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Mestieri e biciclette … dalla #Lombardia alla #Calabria

Dalla Collezione “Riva 1920” di Cantù al vibonese, il mondo dei mestieri in bicicletta

di Franco Vallone

Un lungo filo rosso su due ruote e pedali quello che va dal vibonese alla lontana Cantù, in Lombardia, e che celebra la bicicletta da lavoro, una componente importante della società del passato, nel meridione come nel settentrione d’Italia. Il nostro viaggio nel mondo dei mestieri su due ruote parte dal vibonese, da Filandari, in provincia di Vibo Valentia. Qui, a testimonianza, ritroviamo una vecchia bicicletta appesa all’aperto su un alto muro. Sovrapposto alla bicicletta, arrugginita e senza gomme, un cartello con la scritta “A ricordo di Cortese Emanuele noleggiatore di biciclette 1930”.

Il collega Franco Pagnotta ricorda ancora il personaggio e ci racconta che “a Filandari, Cortese aveva anche una bottega dove riparava le numerose due ruote a pedali“. Continua la lettura di Mestieri e biciclette … dalla #Lombardia alla #Calabria

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Pietro Gennaro ed Ettore Majorana erano la stessa persona?

La misteriosa storia di don Petru – comparso a Briatico dal nulla, profondo conoscitore di matematica e fisica. Morì nel sonno, asfissiato per le esalazioni ed i fumi dell’incendio della sua stanza, provocato forse dalla pipa o da un lume dimenticato acceso accanto al letto

