Antimafia? Anti-ndrangheta? Antiproibizionismo!

di Giuseppe Candido

Giovedì 12 febbraio R2-Cultura, l’inserto di la Repubblica, proponeva ai lettori un bell’articolo di Roberto Saviano titolato “L’erba contro i Narcos nel quale l’autore di Gomorra spiegava come la legalizzazione delle droghe leggere in corso in alcuni Stati degli USA stia facendo diminuire i reati e stia sconfiggendo proprio quei narcotrafficanti Messicani che sulla droga illegale e proibita ci sguazzano. E lo stato che legalizza ci guadagna due volte: con gli introiti fiscali e con i risparmi che si hanno dalla non più necessaria repressione dei consumi.

IMG_4697Nel 2014, ricordava nel suo articolo Saviano, lo Stato del Colorado ha registrato il 24 percento di traffico di marijuana in meno rispetto al 2011, mentre la vendita legale ha portato introiti alle casse pubbliche per oltre 800 milioni di dollari.

Una rivoluzione economica” la definisce Saviano, che attribuisce il merito alla legalizzazione. E che anche in Italia, aggiungeva, si dovrebbe procedere su questa strada per contrastare le criminalità nostrane. Un bel articolo. Specialmente se a leggerlo è un Radicale che, come il sottoscritto, da anni pone la lotta al proibizionismo come metodo di lotta alle mafie. 

ma66“Antimafia? Antiproibizionismo!”, era slogan Radicale già negli anni ’70 ed è ancora validissimo; di fatto, rappresenta ancora un programma politico. D’altronde legalizzare l’Italia è ci che servirebbe. Ma vaglielo a spiegare a Saviano che ci siamo. Che, volendo, può iscriversi anche lui al Partito Radicale, ed essere speranza come fanno Vasco Rossi e Franco Battiato, e lottare con noi.

Anche un semplice militonto Radicale come me si ritrova ad aver scritto, mi pare lo scorso 20 ottobre, dalle colonne delle Cronache del Garantista, degli enormi vantaggi che la legalizzazione, e non la liberalizzazione, porterebbe sia in termini economici sia in termini di contrasto alla ‘ndrangheta che parla milanese e romanesco. 

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Articolo di Giuseppe Candido pubblicato da Cronache del Garantista 20/ottobre/2014
Articolo di Giuseppe Candido pubblicato da Cronache del Garantista 20/ottobre/2014

Dopo anni che ci battiamo con Pannella e i Radicali per la legalizzazione, dopo anni di disobbedienze civili, il caro Roberto Saviano scopre ciò che, per i Radicali, è l’acqua calda: legalizzare conviene. Introiti per lo Stato, diminuzione dei proventi per le criminalità variamente organizzate ma tutte aiutate dal proibizionismo.

C’è la prova”, scrive Saviano, “che la legalizzazione è uno strumento reale di contrasto al narcocapitalismo”. Quella che in Italia chiamiamo criminalità organizzata dei colletti bianchi, che sia ‘ndrangheta, o mafia, o camorra. Una criminalità che si arricchisce con i traffici delle sostanze illegali che poi reinveste nell’economia legale. Quando poi abbiamo sostanze ben più tossiche come l’alcol che sono legali. Ed è verissimo, ora è provato dall’esperienza, la legalizzazione conviene e non fa aumentare i consumi di droga né crimini né i traffici. In tutto ciò, in un articolo così lungo, Roberto Saviano non trova il posto per citare, per parlare, neanche per nominare, i Radicali. Come se quasi non esistessimo. Anzi, senza il quasi.


L'articolo di Saviano pubblicato su R2 di Repubblica giovedì' 12 gennaio
Stralcio dell’articolo di Saviano pubblicato su R2 di Repubblica giovedì’ 12 gennaio

E stante nell’articolo Saviano non parli mai, neanche una volta, di “liberalizzazione”, un po’ per confondere le idee al lettore, quasi come nei moniti di Bergoglio scritti da qualche Monsignore, nel riquadro esplicativo degli effetti della legalizzazione, che evidente non ha fatto Saviano ma che certo sarà anche stato il più letto della pagina, la parola “liberalizzazione”, tutto a un tratto, compare come sinonimo di “legalizzazione”.

“Gli effetti della liberalizzazione”, diventa – infatti – il titolo della tabella. 

FullSizeRender_3Alla faccia della lettera e della cultura! Ma non è così. La realtà ci dice che la droga libera di essere acquistata già c’è. Esiste a Scampia, come esiste in Calabria, e come la si trova in qualsiasi grande città italiana; acquistare al mercato nero l’erba proibita è assai più facile di quanto non si creda. Basta andare a San Lorenzo a Roma e fare la prova per rendersene conto. 

Quello che in Italia serve, e lo spiegava bene Saviano nel suo articolo, è una stretta regolamentazione (divieto di vendita ai minori, di detenzione oltre una certa quantità, di porsi alla guida, ecc.) che solo con la legalizzazione dei consumi, anche ludici oltreché terapeutici, può esser fatta. Una legalizzazione che Marco Pannella propone da oltre trent’anni proprio per sconfiggere tutte le criminalità organizzate. Oggi abbiamo la prova che è così. E che i vantaggi anche economici sarebbero molteplici e non di poco conto. Sono anni che lo andiamo dicendo in solitudine. Sarebbe stato bello se Saviano, con onestà intellettuale che generalmente lo contraddistingue, ce lo riconoscesse e dicesse che, in Italia, c’è un solo partito, il Partito Radicale, che da anni sostiene i vantaggi della legalizzazione e lotta contro i danni causati dal proibizionismo; e che se oggi la Ministra della Difesa Pinotti può dare l’autorizzazione all’esercito per la produzione della cannabis terapeutica è solo perché, nel 2007, fu approvato un ordine del giorno proposto, come al solito, da quei matti dei Radicali, laici e socialisti, della Rosa nel Pugno che legalizzò quantomeno la prescrizione a fini terapeutici della cannabis.

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