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La chiesa dia il buon esempio sui costi da tagliare

Se la chiesa non dà il buon esempio allora c’è un problema. “Dopo la breccia di Porta Pia, bisogna fare una breccia fiscale negli enti ecclesiastici che mascherano vere e proprie attività commerciali dietro la fede e il culto”. È con queste parole che inizia la conferenza stampa dei Radicali italiani nei quali si danno le prove dell’evasione dell’ici da parte di istituti ecclesiastici che svolgono attività commerciali.

Nell’infinita novella agostana che in Italia chiamiamo “manovra finanziaria”, sono state annunciate, salvo poi ritirarle, le proposte più infelici. Ne abbiamo ascoltate davvero di tutti i colori – perfino l’idea di un’imposta di bollo sulle rimesse degli immigrati irregolari! – ma d’intervenire sui privilegi del Vaticano risulta un tabù inviolabile. Lontana da chi scrive l’idea di far pagare un solo centesimo alle attività di culto o assistenziali ma per quelle che svolgono attività commerciali sarebbe giusto, sacrosanto. Come suggerisce Emma Bonino da Radio Radicale, “E’ stato sufficiente” che la pattuglia dei Radicali in Senato proponesse con “un emendamento il taglio di alcuni di questi privilegi affinché la politica, in modo bipartisan, nascondesse la testa sotto la sabbia”.

È accaduto la scorsa settimana in Commissione Bilancio del Senato quando l’emendamento volto a recuperare entrate valutate dall’Anci tra i 400 e i 700 milioni di euro l’anno – a firma dei radicali Perduca, Poretti, Bonino e Chiaromonte (Pd) – con l’abolizione dell’esenzione dell’Ici per le attività commerciali del Vaticano è stato respinto all’unanimità, al netto del voto favorevole di 3 senatori del Pd: Agostini, Carloni e Vita.

Anche se le polemiche sono subito esplose, non erano però le attività di culto ad essere prese di mira bensì quelle commerciali come alberghi, case di cura e scuole private su cui, come ha ammesso lo stesso “Avvenire, quotidiano della C.E.I., l’area di elusione non è affatto irrilevante.

Se a questo si aggiunge che gli enti ecclesiastici già godono di una riduzione dell’Ires (imposta sul reddito delle società) del 50%, sommandola all’esenzione dell’Ici si arriva a 2 miliardi di euro l’anno. In barba alle più elementari regole della concorrenza si tratta di veri e propri aiuti di stato a favore di chiunque faccia profitti da attività immobiliari, turistiche, sanitarie e scolastiche e che sono ora, proprio per questo, all’esame della Commissione europea.

Poi c’è l’otto per mille: negli ultimi venti anni è aumentato di cinque volte, passando dai 210 milioni di euro del 1990 al miliardo di euro all’anno di oggi, spesi dalla Chiesa, come ricorda Emma Bonino, “soprattutto per pagare gli stipendi ai sacerdoti, costruire nuove chiese, finanziare i Tribunali della Sacra Rota, nonché le varie iniziative politico-culturali della Conferenza episcopale e la galassia di associazioni protagoniste della guerra al referendum sulla Legge 40 e contro Welby e Englaro”. “Non c’è dubbio che le autorità vaticane” – insiste Emma Bonino – “abbiano ottenuto dal concordato revisionato nel 1985 molto di più di quanto lo Stato italiano abbia previsto in sede di sua elaborazione”.

Per raccogliere prove del fatto che gli enti ecclesiastici esentati dall’Ici svolgano, di fatto, attività commerciali, Mario Staderini, segretario del partito Radicale, si è presentato sotto mentite spoglie in una casa del clero in pieno centro di Milano, nei pressi del teatro della Scala, e alla cui direzione ha chiesto una stanza per motivi di lavoro: gli è stata assegnata immediatamente per la somma di 50 euro a notte. Risultato identico in una casa per studenti dove una stanza viene affittata per 45 euro.