di Franco Vallone

La storia che vi stiamo per raccontare è di quelle misteriose e affascinanti. Un uomo che abitava a Briatico, arrivato in paese da non si sa dove, potrebbe oggi essere identificato con il grande Ettore Majorana, lo scienziato scomparso misteriosamente da Napoli nel 1938. Ma partiamo da alcuni dati. Si chiamava Pietro Gennaro e a Briatico, sin da subito, diventa don Petru, ‘u zu Petru come lo chiamavano tutti. Un uomo, per come lo descrivono coloro che lo hanno conosciuto, con una grande cultura generale ed una sapienza, in campo matematico, fisico ed astronomico, davvero enorme. Molti ragazzini del paese, in quegli anni, frequentano il misterioso personaggio e notano la sua impressionante capacità di risolvere difficili operazioni matematiche e calcoli complessi. Don Petru viene descritto da tanti come “un personaggio buono, discreto e invisibile”, “un vero scienziato, esperto di tutto”. Don Petru morirà nella sua umile stanza a seguito dell’incendio del suo letto di cruju sviluppatesi forse a causa della pipa che lui amava fumare o per un lume a petrolio lasciato incautamente acceso. Siamo riusciti a recuperare una sua foto, una rarissima, forse unica, fotografia ingiallita dal tempo. Nell’immagine d’epoca che lo ritrae, Pietro Gennaro è seduto di traverso su una sedia impagliata con la sua immancabile pipa in terracotta e cannuccia in bocca. Si nota, nella fotografia, la sua mano destra, il dito mignolo distanziato dal resto delle dita, forse “la cicatrice di una ferita procuratesi cadendo da un carro merci carico di libri sequestrati” – ci raccontano. Ettore Majorana prima di sparire, nel 1938, aveva avuto un incidente con l’auto di suo padre ed era rimasto ferito in modo grave proprio alla mano destra, conservando, per come riportano le cronache dell’epoca, una grossa cicatrice sul dorso della mano. Nelle stessa scheda del Ministero degli Interni, diramata assieme alla foto nel giugno del 1938, si menziona una ricompensa offerta dalla famiglia per il ritrovamento dello scomparso, assieme alla segnalazione di una lunga cicatrice presente sul dorso della mano del ricercato. Ma ritorniamo a Briatico. Oggi la casa dove abitava Pietro Gennaro è stata venduta e successivamente ristrutturata. La traversa dove viveva don Petru è stata a lui intitolata, vi è una targa toponomastica: “Via Pietro Gennaro”. Chiediamo informazioni ai bambini, ragazzi e giovani dell’epoca, oggi adulti e anziani, che incontriamo sul socialnetwork Facebook. Qui ritroviamo, tra gli altri, Pino Prostamo, Giuseppe Conocchiella, Mimmo Prostamo, Antonio Belluscio, Francesca Sergi, Michele Potertì, Tommaso Prostamo, Frate Rokko, Franco Morello, e poi ci sono i figli, i nipoti dei testimoni diretti, memori di racconti orali tramandati dai loro padri e dai loro nonni: Simone Tedesco, Maria Concetta Melluso, Cristiano Santacroce e tanti altri … Lanciamo la provocazione, il confronto ed un dibattito di ricerca sul web: “Don Petru… vi dice nulla? Raccontateci tutto quello che sapete, anche i particolari che a voi sembrano insignificanti.”.
Le risposte non tardano ad arrivare e costruiscono, tutte assieme, un prezioso filo rosso. “Io da bambino andavo a trovarlo spesso ed era felice quando mi vedeva, abitava in una casa nella vineja di fronte a quella di mia zia…, lo ricordo sempre coricato, come coperta aveva un pesante cappottone di colore nero…”. Era arrivato a Briatico dal nulla Pietro Gennaro, comparso improvvisamente, “lo ricordo molto anziano, sempre solo, io ero piccolo, non andavo ancora a scuola, forse erano i primi anni ’60, era molto debilitato, viveva in questa piccola stanza con una finestrella sul lato sinistro dell’uscio. Mi raccontava tante cose, ma oggi non ricordo cosa, ero troppo piccolo per ricordare ciò che mi raccontava…”. “Quando andavo a trovarlo io mi sedevo accanto al suo letto e lui, con voce stanca raccontava, diceva delle cose, ogni volta mi chiedeva quando sarei tornato a trovarlo. La porta di casa sua era solo appoggiata e poteva entrare chiunque”. “Io ricordo che c’era qualcuno che tutti i giorni gli portava da mangiare”. “Noi ragazzi, all’uscita di scuola, a volte ci fermavamo davanti alla sua porta per salutarlo, lui era immobile sul letto, mi sembra fumasse una pipa, a don Petru faceva piacere scambiare due chiacchiere con noi, però non ricordo cosa diceva, è passato moltissimo tempo!!”. ”Una persona di Briatico, oggi scomparsa, mi raccontava delle sue conoscenze di matematica, fisica ed anche astronomia. Dava lezioni a studenti universitari e si confrontava con docenti di matematica e fisica che al suo cospetto rimanevano sbalorditi. Raccontava di aver imparato tutto in un monastero”. “Io non l’ho mai conosciuto, ma mio padre e i miei zii dicevano di lui che era un sapiente”. “Uomo di cultura semplice ma vasta. Nei suoi racconti riusciva a farci scoprire e sognare posti impensabili. Non ho mai capito se quei posti li avesse visitati realmente o con l’immaginazione. Ci ha lasciati a causa della pessima abitudine di fumare prima di addormentarsi”. “Pietro Gennaro io non l’ho conosciuto ma in molti mi hanno raccontato delle sfide matematiche che ingaggiava con mio papà”.
”Don Pietro io ho avuto la fortuna di conoscerlo, viveva in solitudine, non aveva nessuno, non so di dov’era. Fumava la pipa ed il toscano, sembra sia proprio questo il motivo per cui la casa è andata in fumo”.. “Qualche anno fa, interessandomi di misteri vari, mi è venuto in testa proprio lui ed ho fatto un’associazione di personaggi. Un’ipotesi un po fantastica ma ci sta perfettamente col mistero e con gli anni che don Pietro aveva”.
”Don Pietro, Pietro Gennaro, era molto colto, una volta Santacroce e Caruso, i due amici maestri delle elementari, per metterlo alla prova prepararono un problema matematico molto complesso, lo presentarono a lui e non appena lo lesse, in pochi secondi, diede loro il risultato. Era solito portarsi tutti i pomeriggi dietro Solaro, c’era una stradina di campagna che portava in alto, una località dove c’era una grande pietra che lui utilizzava come poltrona. Don Petru rimaneva li a meditare per qualche ora con la sua inseparabile pipa”. “A me, che ero incuriosito dal lume che teneva in un bicchiere sopra una sedia e accanto al suo letto, diede spiegazione di come funzionasse. Avrò avuto 5 o 6 anni, ma lo ricordo ancora adesso”.
”Purtroppo è stato quel lume, non la pipa, a provocare l’incendio in cui è morto”. “Infatti, la pipa era quasi sempre spenta”, “sembra di ricordare che fumasse anche il sigaro”. Pietro Gennaro era Ettore Majorana? Non si sa, ci sono delle incongruenze riguardo l’età, don Petru è morto nel gennaio del 1968. Majorana era nato in Sicilia nel 1906. Nella foto don Petru dimostra di essere più anziano. Il mistero è destinato a imperversare ancora per molto, anche a Briatico.

