Emma Bonino, a differenza di Marco Pannella che addirittura ha fatto una conferenza stampa per dirlo pubblicamente, non è in polemica con la dirigenza radicele uscente. Il Ministro degli esteri, al XII congresso comincia il suo discorso ricordando le battaglie in Kosovo, e il fatto che lì oggi, proprio il 3 novembre di 20 dopo, si voti: ricorda le battaglie del 1993, del 1999 e del 2005. “Promuovere democrazia e diritti umani” – ricorda Emma Bonino ai suoi compagni – “è un processo lungo e difficoltoso”. Questa cosa, dice, “ci deve ricordare chi siamo, il nostro senso transnazionale”. Poi salta all’attualità. “Serve per cercare di capire i rischi che tutti corriamo nell’area del mediterraneo. La primavera è una parola inadeguata. Risveglio, è la parola che descrive ciò che sta succedendo”. Quel compito che gli è stato assegnato di dialogo con i Paesi del mondo, Emma Bonino riesce a farlo e può farlo perché – dice – “La scuola che ho vissuto con voi mi dà la capacità di leggere quello ciò che succede”. Poi, per Bonino c’è “La fiducia nella legge”. Nelle leggi del nostro Paese e delle leggi internazionali che, sottolinea Bonino, l’ha portata ad essere così determinata come nel caso della Siria, in cui – ricorda – “ho ribadito come per quell’area non ci fosse nessuna possibile soluzione militare. Mi si rimprovera non di non fare ma di essere invisibile. Non ho molta partecipazione alle chiacchiere da caffè dei saloni televisivi ma segnalo che ci sarei andata se mi avessero invitata. Sono virtuosa – dice – per mancanza di tentazioni”.
“Manca una politica coerente di immigrazione e asilo a livello europeo”. Per il Ministro degli Esteri, “Lampedusa è semplicemente la punta di un iceberg” costituito da “milioni di persone in movimento per sfuggire a fame, guerre, repressioni”. Ciò comporta una crescente attività di criminalità organizzate di traffici umani, e non solo umani. “Se questa è la fotografia” e “se viene meno la speranza di un processo politico” questa gente si metterà in movimento. Questi sono problemi che non sono problemi dai singoli stati. È importante che ci si metta a lavorare assieme. Intanto l’operazione mare Nostrum, per evitare che il mediterraneo continui ad essere un cimitero. Per interpretare i fenomeni è necessario avere una bussola, un punto di vista è necessario per dialogare. Il dialogo. Queste cose le ho imparata dopo una lunga storia di vita nel partito radicale. E ho imparato che le riforme sono un processo lungo. E la cocciutaggine per perseguirle, io l’ho imparate qui. Attività faticosa di dialogo e perseveranza, per i detenuti nelle carceri straniere, per i marò in India … ecc.
Poi nel discorso al congresso del Ministro Bonino non manca il passaggio sulla necessaria e urgente riforma della Giustizia. “Con l’alibi di Berlusconi”, dice, “l’amministrazione della giustizia, il suo apparato, si è completamente putrefatto. Da qui la posizione di Marco (Pannella ndr) e da noi tutti condivisa, dell’amnistia per la Repubblica, per far tornare lo Stato nella legalità e la relativa lista Amnistia, Giustizia Libertà”.
“Chi ha bisogno dello Stato di Diritto” – ricorda la Bonino – “sono sempre i più deboli: le donne, immigrati, tossicodipendenti. I potenti dello stato di diritto possono anche farne a meno. Promuovere lo stato di diritto è la nostra ragion d’essere. Questa ragione sociale si rafforza se guardiamo quello che sta succedendo e sempre più deteriora questo Paese. Abbiamo ancora voglia di continuare a fare queste battaglie? Se vogliamo essere speranza, questa speranza deve nascere da qui”.