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Giustizia: mille carabinieri in piena notte circondarono il paese di Platì

di Ilario Ammendolia

Pubblicato su Cronache del Garantista, 14 aprile 2015

Fu un’operazione di guerra, si inventarono anche una città sotterranea, ma era un errore di stampa. Mamme strappate al bambini, un ragazzo handicappato trascinato via.

Le sentenze di assoluzione pronunciate dalla Corte di appello di Reggio Calabria l’altro ieri fanno definitivamente scoppiare come una bolla di sapone la “brillante” operazione “Marine”. Una Caporetto per il pm Nicola Gratteri. Ricordiamo i fatti: era l’alba del 12 novembre del 2003, quando scatta l’operazione “Marine” dedicata ai morti di Nassirya. Le truppe si muovono circondando un piccolo paese della Calabria: Platì! Sono un vero esercito. Si parla di mille uomini che avanzano protetti dalle tenebre verso l’Aspromonte. All’alba, l’assalto. Continua la lettura di Giustizia: mille carabinieri in piena notte circondarono il paese di Platì

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Platì, paese a democrazia sospesa “deluso da una politica che non mantiene le promesse”

Platì è un comune della provincia di Reggio Calabria ubicato in una vallata al centro dell’Aspromonte orientale. Fondato nella seconda metà del XVI secolo venne dichiarato comune autonomo dai francesi nel 1809. Oggi, inutile nasconderlo dietro a un dito, è terra di ‘ndrangheta. Un territorio comunale di 50 Kmq tra i più grandi della provincia e più volte devastato da eventi sismici e alluvionali. Dopo un picco demografico nel 1951 con 6.200 residenti, al censimento del 2011, Platì ha poco più di 3.700 residenti. Sciolto per infiltrazioni mafiose più volte, dal marzo del 2012 sino a tutt’oggi è retto da una commissione straordinaria. Un paesino a democrazia sospesa, in attesa di giudizio. Ma in realtà questa non è la prima volta che l’amministrazione di Platì viene sciolta per mafia. Negli anni ’70 e ’80 le famiglie nobili e borghesi del paese furono costrette dai locali ad abbandonare il centro consegnandolo, di fatto, in mano alle famiglie di ‘ndrangheta che tutt’oggi vi abitano. In quel periodo venivano uccisi l’ex-Sindaco Francesco Prestia, barbaramente trucidato con la moglie nell’abitazione e il Sindaco in carica, Domenico Natale De Maio, vittima di un agguato automobilistico sulla strada provinciale che conduce dalla marina al centro aspromontano. Il 16 luglio 2006 l’Amministrazione comunale di Platì allora in carica veniva sciolta per condizionamento mafioso dal Governo, che vi ha insediato una commissione straordinaria per la gestione del Comune fino al ripristino della legalità fino al giugno del 2009. Dopo le elezioni comunali nel giugno del 2009 che aveva visto eletto democraticamente uno Strangio, cognome assai scomodo da quelle parti, l’Amministrazione Comunale è stata sciolta nuovamente per condizionamento mafioso il 23 marzo 2012.
Alle ultime elezioni politiche del febbraio 2013, dei 2.691 elettori solo 1.006 di loro (il 37,38%) si è recato effettivamente alle urne per votare. La cosa strana, o se volete affascinante, è che 176 elettori, pari al 20 % dei votanti, alla Camera hanno votato per la lista Amnistia Giustizia Libertà guidata, in Calabria, personalmente da Giacinto (detto Marco) Pannella e che, al secondo posto, aveva tra i candidati anche chi ora scrive. Difronte ai 68mila o poco più voti ottenuti a livello nazionale con una media dello 0,2%, il 20% di Platì come anche il 7,88% di Africo (95 voti) e il 7,19% a Palmi (90 voti), rappresentano anomalie positive che colpiscono come sabbia negli occhi. Inizialmente non capisci il perché, né per quale meccanismo. Ma già a ridosso delle elezioni, nel mese di Marzo 2013, Marco Pannella aveva detto chiaramente di voler venire in Calabria, proprio a Platì, per ringraziare i suoi abitanti che, diceva, “ci hanno solo capiti”. Come già era accaduto a Rizziconi per le elezioni europee, quando allora era candidato Enzo Tortora, subito qualcuno ha gridato allo scandalo: Pannella prende i voti della ‘ndrangheta che, secondo i più acuti commentatori, avrebbe persino dato l’ordine di votare per la lista Amnistia Giustizia Libertà.