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Briatico: Come aiutare il rinnovamento e i cittadini a scendere in campo per una sana e leale competizione elettorale

riceviamo e pubblichiamo

Come in tutte le buone Aziende, le Amministrazioni Comunali dovrebbero sempre rendere noto il Progetto politico-amministrativo e fare periodicamente un relazione ai cittadini sullo stato dell’“Azienda”. Sono ormai due anni che i briaticesi per loro stessa colpa, secondo quanto affermato da alcuni Commissari, avrebbero perso il diritto di lamentarsi per i disservizi, di chiedere e avere risposte dai rappresentanti dell’amministrazione. E, come se non bastasse, dalle precedenti amministrazioni democraticamente elette in quest’ultimi vent’anni ad oggi nulla è cambiato in relazione al rispetto dei basilari diritti dei meno abbienti e delle classi sociali più deboli.

Per Briatico pensa che finalmente, prima di andar via, i Commissari diano prova della reale presenza dello Stato a Briatico incominciando col fornire il resoconto della loro azione. “Cosa ho trovato, cosa lascio”.

In tal senso sarebbe opportuno che anche il signor Prefetto di Vibo Valentia contribuisse affinché, nella futura tornata elettorale, vi sia veramente un cambiamento libero e democratico, garantendo pari opportunità a tutti i Cittadini nell’accesso all’informazione sullo stato della cosa pubblica; in caso contrario, ancora una volta, lo scioglimento dell’amministrazione comunale non sarà servito a nulla se non ad allontanare ulteriormente le persone oneste e laboriose dalle istituzioni.

Per Briatico chiede dunque che i signori Commissari rendano pubblica l’attuale situazione comunale, con particolare riguardo a:
• Situazione economico-finanziaria dell’ente;
• Importi derivanti dallo Stato, dalla Regione e dai cittadini briaticesi;
• Stato dell’evasione fiscale e tariffaria;
• Costi ordinari di gestione e dei dipendenti;
• Richieste di finanziamenti in essere e indebitamenti;
• Stato del Piano Urbanistico Comunale sia generale che attuativo e richieste di varianti (PSC, RUE e POC);
• Richieste di piani di lottizzazione significativi non ancora autorizzati o già autorizzati ma non avviati;
• Stato dei servizi sociali, delle opere di sviluppo culturale e artistico, istruzione e diritto allo studio;
• Stato di gestione dei rifiuti e ciclo delle acque, gestione del metano, polizia urbana e protezione civile.
• Situazione della manutenzione delle opere pubbliche, viabilità, ambiente, edilizia privata e urbanistica.
Chiedere tutto ciò può sembrare pretestuoso, ma Per Briatico sta evidenziando solamente quanto le leggi dello Stato prevedono in merito.
Nello scenario confusionale che il nostro Comune sta vivendo ormai da anni e in particolare in questa fase – mancanza dell’ufficializzazione pubblica dell’andata alle urne (a circa 50 giorni della data presunta del 25 maggio), interrogazione della pubblica opinione sulle candidature e le liste per il rinnovo del Consiglio Comunale – quello di rendere pubblica la relazione di Fine Mandato, adempimento richiesto dalla legge – D.M. 26.04.13 (G.U. 124/13) – da parte dei Commissari, ci sembra la cosa più sensata che gli stessi, prima di andare via, potrebbero fare per il bene collettivo.
Leggendo il DM sopracitato emerge con chiarezza l’importanza che il legislatore ha voluto attribuire a questo atto.
Pubblicarlo immediatamente significherebbe informare correttamente la cittadinanza al fine di valutare l’operato dell’Amministrazione uscente e delle precedenti. Conoscere tutti ciò che c’è da fare per poter raggiungere la normalità aiuta chi si candida e l’elettore che dovrà scegliere il meglio.
Il documento, informando sui dati economici a consuntivo, sulle motivazioni e le giustificazioni del caso, su ciò che si è fatto o non si è potuto fare, su cosa si è concretizzato positivamente per lo sviluppo del territorio e su quale sia il livello qualitativo dei servizi resi oggi dall’Ente, permetterebbe ai nuovi volontari della Politica di poter fare una scelta consapevole e responsabile.
L’atto, nel rispetto della legge, dovrebbero essere stato presentato agli organi istituzionali 60 giorni prima della data delle elezioni e cioè il 26 marzo.

