di Giuseppe Candido* e Filippo Curtosi**
Anche dal nostro piccolo di un giornale, “Abolire la misera della Calabria”, periodico nonviolento di storia, arte, cultura e politica laica e liberale calabrese, intendiamo aderire alla manifestazione che si terrà a Reggio Calabria nel mese di Settembre per dire NO alla ‘ndrangheta. Dopo le minacce ai politici, dopo l’escalation di attentati che, da quello del 3 gennaio passando per le armi sul tragitto di Napolitano sino alla bomba davanti al portone del Procuratore Salvatore Di Landro, è senz’altro da con dividere l’iniziativa del direttore de Il Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, nel chiedere di andare oltre gli attestati di solidarietà ai magistrati e di sdegno contro una ‘ndrangheta sempre più feroce, potente ed organizzata, e di dare vita, nel mese di Settembre, ad una grande manifestazione che, già da subito, ha trovato ampi consensi sia nel mondo della politica, sia dell’imprenditoria che in quello della cultura calabrese. Anche chi scrive, di primo impulso, ha espresso con un articolo la propria solidarietà a chi la ‘ndrangheta la combatte sul serio.
La ‘ndrangheta in Calabria e in Italia non è solo tracotanza economica e spregiudicatezza nel gestire gli appalti. Non più criminalità che si uccide con criminalità. Oggi siamo giunti al livello di un vero e proprio attacco allo Stato, alle Istituzioni di cui già, con una presenza “pervasiva” nelle amministrazioni locali – come ha avuto modo di definirla il Presidente della Banca d’Italia Mario Draghi – ne dispone il controllo. Ed ha totalmente ragione l’On.le Angela Napoli quando avverte che “servono meno solidarietà e più fatti”. E che “è strano che il diluvio di parole arrivi anche da chi ha il compito di operare o di dare, per esempio, più auto e benzina sufficiente ai magistrati”.
Perché, come ci ha ricordato Enrico Fierro su Il Fatto quotidiano del 27 agosto scorso, “A Reggio Calabria può succedere di tutto”. Persino, scrive il giornalista, “Un botto ancora più grosso di quello che la scorsa notte (26 agosto ndr) ha devastato la casa del Procuratore generale Salvatore Di Landro. Qualcosa che fa tremare i palazzi cambierà il corso delle cose.” Scenario apocalittico? Delirio di un pessimista? Secondo l’analisi del giornalista a Reggio Calabria gli “appetiti dei comitati d’affari” sovrasterebbero prioritari nella “melma che rende difficile distinguere la politica buona con quella che si prostituisce con la ‘ndrangheta” ma anche “i magistrati in bilico con quelli che rischiano la vita in silenzio”, “la mafia dall’antimafia, gli onesti dai malacarne”. E forse è proprio qui che sta il punto. “Uomini in giacca e cravatta che attraversano con la stessa naturalezza gli angusti bunker dei boss della ‘ndrangheta, i salotti della massoneria e gli ovattati uffici del potere”. “Una città dove tutti, dai salotti che contano ai frequentatori dei caffè del centro, sanno che presto uno tsunami giudiziario si abbatterà sulla politica calabrese”. Ricordando che Pannella sostiene da sempre che gli “uomini d’onore”, in Sicilia e in Calabria, sono stati corrotti dalla mala politica, la gente onesta, quella che è abituata a vivere rispettando le leggi, ha il dovere morale non solo d’indignarsi ma di essere fisicamente presente alla manifestazione che si terrà a Reggio.
** Direttore resp. “Abolire la miseria della Calabria”
* militante Radicale e Direttore editoriale del mensile “Abolire la miseria della Calabria”