anni ’80, negli Stati Uniti e nel Centro Europa e gli impianti di fitodepurazione vengono definiti a livello internazionale con il termine costructed wetlands cioè sistemi umidi costruiti artificialmente. In Italia – ha ricordato Squadrito – l’entrata in vigore del D.Lgs 152/99 ha introdotto per la prima volta una filosofia del tutto nuova nel campo della gestione e tutela della risorsa idrica, privilegiando, ove possibile, sistemi ad alta naturalità e anticipando la direttiva quadro nel settore delle acque n° 2000/60 della comunità europea. In uso già da tempo negli Stati Uniti, sono recentemente stati introdotti in molte regioni italiane. In Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, sono molti gli impianti in attività che forniscono periodicamente risultati estremamente positivi per l’attività depurativa che svolgono”.

Conviene, dunque, e potrebbe anche risolvere. Ma, come sottolineato nella relazione del professor Francesco Santopolo, il metodo è stato scarsamente utilizzato soprattutto perché “poco remunerativo” in termini “progettuali” per cui si è sempre preferito sistemi di depurazione tradizionali. Senza dimenticare – ha aggiunto Santopolo – che in un regione come la Calabria dove l’acqua è scarsa d’estate e tragicamente abbondante d’inverno e in autunno quando è causa del dissesto idrogeologico, il metodo della fitodepurazione potrebbe diventare una risorsa idrica aggiuntiva perché le acque di scarico dei depuratori, affinate, diventerebbero utilizzabili per usi irrigui. Sia il sindaco di Sellia Marina sia l’assessore all’ambiente Giuseppe Mercurio, nei loro rispettivi interventi, hanno plaudito all’iniziativa del convegno recepita come “interessante proposta da sottoporre a future valutazioni tecniche” e non già, come troppo spesso accade in questi casi, quale “protesta pretestuosa e strumentale”. Ed anche se non sono mancati momenti di dibattito in cui l’amministrazione – nella persona del Sindaco – ha sottolineato il suo impegno nella tutela dell’ambiente in generale, il convegno è risultato essere una valida base di partenza per ulteriori valutazioni di fattibilità tecnica che l’amministrazione intenderà compiere recependo le richieste della petizione che sarà quindi presentata ufficialmente all’inizio del nuovo anno con l’augurio di una situazione “balenare” per il 2011 migliore di quella del 2010. Nicola Giancotti, nella sua qualità di Presidente del Consiglio comunale di Sellia Marina che ha gentilmente ospitato la manifestazione, ha sottolineato nel suo intervento che non soltanto “quello della fitodepurazione risulta una interessante proposta come sistema per l’affinamento dei liquami fuoriuscenti dai depuratori ma che potrebbe anche essere incentivato, con eventuali sgravi fiscali sulla tassa della depurazione a beneficio di privati, come i tanti villaggi turistici presenti sul territorio, che decidessero di adottarlo come alternativa allo scarico in fognatura”. “Di fatto – ha concluso Giuseppe Candido, quale presidente del Comitato di tutela dell’ambiente di Sellia Marina, – un risultato lo abbiamo già ottenuto ed è quello, non di poco conto, di far discutere le amministrazioni interessate dal problema prima che la stagione estiva sia avviata e prima che l’emergenza torni ad esplodere. Ci dispiace per l’assenza della minoranza in consiglio che, evidentemente, non ha ritenuto adeguatamente importante l’argomento in discussione stante la valenza oggettiva e l’assenza di colore politico dell’iniziativa che poteva perciò essere accolta in maniera bypartisan”.

Apprendiamo con soddisfazione dalla stampa locale che Salvatore Procopio, consigliere comunale intervenuto al convegno, ha richiesto alla Giunta di Botricello guidata da Camastra di adottare la fitodepurazione per l’affinamento dei liquami del depuratore ubicato sul tratto della foce del torrente “Arango”.

Un buon risultato ed un ottimo augurio per il 2011 per il Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina che, proponendo la fitodepurazione al Sindaco di Sellia Marina attraverso una petizione popolare, ha cercato però di estendere la discussione anche ai comuni limitrofi come Botricello e Cropani. Peccato che non tutte le amministrazioni interessate dal problema si siano interessate alla proposta. Forse troppo impegnati nei festeggiamenti?

Applicare la fitodepurazione ai locali impianti di depurazione” è il titolo dell’articolo firmato r.s. (probabilmente riferibile al giornalista Rosario Stanizzi) comparso oggi, 31 dicembre, su La Gazzetta del Sud che pubblichiamo di seguito. “La proposta del consigliere comunale Salvatore Procopio” l’occhiello.

Botricello. – “Considerare l’opportunità di valutare, attraverso uno studio di fattibilità sui costi e sui benefici, l’applicazione delle tecniche di fitodepurazione all’impianto di depurazione”. E’ quanto chiede, con un’interrogazione-proposta indirizzata al Sindaco Giovanni Camastra, agli assessori Giuseppe Trivolo ed Agostino Viscomi, al capogruppo di maggioranza Angelo Muraca e al responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Luigi Mancuso, l’ex assessore all’ecologia del comune di Botricello, Salvatore Procopio, consigliere comunale.

“E’ mio personale convincimento – aggiunge – che le superfici attualmente in disuso all’interno del perimetro dell’impianto sito in località Arango siano quantomeno idonee ad accogliere un sistema di fitodepurazione a monte dell’attuale impianto depurativo. Le vasche della vecchia linea di depurazione, opportunamente rigenerate, sono assai idonee ad ospitare segmenti di fitodepurazione e tecniche modulari in grado di depurare e trattare il carico batterico, soprattuto durante il periodo estivo, in cui il dimensionamento non idoneo dell’impianto può generare dei collassi depurativi (come già avvenuto in passato ndr). L’alta efficienza depurativa, i bassi costi di realizzazione e manutenzione, la rimozione dei batteri coliformi, l’abbattimento del fabbisogno di ossigeno chimico e biologico, dell’ammoniaca e del fosforo, sono indicatori interessanti che la tecnica della fitodepurazione offre e che mi fanno protendere per un’applicazione immediata di tale sistema nel nostro impianto depurativo. Ritengo che l’ipotesi di fattibilità, se supportata da valutazioni tecniche economiche più autorevoli della mia proposta, siano in armonia sia con l’ipotesi di una maggiore efficienza dell’impianto esistente e sia nell’ottica della costruzione di un nuovo impianto di depurazione. Pertanto – afferma ancora Procopio – chiedo che la proposta, maturata all’interno di un recente dibattito scientifico con l’Università della Calabria, il Comitato per la tutela dell’ambiente di Sellia Marina e l’associazione culturale “Non Mollare”, venga immediatamente valutata dai nostri tecnici e vengano allertati i canali di finanziamento più opportuni per la fattibilità dell’intervento.”

Alm ringrazia il sig. Antonio Elia per le riprese amatoriali effettuate e che ci hanno consentito di documentare il convegno e gran parte del dibattito

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