Pannella invece è convinto del contrario: “lì c’hanno solo capiti. Se la ‘ndrangheta avesse dato l’ordine di votarci avremmo preso almeno l’80%”. D’altronde in un paese con poco più di 2.600 votanti, un comune con una così alta densità mafiosa, più volte sciolto per mafia, dove probabilmente non si riesce a trovare persona che non abbia un qualche parente, un affine, un cugino o un cognato, affiliato o in odor di ‘ndrangheta, se davvero fosse scattato l’ordine, da parte delle ‘ndrine locali, di votare per la lista Amnistia Giustizia e Libertà, il risultato del 20% sarebbe quantomeno deludente. Irrisorio per un’organizzazione criminale abituata a un ben diverso controllo del consenso. Quindi, se i voti alla lista Amnistia Giustizia Libertà (176 voti, 20%) nel comune di Platì non sono arrivati per un ordine ci deve essere qualche altro motivo che ha consentito alla gente di conoscere l’offerta politica: amnistia come provvedimento strutturale e propedeutico per la sempre più necessaria riforma della giustizia. Amnistia, dicevamo in campagna elettorale, come provvedimento necessario per far uscire il nostro Paese dalla sua flagranza criminale contro i diritti umani e contro lo Stato di Diritto. Ma anche amnistia come provvedimento propedeutico alla riforma organica della giustizia che oggi, i Radicali, propongono con i 12 referendum. Una giustizia lenta, lentissima, più volte condannata dall’europa per l’eccessiva lentezza dei processi che, con un provvedimento di amnistia e indulto risulterebbe avere una boccata d’ossigeno. Carceri super affollate di persone che, per il 40%, sono in attesa di giudizio lì, rinchiusi prima di una condanna definitiva. E lì, in quel piccolo comune di Platì, forse grazie proprio alla presenza attiva di qualche parente di qualche detenuto, si sono avute percentuali del 20% che sarebbero logiche e prevedibili se, anche su base nazionale attraverso il servizio dell’informazione pubblica televisiva, il messaggio fosse passato. Adesso però, a sentire qualche abitante di Platì dopo che il leader radicale lo scorso 16 agosto è stato a Gambarie d’Aspromonte e a Reggio Calabria senza però passare da loro, c’è una grande delusione. Un senso, quasi, di rassegnazione nei confronti di una politica, forse anche quella Radicale, capace di fare promesse per poi non mantenerle. E per questo il leader radicale continua ad affermare che vuole organizzare a Platì e “da” Platì, una ripartenza di tutta l’area Radicale attraverso la costituzione di un’associazione radicale tematica per l’amnistia, la giustizia giusta, il diritto e la libertà.
Adesso Pannella, già in sciopero della fame dal 17 agosto ha deciso dal 21 di aggravare la sua forma di lotta nonviolenta anche con lo sciopero totale della sete. L’obiettivo è sempre lo stesso: traferire la propria forza e il proprio sostegno affinché il “Cesare”, lo Stato italiano condannato dall’Europa per i trattamenti inumani e degradanti inflitti ai propri detenuti oltreché per una giustizia lentissima, trovi Lui, nel suo Parlamento a ciò Deputato, la forza per adottare l’amnistia come unico provvedimento “strutturale”. Pannella ha annunciato il suo sciopero dai microfoni di Radio Carcere, la trasmissione che ogni martedì va in onda sulle frequenze di Radio Radicale. Con lui, in collegamento telefonico, anche il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri che, dopo aver ribadito come anche per lei il provvedimento di amnistia sia una riforma strutturale e l’unica in grado di far rientrare immediatamente l’Italia agli obblighi europei oltreché costituzionali, lo ringrazia esplicitamente per questa lotta nonviolenta che lui, Pannella in prima persona, e suoi “alfieri Radicali” stanno portando avanti con grande determinazione.