Per Briatico invita, ancora una volta, i giovani ad un nuovo sacrificio ed ad un impegno civile diretto perché non è più tempo di lasciare la cosa pubblica in mano a esperienze politiche “vuote di valori e di risultati utili per la maggioranza dei briaticesi”.

Neofiti della Politica non abbiate timore, in tutte le cose c’è sempre una prima volta; l’esperienza si fa se si incomincia con umiltà ed onestà, (per) costruendo e non (contro) distruggendo.

Non lasciamoci prendere dallo sconforto, dalla rassegnazione, dalla paura per l’assenza e l’impotenza dello Stato. I nemici del bene di Briatico aspettano solo questo.

Briatico,02 aprile 2014
Il portavoce “PER BRIATICO”
Pino Conocchiella
perbriatico@gmail.com

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Vittorio De Seta …era anche cittadino di Briatico

di Franco Vallone

Vittorio De Seta a Briatico durante la consegna della cittadinanza onoraria
Vittorio De Seta a Briatico durante la consegna della cittadinanza onoraria

Era arrivato a San Costantino di Briatico in un assolato pomeriggio d’estate, accompagnato dal suo fidato amico Giuseppe Candido, intellettuale e suo compaesano di Sellia Marina. Lui, il regista siculocalabrese Vittorio De Seta , il mitico maestro del cinema documentaristico, uomo taciturno, schivo e assai riservato ma con gli occhi sempre vispi, attenti, con uno sguardo aperto a 360 gradi, in quella serata da mito di due anni fa avanzava sicuro con passo veloce, salutava cordialmente e velocemente tutti coloro che erano arrivati fin qui per conoscere lui e il suo sguardo magico, per un autografo, una foto ricordo con il regista. Davvero una serata da mito quella vissuta dal piccolo paese di San Costantino di Briatico. La piazza intitolata al folklorista Raffaele Lombardi Satriani era stracolma di gente con il Maestro seduto in prima fila nell’attesa di ricevere la cittadinanza onoraria del comune di Briatico. Ed in quella bella piazza, tra i relatori sulla pedana e tra gli ospiti della numerosa platea, c’era anche un filo rosso che univa, nel rispetto delle più assolute diversità culturali, di passioni, di lavoro e di percorsi. Tanta cultura si era incontrata quella sera a San Costantino di Briatico sotto un cielo stellato e sotto l’antico palazzo baronale che era, ed è, esso stesso, baluardo della cultura con un vissuto stracarico di personalità forti e generazionali della famiglia Lombardi Satriani che da sempre traccia il territorio, con Alfonso fotografo colto e appassionato, con Nicola, con Raffaele uno dei pionieri della ricerca demologica, ed oggi con l’antropologo Luigi M. Lombardi Satriani.

C’era anche lui, quella sera, a raccontare e relazionare proprio sotto casa, davanti al portone blasonato, sotto finestre e balconi illuminati dalle quali s’intravedono testimonianze di culture passate, libri, icone e stampe antiche, giganti, quadri, sculture, terrecotte e ritratti di avi antichi. In platea tantissima altra bella gente, cultori, studiosi, appassionati di cinema e ricercatori. C’era Teresa Landro del circolo del cinema di Parghelia, il glottologo Michele de Luca, la regista Ella Pugliese, autrice de “I Gigantari” e reduce di un film girato nella lontana Cambogia, c’era il ricercatore Michele Romano, Vera Bilotta del Circolo del Cinema Lanterna Magica di Pizzo e tanti altri, tra studenti universitari, ricercatori e appassionati della Calabria. L’associazione di Volontariato Culturale “Non Mollare” di Pannaconi di Cessaniti assieme al Comune di Briatico, con la collaborazione de “Le Stanze della Luna” di Vibo Valentia, dell’Associazione “Eleutheria” di San Costantino di Briatico e del Centro Servizi per il Volontariato di Vibo Valentia, sono riusciti ad organizzare e concretizzare, quella sera, davvero un importante evento culturale che aveva come traccia “Il Mondo Perduto”, un omaggio al regista cinematografico, al Maestro De Seta. A presentare quella serata la giornalista Rita Taverna, a  porgere i saluti Francesco De Nisi, Presidente della Provincia di Vibo Valentia; l’allora sindaco di Briatico con l’Assessore alla Cultura, Agostino Vallone, il vice presidente dell’Associazione Eleutheria e il sindaco junior Maria Joel Conocchiella; Tra gli interventi quello dell’antropologo Luigi M. Lombardi Satriani, dello stesso De Seta, della regista Ella Pugliese; dell’ex assessore al turismo della Provincia di Vibo Valentia, Lidio Vallone e di Giuseppe Candido e Filippo Curtosi. Nel corso della serata erano stati proiettati in piazza alcuni documentari di Vittorio De Seta, a cura di Giuseppe Imineo, l’ultimo cinematografaro itinerante della Calabria, arrivato a San Costantino con il suo vecchio furgone sgangherato ma attrezzato di tutto punto per proiettare sul telo bianco steso al vento e alle stelle delle notti estive calabresi, un furgone con tanto di trombe amplificate montate sul tettuccio che servivano per richiamare la gente in piazza, per amplificare l’audio delle proiezioni e per pubblicizzare ancora una volta il film in programma: “stasera in piazza proietteremo “il Mondo Perduto”, una bella raccolta di film del grande Vittorio De Seta”.

