di Maria Elisabetta Curtosi
Aula magna Carlo Diano al Liceo Classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia
– 19 /10/2011 –
Ho ricevuto nei giorni scorsi l’invito dal Dirigente Scolastico per essere oggi presente all’Inaugurazione dell’ a. s. 2011/2012; sia per portare la mia testimonianza sia per fare alcune brevi riflessioni sull’importante tema “Licealità classica e Nuovo Umanesimo”.
L’amore e la passione per gli studi classici mi danno tante soddisfazioni, l’ultima in ordine di tempo è stato l’esame di Latino superandolo brillantemente con 30 e lode e soprattutto le congratulazioni del Professore di lingua e letteratura latina, che mi ha esaminato e mi ha chiesto da quale liceo provenissi.
Ho risposto che ho studiato in quel liceo “M. Morelli” di Vibo Valentia, al che lo stesso prof. Ha avuto parole di apprezzamento per il nostro liceo classico vibonese. Lui pensava che provenissi da uno degli storici licei classici romani.
Congratulazioni al nostro liceo “Morelli” e per questo sento il dovere di ringraziare, pubblicamente tutti i miei professori.
Sono fiera di aver fatto parte di questo liceo. Chi non ricorda, per esempio, Luigi Bruzzano, padre dell’etnologia; o il poeta Carlo Massinnissa Presterà; per arrivare al grecista latinista Carlo Diano e per restare ai nostri giorni a Giacinto Namia? Tutte personalità illustri che hanno fatto parte del Morelli.
Oggi purtroppo la scuola vive un momento particolarmente delicato. Infatti le ultime statistiche dell’Istat sul livello culturale del paese spiegano in maniera incontrovertibile quali sono alcuni veri problemi degli italiani.
Secondo questi dati (l’Italia è in fondo alla classifica dei ventisette Paesi europei per scolarizzazione, rendimento scolastico, investimenti nella pubblica istruzione, consumi culturali delle famiglie, conoscenza delle lingue straniere, ma anche della lingua italiana). Siamo primi per abbandono scolastico, ore trascorse davanti alla televisione e acquisti di telefonini ( Calabria in testa). Altre ricerche provano che il 60% degli italiani non è in grado di leggere e capire un articolo breve ( Calabria in testa) e che gli insegnanti italiani vogliono cambiare mestiere, sognano di scappare dalla scuola. A rivelarlo è una ricerca di pochi mesi fa condotta dall’Osservatorio sui diritti dei minori.
Questi dati certificano che il sistema scolastico italiano è fallimentare. Vogliamo discutere di chi sia la colpa, se dei pessimi ministri, degli insegnanti o degli studenti,della famiglia, dei sindacati, dei comuni, dei dirigenti scolastici? Noi siamo controcorrente . Cerchiamo di spiegare perché.
Quello di cui non ha bisogno sono le parole, parole, le tante parole; intanto il bullismo nella scuola spadroneggia ed il vuoto di potere è oramai una voragine.
Le cronache quotidiane sono vere e amare.
Si è voluta una scuola c.d. “ progressista”, avanzata, aperta tanto da fargli perdere i veri connotati: il sostantivo sacrificato agli aggettivi.
Occorrono invece selezione, indirizzo, valutazioni serie, meritocrazia.
Il tema che apre l’inaugurazione dell’anno scolastico, mi da la possibilità di poter portare qualcosa di personale, di vissuto prima sui banchi di questo antico liceo e poi alla “Sapienza” di Roma che è stato determinante: ossia in concreto il valore formativo dello studio delle lettere classiche.
La cosa va sottolineata, perché nella considerazione comune e nelle menti di molti giovani, soprattutto, che si iscrivono al classico, gli studi umanistici passano per essere una simpatica vacanza dalla vita, una vacanza da riempire con i romanzi o i quadri o i film che ci piacciono, e soprattutto con le nostre personali opinioni su tutte queste meraviglie dell’arte, in genere.
Non è così.
L’opportunità che si ha di comprendere, attraverso questi ritratti, in cosa possa consistere il lavoro di un umanista, per esempio. Per realizzare studi del genere occorre un lungo apprendistato, non diverso per natura da quello che è necessario nelle scienze “dure”, un apprendistato che passa attraverso le lingue classiche e la storia o le discipline tecniche come la linguistica ecc.
Ecco, con ciò non si vuole trattare solo l’aspetto informativo e culturale ma soprattutto quello formativo e innovativo: CLASSICI SI MA ANCHE INNOVATIVI.
Il potenziamento della mia personalità, infatti, si è costruito attraverso lo studio, in particolare il latino,il greco, la letteratura ecc…
Sull’inserto del Sole 24 ore di Domenica scorsa, Claudio Giunta si propone di Ripensare l’umanesimo e si chiede se sia il caso di avere meno specialisti e puntare ad avere una cultura più diffusa? Che aspettative dare?
Il dibattito in corso sul ruolo del sapere umanistico oggi deve saper rispondere a delle domande: cosa dobbiamo volere e cosa no. Di sicuro dobbiamo volere l’incremento della cultura diffusa, volgiamo che le persone leggano più libri, e libri migliori, che vedano film decenti, che si interessino al lavoro scientifico che sta dietro al microcip dei nostri cellulari.
Quindi puntare soprattutto nel settore dell’istruzione e non solo genericamente cultura, perché migliorando l’istruzione di base, è possibile formare cittadini migliori che all’idea di cultura rimangono affezionati anche una volta usciti dalla scuola secondaria. Buona cultura e una coscienza civica diffusa.
Insistiamo su queste cose, perché solo così la Calabria può migliorare. Ripartendo dai saperi.
E qui l’importanza degli studi classici che sviluppano nello studente l’ambito della riflessione
è lo sviluppo del raziocinio, della capacità logica e dialogica nel senso che si procura con lo studio del latino e del greco come acquisizione di notizie tecniche e particolari ed ancora come assimilazione di concetti e di idee e come coordinamento e comparazione di esse.
Impariamo a nostre spese.
Infatti nell’interpretare i testi classici possiamo trarre un importante beneficio: la precisione e l’importanza del fatto che nulla si deve trascurare.
Ecco, per finire questo mio breve intervento penso che gli studi classici danno un beneficio totale nel senso di una formazione di una mentalità speciale che chiamiamo per brevità “classica”.
Ogni periodo storico ha la propria e la scuola calabrese, la scuola vibonese è lo specchio della società odierna: come una bella addormentata non si sa quando si risveglierà per scoprire le proprie risorse e capacità che non sono seconde a nessuno in Italia.
Non parlo qui per campanilismo, il Petrarca mi viene incontro: “Dico per ver dir, non per odio altrui o per disprezzo”.
Per questo si può dire che il Liceo, il Liceo classico per quanto mi riguarda non è passato invano!
Siamo convinti che l’attuale dirigente scolastico l’ing. Raffaele Suppa lascerà un’impronta positiva al nostro liceo.
Un augurio a tutti gli studenti e un buon compleanno all’antico e glorioso “Michele Morelli” per il IV secolo di vita.