“È evidente” – ha sottolineato Staderini nella conferenza stampa di presentazione dell’inchiesta – “che in alcune situazioni l’attività alberghiera è nettamente prevalente su quella dell’accoglienza per ragioni di culto. Non è comprensibile come in questi casi gli enti ecclesiali debbano essere esonerati dal corrispondere quanto dovuto alla collettività”.

D’altronde è proprio nel Vangelo (Matteo 10, 7 – 13) che leggiamo testualmente: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento”. Se la Chiesa fa beneficenza è utile che goda di esenzioni ma quando svolge attività commerciali è giusto che contribuisca a pagare le tasse se non altro per dare il buon esempio.

Quando il Vaticano, o qualsiasi altro ente ecclesiastico, costruisce lauti profitti con il proprio patrimonio immobiliare, attraverso il turismo, con le cliniche e le università private, non c’è ragione che non paghi le stesse tasse come si chiede a tutti. I Radicali per questo sono “nemici” della Chiesa? Il diavolo politico da cui tener lontano i cittadini attraverso la censura? “Di anti cristiano” – ha spiegato candidamente Emma Bonino – “c’è solo l’uso del denaro a fini del potere”. Quel potere che, secondo la leader storica dei Radicali, “rende meno libera la stessa comunità religiosa rispetto alla sua reale vocazione”. Se ciò vuol dire essere nemici della Chiesa, forse allora nemico della chiesa lo era anche San Francesco.

 

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“Un funerale non si nega a nessuno tranne che a Welby. CHIESA VERGOGNA”