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Pannella: Sarò in Calabria perché noi siamo realmente persone d’onore”

In sciopero della fame dal 20 marzo per l’amnistia e lo Stato di diritto

Cinque giorni di lotta nonviolenta per arrivare al cuore dello Stato

Satyagraha significa forza e amore della verità ed è la lotta nonviolenta che Marco Mannella ancora una volta sta conducendo insieme a dirigenti radicali, direttori delle carceri, detenuti e semplici cittadini, tutti convinti dell’urgenza della questione carceri e giustizia del nostro Paese. Ancora uno sciopero della fame? Si, ancora uno, ancora una volta per la drammatica e inumana situazione delle nostre patrie galere. Marco Pannella ha iniziato il 20 marzo il suo sciopero della fame e, dal 24 al 29 marzo, durante la settimana Santa, sarà sciopero della fame collettivo assieme ad altre iniziative di lotta nonviolenta (ciascuno da’ corpo e tempo come può) per trasferire letteralmente la propria energia allo Stato affinché questi possa trovare la forza di rispettare la sua stessa legge. “Cinque giorni di lotta per arrivare al cuore dello Stato”, ha detto Pannella dai microfoni di Radio Carcere. Un lotta nonviolenta collettiva, assieme a direttori delle carceri, detenuti e l’intera comunità penitenziaria, per far conoscere questa drammatica urgenza di cui pure la nuova Presidente della Camera, On.le Laura Boldrini, ha parlato nel suo discorso. Forse anche per sottolineare questa urgenza drammatica, il nuovo Papa degli umili, Papa Francesco, sarà in un carcere minorile per il Venerdì Santo. Perché il carcere è il luogo dove si continua a morire di suicidio: due nell’ultima settimana. A Ivrea, il 22 marzo, Maurizio Alcide che soffriva di problemi psichiatrici e che tra meno di un anno avrebbe finito di scontare la sua pena, si è tolta la vita. Antonio Pagano invece si è tolto la vita lo scorso 26 marzo nel carcere di Opera di Milano: aveva 46 anni. 14 i suicidi dall’inizio del 2013: una mattanza di cui nessuno sembra preoccuparsi. Anche in Calabria, duecento detenuti, quasi l’intera comunità penitenziaria, hanno già aderito alla 5 giorni nonviolenta di Pannella e Radicali dal carcere di Paola (CS) e sono pure loro in sciopero della fame. Dalla Calabria aderisce anche Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPe Calabria, perché questa situazione delle carceri “è anche una grossa frustrazione per tutto il personale che nelle carceri ci lavora”. E l’iniziativa sta dilagando su internet in tutti i penitenziari italiani. Ma la vera notizia durante la trasmissione Radio Carcere, la da’ il Dott. Tortorella, segretario generale del SIDIPE, il sindacato dei direttori di istituti penitenziari, che dalla trasmissione di Riccardo Arena, ricorda come siano gli stessi direttori degli istituti penitenziari “a vivere per primi questa drammatica situazione delle carceri in cui lo Stato non può garantire i diritti costituzionali delle persone”. “Viviamo questa situazione con grande angoscia”, ha detto chiaramente, indicando una serie di provvedimenti tra cui l’amnistia e l’indulto, per porre fine a questa vergogna. “Con questa lotta nonviolenta poniamo il problema dell’immediata accoglienza dell’ultimatum che ci ha dato la CEDU”, ha esclamato Pannella. Il tempo corre e, ha aggiunto, “rimangono meno di dieci mesi affinché l’Italia ponga termine alla sistematica e strutturale violazione dei diritti umani”, che la Corte europea ha sanzionato con la sentenza pilota dello scorso 8 gennaio 2013. E l’unico intervento che agirebbe strutturalmente su questa “catacombe del nostro Cesare”, per Marco Pannella è l’amnistia. Poi, nel salutare Gennarino De Fazio in collegamento telefonico dalla Calabria, Marco Pannella ha ribadito che verrà in Calabria a ringraziare gli elettori di Rosarno, Africo, Platì che “c’hanno capito”, per fare un’associazione di scopo per l’amnistia e perché, ha detto, “Noi siamo realmente persone d’onore”.

Marco Pannella, a Bruxelles, in uno dei suoi tanti scioperi della fame
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Pannella verrà in Calabria per ringraziare gli abitanti di Platì e rilanciare la battaglia

Pannella: “Andrò a Platì, quel piccolo comune dove abbiamo preso il 20%”. Un paesello di appena mille anime in provincia di Reggio Calabria dove però, con 176 voti, la lista di scopo Amnistia Giustizia Libertà è la terza forza politica, più avanti del Beppe nazionale. Ad annunciare la sua discesa in terra calabra, dai microfoni di radio carcere, la trasmissione di Radio Radicale condotta da Riccardo Arena, è stato lo stesso Marco, martedì scorso, sottolineando come, non solo a Platì ma anche ad Africo (7,88%) e San Luca (7,19), tutte in provincia di Reggio Calabria, ci sono state percentuali uniche per la lista di scopo Amnistia Giustizia Libertà: “Ci hanno capito”, ha detto.

Marco Pannella e Giuseppe Candido
Marco Pannella e Giuseppe Candido

. Anche in un’altra occasione, ha ricordato Pannella, prendemmo percentuali elevate in Calabria (a Rizziconi ha detto di ricordare): “erano le europee con candidato Enzo Tortora”; qualcuno in quell’occasione aveva tentato di strumentalizzare dicendo che i Radicali prendevano i voti dalla ‘ndrtangheta, invece lì – ricorda ancora Pannella – c’avevano solo capiti. Come adesso a Platì. Il fatto che Marco Pannella verrà in Calabria a Platì (RC) è stato poi confermato sempre dallo stesso leader storico del Partito Radicale Nonviolento durante la conversazione settimanale della domenica, tenuta ieri, domenica 17 marzo, assieme a Walter Vecellio e durante la quale, pur non specificando il quando, ha fatto intendere che la cosa si dovrà organizzare anche a stretto giro per far ripartire, proprio da Platì e dalla Calabria, in tutta Italia e in Europa una battaglia di civiltà estrema com’è quella per l’amnistia ma anche per una riforma della Giustizia e salvaguardare nel nostro Paese lo stesso Stato di Diritto.

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