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Precari in rivolta e il libro verde della scuola calabrese

di Giuseppe Candido

“I tagli all’istruzione (di scuole, di classi, di posti di lavoro, di finanziamenti per il normale svolgimento delle attività) pur iniziati anche con governi precedenti hanno raggiunto oggi – spiega Rino Di Meglio, segretario nazionale della Gilda – un punto che non esitiamo a definire scandaloso”. Sono saliti sui tetti. Sono andati in piazza, con studenti e genitori. Si sono persino incatenati. Adesso, la nuova frontiera della protesta dei precari nella scuola, alle prese con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, è lo sciopero della fame. I primi a varcarla sono stati tre insegnanti palermitani. Ma la mobilitazione a colpi di digiuno si sta diffondendo in tutta Italia tra i precari della scuola che si preparano a un anno di disoccupazione annunciata. “La scuola pubblica è alla frutta e i precari della scuola alla fame” dice la scritta sullo striscione sotto Montecitorio dove sono accampati alcuni precari che, per quest’anno, rischiano di non vedersi riconfermato l’incarico annuale. Affamati di cultura, senza cibo i precari della scuola, da Palermo a Roma alla Lombardia, protestano per i tagli in tutta Italia. “Il ministro deve venire a spiegarci cosa c’è di positivo in questa riforma”. “Il più grande licenziamento di massa della storia italiana” tuona Bersani dalla Festa del Pd. Non c’è dubbio sul fatto che la scuola italiana abbia bisogno di riforme serie che la rendano più efficiente e più efficace di come è attualmente ma, quello che oggi si contesta sono i tagli effettuati dalla legge 133. Però per il Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini va tutto bene, non ci sono tagli, nella sua conferenza stampa annuncia una “riforma epocale” e spiega perché non ci sarebbero stati tagli. E che non incontrerà nessun precario: “Adesso non li incontro – ha spiegato ai cronisti che le rivolgono questa specifica domanda – per il semplice motivo che stiamo perfezionando degli accordi”. I più di 20.000 precari che quest’anno non troveranno posto sono, per il Ministro, semplicemente il frutto di politiche scellerate dei governi precedenti e non già persone che prima hanno retto la scuola per anni sulle loro spalle ed ora sono sdraiati in tutt’Italia sotto gli uffici scolastici. “Protestano senza essere stati ancora esclusi.
Una protesta che rispetto, legittima, ma non motivata. Non si tratta di persone licenziate. Presumono di non avere il posto di lavoro ma il ministero non ha ancora completato le operazioni. Dobbiamo vedere – ha proseguito il Ministro – quanto precari risponderanno positivamente agli accordi con le Regioni. Se preferiscono l’indennità di disoccupazione…”. Ma dal maestro unico in poi passando per i posti di sostegno “inutili” e l’aumento del numero di alunni per classe, nella scuola di tagli ce ne sono stati eccome. Parecchie persone che conosco personalmente e che prima vi lavoravano ogni anno oggi sono rimaste a casa. Per accorgersene basta farsi un giro nelle scuole e sondare l’aria che tira. “Quest’anno non so come fare – ci dice la preside di una scuola media calabrese che preferisce mantenere l’anonimato – negli uffici amministrativi erano in 5, con i tagli ora sono tre”. E anche sui collaboratori scolastici il problema c’è: “dovremo organizzarci e andare avanti lo stesso”. Ma se lo Stato taglia cerca di girare la spesa alle Regioni e, per la Calabria, è stato approvato, su proposta dell’Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione Caligiuri, il “Libro Verde della scuola in Calabria”. Un protocollo d’intesa tra la Giunta regionale e il Ministero della Pubblica Istruzione che prevede “un programma di innovazione per l’azione amministrativa”. In altre parole, ha spiegato Caligiuri, è stato avviato “un dibattito fra tutti i soggetti che operano nel mondo della scuola, per individuare le linee di sviluppo dell’Istruzione nella nostra regione”. Secondo il neo assessore all’Istruzione “partendo da un’attenta analisi dell’esistente, abbiamo individuato obiettivi ambiziosi e sfide strategiche nelle quali poter coinvolgere tutti gli attori interessati alla realizzazione di una scuola con standard europei”. “Uno strumento di programmazione e di rinnovamento della scuola – ha aggiunto il Presidente Scopelliti – sulla base del modello di documento proposto dall’Unione europea, che affronta il tema centrale della società calabrese, la formazione come investimento produttivo e avvia, nello stesso tempo, un dialogo continuo e dinamico con tutte le componenti sociali ed istituzionali: scuole, amministrazioni locali, docenti, famiglie, studenti”. Per il momento però la prima stesura del documento viene illustrata soltanto ai dirigenti scolastici. Secondo Caligiuri la giunta avrebbe “dimostrato con i fatti che il mondo della scuola è tra le priorità” della nuova amministrazione regionale poiché “convinti che l’investimento in cultura e formazione è un investimento ad alta redditività con ricadute positive sulla crescita economica …”. Buona volontà regionale poco valorizzata dai provvedimenti del Governo nazionale. Poco importa, infatti, se intanto si tagliano i precari: docenti, collaboratori e personale amministrativo. Tanto in Calabria c’è il librone verde.

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