di Giuseppe Candido

Roma 24.12.2006 Così un cartellone di uno dei tanti partecipanti alla cerimonia laica svoltasi oggi in Piazza San Giovanni Bosco a Roma per dare il saluto al leader radicale Piergiorgio Welby. Testualmente la scritta su un cartellone era: “Un funerale non si nega a nessuno tranne che a Welby. Lui si è rifiutato di continuare a soffrire. Per questo voi lo punite. CHIESA VERGOGNA!”. Dopo il diniego da parte della chiesa, oltretutto mediante un burocratico e freddo comunicato del Vicariato di Roma, di celebrare i funerali religiosi di Piergiorgio Welby presso la chiesa Don Bosco così come avrebbe desiderato, non Piergiorgio, bensì la mamma di Piergiorgio – Luciana Cirquitti – e la moglie Mina, si sono svolte nella Piazza San Giovanni Bosco le esequie civili per e con Piergiorgio Welby, leader politico radicale e copresidente dell’Associazione Coscioni, morto per sua volontà il 20 dicembre, con l’aiuto del medico, dott. Antonio Riccio che ha assecondato la richiesta di Piergiorgio di spegnere il ventilatore polmonare che lo manteneva in vita. Il feretro con Piergiorgio accompagnato da Marco Cappato, Marco Pannella e Mina Welby è stato accolto da un lungo applauso dalla piazza. Ad accoglierlo vi erano Maria Antonietta Coscioni, Rita Bernardini, Emma Bonino e gli altri compagni radicali. Pur avendo sostenuto gli ultimi 88 giorni la lotta pubblica di Piergiorgio Welby mediante raccolta delle firme sulla petizione popolare al P.I. per l’eutanasia, non siamo potuti essere presenti – fisicamente – ma eravamo lì in spirito con Piergiorgio Piergiorgio e per restare vicini alla moglie Mina, alla sorella Carla e a tutti gli amici radicali che con Welby hanno instaurato, negli anni, un rapporto di profonda amicizia. Non eravamo lì ma abbiamo seguito tutta la cerimonia laica trasmessa in diretta da Radio Radicale (riascoltabile sul sito www.radioradicale.it) . Per questo però non riuscivamo a capire quale fosse stata l’effettiva partecipazione della gente. Ci siamo resi conto che erano tantissime – il tg1 ha parlato di più di un migliaio – le persone in piazza, solo quando, alle 12.30, abbiamo potuto vedere alcune immagini (poche veramente) in televisione. Le immagini mostravano la piazza gremita di persone comuni – non militanti – che si stringevano ai familiari di Piergiorgio e agli amici radicali e dell’associazione Luca Coscioni. Una grande, spontanea e sincera manifestazione di forte religiosità laica delle scelte di un uomo che, sono sicuro anche senza averlo conosciuto personalmente, Piergiorgio avrà sicuramente apprezzato. Dal palco, posto a pochi metri dalla parrocchia Don Bosco che ha rifiutato i funerali e sul quale primeggiava un banner con la foto di Piergiorgio e la scritta per e con Welby si sono succeduti a ricordare il leader radicale la moglie Mina, la sorella Carla, il cugino e tanti altri amici che hanno parlato del Welby – uomo di cultura – del Welby professore che, assieme a Mina, hanno per lungo tempo insegnato. Ma è stato ricordato anche Piergiorgio che amava andare a pesca in un posto – ha ricordato il cugino – dove ha più volte chiesto, quando cominciava a comunicare ai parenti la sua volontà di morire dignitosamente, che fossero disperse le sue ceneri. Dopo i parenti, per il ricordo di Piergiorgio la parola è passata alla politica. Sul palco si sono succeduti gli interventi di numerosi politici tra cui il Senatore Ignazio Marino (Presidente Commissione Sanità), il ministro delle Politiche Comunitarie Emma Bonino, la segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini, Maria Antonietta Coscioni co presidente dell’Associazione Coscioni, Marco Cappato, parlamentare europeo radicale e Marco Pannella anche lui parlamentare europeo radicale. La gente applaude subito l’intervento del Prof. Ignazio Marino quando questo rileva che “il diritto di rinunciare alle terapie non significa uccidere. Significa accettare che non c’è più nulla da fare.” Emma Bonino nel suo intervento legge un sms arrivatole prima di salire sul palco e che cita una famosa frase di Ghandi: “Siate voi il cambiamento che volete dal mondo” e ricorda come la piazza stia esprimendo “una religiosità profonda, un rispetto profondo per chi vuole vivere nella malattia e di cui spesso ci si dimentica”. Emma parla anche delle lotte di Luca prima, di Piero ora e in generale dell’associazione Coscioni siano lotte di diritto e civiltà che non possono terminare con la morte di Piero come non sono terminate con la morte di Luca; queste lotte devono essere portate avanti e proseguire con la determinazione che anche Piergiorgio Welby ha saputo insegnarci. Il ministro Bonino afferma pure che il nostro corpo non appartiene né allo stato né al governo. Intanto la gente che gremiva la piazza, intervistata chiedeva di firmare la Petizione Popolare sull’eutanasia di Piergiorgio Welby rifiuta da tutti i gruppi politici in commissione nei giorni scorsi ad eccezione del gruppo della Rosa nel Pugno e del gruppo dei Verdi. Affollati i tavoli dove la gente ha potuto firmare la petizione che chiede un’indagine sul fenomeno dell’eutanasia clandestina. Dal palco è intervenuta poi il segretario dei Radicali Italiani, Rita Bernardini che ha ringraziato Piergiorgio per la sua storia, per la sua vita e per le lotte politiche che ha portato avanti: quella sul diritto di voto ai malati intrasportabili, quella sul diritto di cura per i malati terminali e per il diritto all’assistenza domiciliare ai malati terminali. Nell’esprimere l’indignazione per il diniego dei funerali religiosi da parte della chiesa, R. Bernardini ha ricordato la vignetta apparsa sul quotidiano “Le monde” che raffigurava un Cristo, staccatosi dalla Croce che accoglie e raccoglie Piergiorgio. Questa figura del Cristo descritta dalla Bernardini, esprime la compassione cristiana mancata nei confronti di Welby e della sua famiglia ed è richiamata pure dell’intervento dell’On. Marco Pannella nel suo intervento. Nel suo intervento Pannella ricorda “i tanti Welby oggi torturati a vita o condannati all’eutanasia clandestina. Pannella ha poi parlato del dott. Riccio che ha soddisfatto il desideri legittimo di Welby augurandosi, in futuro, tanti medici che trovino il coraggio di fare, alla luce del sole nella legalità, quello che si fa clandestinamente ogni giorno.

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