di Giuseppe Candido
Primarie si, primarie no, primarie per legge e poi legge abrogata. Niente primarie: c’é l’accordo con l’UDC poi non c’é più e riecco spuntare le primarie. La vicenda del PD calabrese fa venire il mal di testa dell’elettore e sta sfuggendo di mano anche al povero Bersani. Prima le primarie si dovevano tenere per legge e sarebbero dovute essere primarie di coalizione: “Il decreto di indizione l’ho firmato” – dichiarava Agazio Loiero – “ed è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione. Le primarie si svolgeranno regolarmente il 10 gennaio. La macchina organizzativa è già in moto secondo le previsioni della legge che porta la mia firma e quella del presidente del Consiglio Bova”.
Dopo di ché l’assemblea del consiglio regionale, nell’ultima seduta del 2009, rinviò alla prossima legislatura l’entrata in vigore del regolamento che prevedeva le primarie pagate dai cittadini ed indette per legge per cui si sarebbero dovute svolgere il 17 gennaio le primarie del Pd calabrese. Queste, però, pagate dal partito. Lo aveva deciso l’assemblea regionale del PD su proposta del segretario Carlo Guccione. Proprio a seguito della decisione del Consiglio regionale. Poi niente più primarie neanche il 17 perché, forse, c’è ancora la possibilità dell’accordo con l’UDC ma siccome l’accordo non si fa più si pensa bene di indire nuove primarie il 14 febbraio, festa degli innamorati, con la speranza di far innamorare di nuovo i militanti del PD nella “esaltante” ed “esilarante” corsa tra Agazio Loiero, Brunello Censore e Giuseppe Bova così da renderle, di fatto, una corsa interna tra le tessere di un partito sempre meno democratico e sempre più meridionale. Una corsa a tre per conservare le proprie poltrone anche a costo di sottoporre ad una sonora sconfitta la coalizione di centrosinistra. Una corsa a tre per non cambiare nulla e per non raggiungere un’accordo, sicuramente vincente, con Pippo Callipo, l’Italia dei Valori e la lista Bonino. Servirebbe unità delle sinistre subito, candidati veri e vicini alla società civile e non primarie farsa che di democratico hanno ben poco. Loiero però, che da politico esperto ne ha viste tante passando dalla Democrazia Cristiana al PPI per confluire poi nel CCD, essere eletto deputato e passare tra le fila dell’Udeur, non molla e tenta di mantenere la sua poltrona di Governatore. Quello stesso Loiero che fondò il suo partito democratico meridionale ci tiene alla poltrona e non molla. Pur sapendo di essere sicuramente perdente, e non perché lo dicano i sondaggi ma perché responsabile di cinque anni fallimentari di governo della regione per la sanità, per la prevenzione sul dissesto idrogeologico, per la gestione dell’ambiente, pur cosciente non molla. Un governo regionale scacco dell’emergenza perenne di piogge eccezionali.
Raccontano che le ossa di S. Agazio, centurione e martire, chiuse dentro una cassa di piombo, vennero miracolosamente ad approdare nel golfo di Squillace, in prossimità dell’attuale stazione ferroviaria, al luogo detto la Coscia, e precisamente in quel punto che si chiama anche oggi la grotta di S. Agazio. Dicono inoltre, che insieme alla cassa contenente le ossa del loro protettore, erano giunte altre due casse di piombo, contenenti pure le ossa di altri due santi, dei quali uno era S. Gregorio Taumaturgo, protettore di Stalettì, un paesello vicino a Squillace; L’altro non lo ricordano bene e taluni lo confondono con S. Vitaliano, protettore di Catanzaro. Oggi la storia si ripete solo che al posto delle casse i santi viaggiano in auto blu.
E allora, ai democratici veri, quelli che non credono alle primarie farsa, non resta che sperare nel miracolo: d’altronde Sant’Agazio è ancora il santo protettore di Guardavalle e Squillace dove, per far piovere, si recitava, sino a poco tempo fa, una filastrocca quasi ad intimare al santo di far piovere: “S’Antagaziu meu, si non mi vagni tu ti vagnu eu”. Forse bisognerebbe dirlo a Bersani prima che si scatenino le “danze della pioggia” delle primarie meridionali e si debba scegliere a quale santo votarsi.