 

Vittorio De Seta e Luigi Maria Lombardi Satriani a Briatico durante la proiezione dei documentari de "Il Mondo perduto"
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Francesco Barbieri, l’anarchico di Briatico

L’utopia accende una stella nel cielo della dignità umana, ma ci costringe a navigare in un mare senza porti

 

Care amiche e amici di Abolire la miseria della Calabria,

è con immensa soddisfazione che annunciamo l’uscita del volume

Francesco Barbieri, l’anarchico di Briatico

Francesco Barbieri, l'anarchico di Briatico
Link in libreria

(Non Mollare edizioni, Agosto 2011, euro 10,00 (3,50 solo pdf), Pp 117, ISBN 9788890504013).

“Una vita rivoluzionaria. Un combattente per la libertà, la democrazia e la giustizia” sono le parole scelte per caratterizzare la prima pagina rigorosamente nera con scritte rosse per tre quarti e rossa con scritta bianca nella parte alta dove si leggono i nomi dei tre autori: Giuseppe Candido, Filippo Curtosi e Francesco Santopolo. Un lavoro a “sei mani e tre teste” che ha portato, dopo adeguate ricerche, ad un’analitica ricostruzione delle vicende storiche che coinvolsero l’anarchico calabrese antifascista e libertario, Francesco Barbieri.

Se è vero che la memoria collettiva è alla base dell’identità di un popolo, è altrettanto vero che un evento, per essere ricordato, necessita di un percorso di ricostruzione che permetta di segnare le linee di demarcazione tra ciò che vale la pena ricordare e ciò che può essere rimosso e consegnato all’oblio.

La società mediatica limita il tempo della memoria: gli eventi si accavallano con tempestività e tendono ad acquistare un’apparente neutralità che ne banalizza il significato e li priva di contenuto storico. Non è stato così per i subalterni la cui rimozione è stato un esercizio costante che il potere ha esercitato da sempre.

Così è stato per l’antifascista calabrese Francesco Barbieri (Briatico, 14 dicembre 1895- Barcellona 5 maggio 1937) detto “Cicciu u’ professuri”, schedato come “sovversivo anarchico” e, per questo, da rimuovere e cancellare e con lui il grande contributo che “i dannati della terra” (F. Fanon, 1961) hanno dato per la costruzione di una società a misura d’uomo”.

È con queste parole che si presenta ai lettori il saggio storico su Francesco Barbieri, l’anarchico di Briatico. Nell’ambito del progetto di valorizzazione del patrimonio storico e culturale calabrese, l’associazione di volontariato culturale Non Mollare, con la pubblicazione del volume su Francesco Barbieri, intende continuare a promuovere la conoscenza dei calabresi meno noti o, qualche volta, perlopiù ignoti ma che alla Storia hanno dato un loro personale contributo.

Nato in Calabria a San Costantino di Briatico, la storia di Francesco Barbieri, combattente antifascista, conosciuto col nomignolo di “Cicciu u’ professuri”, ha percorso i primi quarant’anni del ‘900. Partito da S. Costantino di Briatico a 26 anni, vi tornerà casualmente dopo l’estradizione dall’Argentina per riprendere subito il suo viaggio per il mondo, legando le sue vicende a quelle di grandi intellettuali come Camillo Berneri e Carlo Rosselli. Per Francesco Barbieri, l’Internazionalismo Proletario è stata una ragione di vita, fino all’estremo sacrificio consumato davanti alla canna di un mitra imbracciato da quelli che riteneva fossero della stessa parte.

