di Maria Elisabetta Curtosi
Per mostrare ideali alti ma illustrati con linguaggio e toni aristocratici Mazzini nel divulgare la sua associazione “La Giovane Italia” << fondata al grande scopo di ricostruire l’Italia come nazione di uomini liberi e uguali, unita, indipendente e sovrana>> usò la carta stampata come unico organo di informazione per i comitati che erano nati un po’ ovunque. La Giovane Italia allora fu stampata nella tipografia marsigliese di Barile e Boulouch per due anni; successivamente Mazzini arrivò in Svizzera e qui fece uscire il primo numero della “Jeune Suisse”(primo luglio 1935) bisettimanale in cui si discuteva e si faceva propagandare l’idea europea. Nel 1836 a Parigi esce il mensile “L’Italiano” a cui collaborarono Mazzini e Michele Accursi, qui venne fuori il ruolo del giornale, inteso come controinformazione a quella propagandistica, del potere. Scrive, infatti << Finora quasi tutte le storie d’Italia e delle altre nazioni non sono che la storia dei grandi re o la storia delle guerre. Ma la storia agricola, industriale, commerciale, legislativa, politica, nazionale, la storia di tute le scienze e di tutte le arti da dieci secoli in qua dove si trova?>>. Ecco il concetto nuovo, diverso e reale che ne scaturì da quell’uomo, inoltre ancora più chiaro fu il discorso fatto direttamente agli operai nell’ ”Apostolare popolare” (1840-1843 Londra) egli scrive: << L’operaio legge, ha corsi, libri, giornali scritti unicamente per lui, ma in Italia egli manca d’ogni mezzo a istruirsi, riceve ciecamente alcune idee, quasi sempre false, perché gli vengono da uomini interessanti a mantenerlo nell’errore, e vive l’intera vita senza correggerle, senza accrescerle d’una sola, senza avanzar d’un passo sulla via della verità>>. Quale merito, allora dare a Mazzini? Dal punto di vista giornalistico possiamo affermare che ha avuto l’enorme merito di avere rivestito di dignità, di conoscenza l’informazione, e di questa lezione fa fede il nascere di tutta una serie di nuovi giornali in Italia, i quali mostrano di allettare gli interessi di lettori che non siano soltanto intellettuali.