L’accompagnatore

L'accompagnatore di  Peter Dreamans
L’accompagnatore di Peter Dreamans

La Zonderland & C è un’agenzia di viaggio olandese che si occupa solo dell’ultimo viaggio dei cosiddetti suicide tourists. Il suo unico socio e dipendente è Leo, l’accompagnatore. Il suo compito è di scortare sani e salvi i clienti in un appartamento di Zurigo, presso l’associazione Sententia, dove si pratica legalmente il suicidio assistito. Drehmanns in questo senso non inventa niente: nella descrizione del romanzo i metodi dell’associazione“Sententia” sembrano corrispondere in tutto per tutto a quelli dell’omologa reale, la “Dignitas” di Zurigo.

“Prima di poter morire il paziente dovrà dimostrare di essere in un certo modo il ritratto della salute […]. Sembra una contraddizione: dover essere abbastanza in salute per poter porre fine a una situazione insalubre. Si tratta però di questo: chi viene filmato mentre beve il mortale intruglio deve dare un’impressione decisa ed equilibrata, per quanto sconvolto possa essere. Spiegò che ci sarebbero stati tre momenti in cui avrebbe dovuto assumere qualcosa: prima avrebbe preso un farmaco antiemetico, poi avrebbe bevuto un bicchier d’acqua in cui erano stati sciolti 15 g di pentobarbital che nel giro di cinque minuti l’avrebbero fatta cadere in un sonno profondo in modo assolutamente indolore e alla fine avrebbe paralizzato il sistema respiratorio, e infine avrebbe consumato una caramella, in casu un lecca lecca al lampone per coprire il sapore poco gradevole del farmaco alcalino.”

Leo Zonderland e i tre personaggi che accompagna sono invece frutto della fantasia dell’autore. È nel loro rapporto, che si sviluppa all’interno di una comoda Volvo lungo le autostrade tra Amsterdam e Zurigo, che emerge sia la figura dell’aspirante suicida che quella assolutamente inedita dell’accompagnatore. Un professionista che svolge il suo compito “Con lieve insistenza. Con un’adeguata dose di tatto. Nient’altro.”

Ma quando si parla di morte, una morte auto-inflitta, nel corso della lettura non può che sorgere spontanea una domanda: cosa poteva fare l’ultima persona ad avere un rapporto, seppure professionale, con i morituri per evitarne il suicidio? Era possibile salvare la signorina R., forse, una bella e ancora giovane donna affetta da patologie psichiche di vario genere, magari facendo l’amore con lei come avrebbe desiderato? Oppure il logorroico archivista Signor M., affetto da gravi carenze fisiche tra cui l’impotenza? E la signora W., piacente cinquantaquattrenne schifata dal suo lavoro come igienista dentale?

L’accompagnatore è un professionista: non si intromette, esiste “solo in virtù delle persone che non vogliono più esistere.”. Ma l’esito di ogni viaggio non è scontato: le soste in albergo, stazioni di servizio o le ultime passeggiate per Zurigo sono momenti in cui tutto ha la possibilità di prendere un’altra piega…

A Leo giunge in sogno un oscuro presagio: impossibile per l’accompagnatore non pensare alla propria morte. Alla fine del romanzo questa arriverà per un fatale e banale incidente, come se il karma volesse vendicarsi di questo novello Caronte che troppo ha giocato con la signora con la falce.

L’accompagnatore non è un libro macabro, né cinico. È un romanzo che fa riflettere, e che grazie alla sua poetica ironia riesce a porre interrogativi etici di grande profondità senza prendere posizioni dichiarate o troppo facili e senza mai scadere nel buonismo. E questo grazie alla sua estrema compiutezza narrativa che ci espone il sospeso punto di vista di Leo Zonderland nell’ininterrotto flusso da road novel ottenuto grazie all’alternanza di dialogo con i clienti, indicazioni stradali, cartelloni pubblicitari, canzoni e notizie radiofoniche: un riuscitissimo stream of consciousness sulla nostra confusa e stordente società.

Peter Drehmanns, L’accompagnatore – Meridiano Zero – Gli Obliqui – 272 pagine 16 euro in uscita il 22 Maggio

Peter Drehmanns (1960), olandese, è scrittore, poeta, critico letterario e traduttore. Laureatosi in Lettere con una specializzazione in Lingua e letteratura italiana, ha al suo attivo otto romanzi. Numerosi suoi racconti, saggi e poesie sono usciti in antologie e riviste letterarie come De Gids e De Revisor. Dal 1992 al 2007 è stato critico letterario (letteratura contemporanea italiana e straniera) prima per la rivista Vrij Nederland, poi per il giornale NRC Handelsblad. Nel 1999 ha fondato In’t schip, una rivista che raccoglie contributi di artisti e scrittori su imprese impetuose e fallimenti strabilianti. Le riduzioni cinematografiche di alcune miniature in prosa di Drehmanns sono state rappresentate ai maggiori festival di cortometraggi europei, tra cui il Crossing Border Festival.

 Ufficio Stampa Meidiano Zero Paola Papetti – 3397223639 – 051474494 – papetti@odoya.it

Recensioni:

Un romanzo che riesce a toccare con un inedito mix di seria leggerezza a e ironica profondità una tematica attualissima e delicata anche nel nostro Paese. Basti pensare all’associazione Exit Italia, che si occupa di eutanasia e suicidio assistito mettendo gli aspiranti suicidi in contatto con l’associazione svizzera Dignitas: ogni anno un migliaio di nuovi iscritti. Un caso parecchio discusso è stato poi quello dell’intellettuale italiano Lucio Magri, fondatore del Manifesto. La stessa Valeria Golino, che ha appena partecipato nelle sale cinematografiche all’anteprima del suo film Miele (liberamente tratto dal romanzo Io vi perdono di Mauro Covacich) dall’argomento molto vicino a quello del libro di Drehmanns, dichiara che Il suicidio assistito è un tabù più per le istituzioni e la politica che per le persone, spesso costrette a vivere questi dilemmi. (fonte Il fatto quotidiano).

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