SCIASCIA, IL TERRORISMO, LA POLEMICA CON BERLINGUER E GUTTUSO, LE ACCUSE DI APOLOGIA DELLA MAFIA
Di Valter Vecellio
20 novembre di sedici anni fa: Leonardo Sciascia ci lascia. Il Corriere della Sera, coincidenze che sono – dice Sciascia – “incidenze”, il giorno prima pubblica una lunga intervista ad Andrea Camilleri, curata da Aldo Cazzullo. Il titolo: “Gli scontri con Sciascia, la mia vita da cieco e il NO al referendum”. A un certo punto, Camilleri dice:
“Nei giorni del sequestro Moro lui e Guttuso andarono da Berlinguer e lo trovarono distrutto: KGB e CIA, disse, erano d’accordo nel volere la morte del prigioniero. Sciascia lo scrisse. Berlinguer lo smentì, e Guttuso diede ragione a Berlinguer. Io mi schierai con Renato: era nella direzione del PCI, cos’altro poteva fare? Leonardo la prese malissimo: ‘Tutti uguali voi comunisti, il partito viene prima della verità e dell’amicizia’…”.

Non ricordo interventi particolari di Camilleri, nei giorni della polemica che oppose Sciascia a Berlinguer e Guttuso. Forse ci sono stati, probabilmente “privati”. Di pubblici non ne ho trovato traccia. Ma non è questo il punto. Il fatto è che le cose non sonno andate come le racconta Camilleri.
Di come si siano svolti i fatti posso dare testimonianza diretta, avendo avuto possibilità di sentire dallo stesso Sciascia cos’era accaduto. In sintesi: nel maggio del 1977, e dunque molto prima dei giorni del sequestro Moro, Sciascia si incontra con Enrico Berlinguer, per parlare di cose che riguardavano la Sicilia; è accompagnato da Guttuso, che era stato tramite per ottenere l’appuntamento. Continua la lettura di Se Camilleri viene a dirci che Il giorno della civetta è un romanzo che fa apologia della mafia