Per sopravvivere, avrebbe dovuto scegliere: tra diventare ‘ndranghetista” o sbirro; Barbieri non sceglie né l’uno né l’altro: diventa libertario, socialista rivoluzionario, radicale e anarchico, con una pronta e decisa avversione al fascismo.

Un rivoluzionario libertario, assassinato da quelli che erano con lui a Barcellona per difendere la giovane repubblica, è l’evento più tragico che si consegna alla storia.

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La comicità di Massimo & Francesco, operatori ecologici di Briatico

Persone e personaggi

di Franco Vallone

Massimo e Francesco
Massimo & Francesco

Briatico – Massimo e Francesco sono quasi sempre assieme, amici, colleghi di lavoro e compagni di tante simpatiche performance artistiche. di Briatico, classe 1972, e Francesco Bianco di Conidoni di Briatico, nato nel 1976, sono due simpatici operatori ecologici che lavorano in paese. Si alzano prestissimo, lavorano sodo quando tutti gli altri ancora dormono, poi, nel tempo libero della loro giornata, si trasformano come in una metamorfosi e diventano una simpatica coppia di artisti comici con tante idee cabarettistiche da realizzare, con battute da provare e riprovare, con scene da sperimentare e videoclip da girare e pubblicare. Massimo Limardo i nostri lettori lo conoscono già, lo ricorderanno per il ritrovamento di una cassaforte chiusa, abbandonata per le strade di Briatico, per un grosso blocco di ghiaccio arrivato dal cielo e caduto pesantemente a pochi centimetri dalla sua testa, e forse anche per il recente ritrovamento di una grossa tartaruga lacustre della specie “orecchie gialle”, buttata viva tra l’immondizia in un cassonetto di Briatico, recuperata e salvata proprio da Limardo dalle lame del trituratore della nettezza urbana. Il giovane Massimo Limardo ha anche partecipato, con i noti cabarettisti Rino e Giulio, su Telespazio Calabria, ad alcune trasmissioni televisive di successo e, da qualche tempo, si presta a fantasiosi e originali travestimenti durante le feste di Natale e di Carnevale e poi… i suoi sketches imperversano sui canali televisivi della rete e su YouTube come anche quelli del poliedrico collega Francesco Bianco definito da tempo il “Tenore di Conidoni”, ma anche “Latino Dance” e “’Uomo tromba” che, da buon imitatore, riesce a simulare alla perfezione la musica di strumenti a fiato, trombe, trombette e tromboni, che si materializzano magicamente, riuscendo a suonare interi brani del repertorio nazionale ed internazionale. Massimo & Francesco, assieme, hanno prodotto recentemente alcuni video particolarmente comici, irriverenti, esilaranti come la “tarantallata attorno agli ingombranti”, un modo utile, questo, oltre che a divertire, anche a sensibilizzare, socialmente ed ecologicamente, la gente.

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Giornata della Memoria a Briatico

