IL DIRITTO DI CULTURA
di Aldo Masullo (il Mattino, 21 giugno 2017)
Prendete un napoletano di quelli più strafottenti, i trasgressori abituali delle regole stradali, di quelli che, per esempio, guidando l’auto si guardano bene dal rispettare le strisce pedonali o fermarsi al rosso, e catapultatelo a Zurigo o Francoforte. Non lo riconoscerete. Sarà diventato da un giorno all’altro il più attento e corretto utente della strada. Da lupo ad agnello.
Cos’è dunque che determina il comportamento, il sangue o il suolo, il da chi si è nati o il dove ci si trova? Questo, semplificata al massimo, è il nocciolo della questione che in questi giorni accende il dibattito pubblico e, ancora una volta, spinge certi nostri parlamentari a venire letteralmente alle mani.
Nell’animo degli avvversari dello ius soli è come se ancora vigesse il diritto di ogni Ancien Régime, da quello, contro cui già nel tardo Duecento lo «stil novo» rivendicava la nobiltà della cultura e non della nascita, a quello che molto più tardi, nel cruento finale settecentesco dell’Illuminismo, la grande rivoluzione abbatté, istituzionalmente abolendo ogni privilegio ereditario. Continua la lettura di Negare a qualcuno la qualità di cittadino è puramente e semplicemente negare l’uguaglianza