di Franco Vallone

Per il Il 4 febbraio

Una giornata dedicata al ricordo della Shoah, un’occasione per celebrare il Giorno della Memoria (27 gennaio), anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, che si commemora ogni anno, un appuntamento fisso per tutti coloro che non intendono dimenticare la grande tragedia del secolo scorso. Quest’anno anche l’‘Amministrazione Comunale di Briatico ha organizzato, per venerdì 4 febbraio e presso l’aula magna del Centro di Formazione Professionale Anap Calabria, una interessante iniziativa celebrativa che non vuole avere soltanto una valenza di tipo commemorativo ma che, nei suoi intendimenti, vuole rileggere profondamente un periodo così tragico della storia e del passato. Il titolo scelto per il convegno di Briatico è : “Giornata della memoria, per non dimenticare”. L’evento storico culturale prevede la presenza di numerose autorità civili e religiose, tra gli altri sono attesi il vescovo della diocesi, mons. Luigi Renzo; il prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella; il questore di Vibo Valentia; il presidente dell’Amministrazione Provinciale Francesco De Nisi; il sindaco di Briatico, Francesco Prestia; di Tropea Adolfo Repice; di Parghelia, Maria Brosio; di Zambrone, Pasquale Landro; di Cessaniti, Nicola Altieri; il presidente del Consiglio del Nucleo Industriale di Vibo Valentia, Pippo Bonanno; il consigliere provinciale, Gianfranco La Torre e il senatore Francesco Bevilacqua. L’appuntamento è per le ore 9,30 con il saluto delle autorità presenti, alle ore 10.15 è invece prevista l’apertura ufficiale dei lavori del convegno da parte del presidente del Consiglio Comunale di Briatico, Carlo Staropoli e, a seguire, gli interventi dell’antropologo Luigi M. Lombardi Satriani; di Giancarlo Mancini, docente di storia della medicina presso l’Università di Tor Vergata; di Galileo Violini, docente presso l’Università della Calabria e delegato dal rettore per i rapporti internazionali; di Alessandro Gaudio, docente di letteratura italiana presso l’Unical; del consigliere regionale Alfonsino Grillo e dell’assessore Regionale alla Cultura, Mario Caligiuri. A moderare i lavori il docente di storia e filosofia, Tommaso Fiamingo. Durante la giornata, sempre nei locali dell’Anap Calabria, verrà allestita una mostra di arti visive degli allievi del Liceo Artistico di Vibo Valentia, coordinati dal docente Giancarlo Staropoli.

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Potenzoni (VV), “Infiorata” alla XVIII edizione

L’appuntamento è per domenica 6 giugno 2010, dalle ore 11.00, ovviamente a Potenzoni di Briatico in provincia di Vibo Valentia, il “Paese calabrese dell’Infiorata artistica“, al pari di Genzano, Noto e Poggio Moiano, presenta alla gente, per il diciottesimo anno consecutivo, le sue strade infiorate create per essere solcate dal Santissimo. Ad affermarlo è Daniela Calzone, segretaria dell’associazione Potenzoni in Fiore Onlus: “Per gli abitanti di Potenzoni l’infiorata rappresenta un’importante occasione attraverso la quale manifestare la loro forte capacità espressività e l’attaccamento verso la propria religiosità. Per l’occasione strade, vicoli, larghi e piazzette vengono allestite e decorate con centinaia di icone e simboli. Anticamente, in paese, era abitudine rallegrare la processione religiosa del Corpus Domini con una pioggia di petali che venivano lanciati dai balconi al passaggio del Santissimo.

Oggi i maestri infioratori di Potenzoni, per qualità tecniche, espressività e fantasia, possono dire di aver raggiunto la perfezione, vengono chiamati per operare nelle maggiori manifestazioni nazionali di infiorate artistiche, realizzando, di volta in volta, madonne, crocifissi, icone, stemmi e segni sacri, simboli religiosi. Per l’occasione i quattro rioni del paese, Glicine, Torre, Chiesa e Agave, si confrontano con l’utilizzo di milioni di petali colorati. E le strade del piccolo paese con sole 250 anime si animano festose ed accolgono ancora una volta migliaia di visitatori. Il prossimo 6 giugno, dalle ore 11,00 l’Infiorata di Potenzoni mostrerà tutti i suoi colori. Poi la valutazione delle opere floreali curata da una commissione di esperti ed infine il il passaggio del Santissimo sui policromi effimeri tappeti. L’organizzazione dell’evento è curata dall’Associazione Onlus Potenzoni in fiore”.

Apertura al pubblico dalle ore 11:00. Accesso libero. Maggiori dettagli sul sito ufficiale www.infioratapotenzoni.it oppure con una e-mail all’indirizzo: info@infioratapotenzoni.it o telefonando al numero 
340-6970241 del presidente associazione “Potenzoni in Fiore”

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Istituito nel 1923 chiude l’ufficio postale di San Costantino di Briatico

Intervista all’assessore comunale alla cultura, Agostino Vallone, sulla chiusura dell’Ufficio Postale di San Costantino di Briatico

di Franco Vallone

Assessore Agostino Vallone, dopo quanto chiude la Posta di San Costantino…

Dopo ben 87 anni cala il sipario, anzi la serranda, su un altro ufficio postale storico della provincia di Vibo Valentia. L’ufficio di San Costantino di Briatico è stato uno dei più longevi della provincia di Vibo Valentia se non dell’intera Calabria. Istituito infatti nel 1923 serviva una utenza che apparteneva non solo alla più popolosa frazione di Briatico, ma anche a Potenzoni, a Mandaradoni e, anche se per un periodo di tempo limitato, perfino al Comune di Zungri: è ancora vivo tra la popolazione il ricordo del “postale” che si fermava a San Costantino per scaricare i sacchi della posta. Purtroppo, oggi, sotto i colpi della scure della legge del profitto e della speculazione economica, Poste Italiane ha abbattuto l’ultimo baluardo nella frazione di San Costantino. I “rami secchi” sono stati recisi con prevaricazione del relativismo e capitalismo estremo sull’aspetto sociale.

Possibile che non esista altro modo per risolvere determinati problemi se non quello economico? E poi, come si può considerare “ramo secco” una intera popolazione di pensionati?

Un anziano ormai di per sé stesso si sente un peso per la società, una nullità, un ente inutile e non autosufficiente, con questa azione gli è stata negata l’ultima possibilità di sentirsi ancora vivo: andare da solo a riscuotere la sua pensione, un momento di grande orgoglio personale quasi di rivalsa nei confronti di una società sempre meno solidale e più egoista. Egli non lo potrà più fare, anzi dovrà subire una ulteriore umiliazione: delegare qualcun altro a ritirare a posto suo il frutto di una vita di lavoro. Tutto relativamente facile per chi ha un familiare o comunque una persona amica disposta a recarsi a cinque, otto o dodici chilometri di distanza per fare ore ed ore di fila per giungere al cospetto dell’unico operatore dell’ufficio centrale che non è stato potenziato.

La logica quindi è: il fine giustifica i mezzi. Non importa se si procurano disagi logistici, fisici o psicologici a chicchessia.

Da più parti si predica, a mio avviso ipocritamente, che gli anziani sono una risorsa per la società e i custodi del ricco patrimonio di quella cultura locale che stenta a decollare ed essere recuperata. Gli anziani sono coloro che tengono vive le nostre tradizioni e mentre alcuni si impegnano per realizzare centri di aggregazione sociale come delle vere scuole per la trasmissione di valori umani, sociali e culturali alle future generazioni, altri considerano gli anziani “rami secchi” da tagliare a tutti i costi. Si vive così in una continua snervante conflittualità che alla fine porta alla resa di essi e alla completa emarginazione e all’isolamento degli anziani stessi. La logica dei “rami secchi” non riguarda soltanto Poste Italiane, ma anche ferrovie, stazioni ferroviarie, corse di pullman, ospedali, ambulatori medici, guardie mediche, forni, paninoteche, addirittura oratori e chiese…

I riflessi sociali di questi tagli sono devastanti nei piccoli centri….

È bastata la chiusura dell’unica paninoteca esistente a San Costantino di Briatico per creare panico e disorientare la popolazione giovanile rimasta in paese. La sera, ma soprattutto il sabato sera, questi giovani non hanno più un punto di riferimento per cui si recano in automobile nelle cittadine vicine con tutti i pericoli che questo comporta e le ore insonne dei genitori. La presenza dell’ufficio postale in paese era paradossalmente un punto di riferimento, una importante stazione di ritrovo sociale dove ci si incontrava per socializzare, per confrontare le proprie idee con quelle degli altri, per ricevere o dare informazioni, dove si faceva a gara per “coccolare” “l’Ufficiale Postale” offrendogli tazzine di caffè, uova fresche, o i frutti della terra di una popolazione di cultura contadina. Grazie a Poste Italiane questo non sarà più possibile, anzi è probabile che si assista ad un fenomeno di emigrazione degli anziani verso centri più popolosi con conseguente desertificazione dei paesi come se non bastasse l’enorme jatus generazionale dovuto alla emigrazione degli studenti e delle popolazioni giovanili in cerca di lavoro.

Vuole rivolgere un appello da queste pagine?

Si, rivolgo un accorato appello a tutte le associazioni, a tutti i cittadini e a tutte quelle persone che sentono proprio questo problema: reagite, lottate e protestate civilmente con me contro Poste Italiane affinché sia ripristinato il servizio postale a San Costantino di Briatico; rivolgo un altrettanto accorato appello a Poste Italiane: ridateci il nostro ufficio postale, il nostro angolo di vita; i locali ci sono. Non lasciateci agonizzare lentamente: sarebbe meglio una deportazione di massa verso città del Nord o meglio verso le città fredde del Nord Europa anziché rimanere nell’ipocrisia; penso che non sia difficile trovare posto a meno di due milioni di persone, tanti sono gli abitanti della Calabria.


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