Cuore nero

di Giovanna Canigiula

Ultimo compito in classe in una quarta ginnasiale, quasi ultima fatica dell’anno. La traccia richiedeva un’opinione sul monito dell’Europa all’Italia per l’ondata di razzismo e xenofobia che dilagano nel nostro paese. Sorpresa! Altro che villaggio globale, intercultura, accoglienza: nella terra dei migranti emarginati, i benestanti nipotini coltivano l’odio. Percepiscono l’indistinto universo degli “stranieri” (marocchini, rumeni, rom) come nemico da scacciare. Gli extracomunitari (ma non gliel’abbiamo detto che i rumeni sono comunitari? Mi sorge il dubbio) sono ladri, stupratori, rapitori di bambini, usurpatori di lavori e diritti. Inducono, addirittura, a lasciare la patria, non foss’altro che per la salvaguardia della prole a venire. O loro o noi. E chi ha la forza, ora, di spiegare agli impermeabili mostri in erba che sarebbero stranieri altrove, comunitari o non, dunque da scacciare perché piccoli neri e mafiosi italiani, italiani del sud, calabresi? Il bello è che premettono: non sono razzista. Ma… Mi arrabbio. Mi si gonfiano le vene. Sono furibonda. Sei razzista e come. Non lo sai ma sei un piccolo mostro viziato e bastardo, che non misura pensieri e parole. Che non ha pietà. Crudele crudelissimo. E non c’è lettura, approfondimento, dibattito, conversazione, convegno, spettacolo, concerto che possano: gli stranieri di serie B vanno cacciati e subito. Sono brutti sporchi e cattivi. Insozzano le città (dev’essere per questo che Napoli è sepolta da cumuli di spazzatura!).  Ci fanno vivere nel terrore e stare rintanati nelle case (in teoria, perché nella pratica tra palestre, passeggiate, cinema e ritrovi bisogna uscire per forza. Magari li facessero stare a casa sui libri!). Hanno rovinato l’immagine dell’Italia con crimini, furti, abusi (sicuramente in tempi non sospetti avranno esportato la ‘ndrangheta dai loro terribili paesi. L’avranno portata con le navi. Maledetti!). Quante cose scopro. E mi arrendo. La lettura dei quotidiani in classe? Inutile. Li leggeremo male. Far meditare con Bilal? Inutile. Costrizione noiosa. E’ scuola. Un preside che promuove in ogni modo l’incontro con l’altro da noi perché diventi parte di noi? Inutile. Perché è scuola.  Tutto ciò che si è fatto, detto, letto, discusso in un anno: fatica inutile. E di che mi stupisco? Proprio qualche giorno fa, un quindicenne mio vicino di casa, figlio non di noto professionista ma di migrante, prima in Germania e poi nel milanese, mi spiegava che “questi clandestini non devono entrare, li devono lasciare sui barconi e se annegano dispiace ma pazienza: perché devono venire da noi, rubarci il lavoro e mandare i soldi guadagnati in Italia alle famiglie  che poi mandano anche i figli all’Università coi nostri soldi? E perché sono trattati meglio degli italiani poveri e se un rumeno ubriaco e senza patente ammazza tre persone con la macchina lo mandano in un albergo a cinque stelle anziché in carcere e poi lo liberano?” Questa dell’albergo a cinque stelle non la sapevo, ma so che l’ho scalfito appena, il tempo di un’ impercettibile apnea, quando gli ho ricordato –e con una stretta al cuore- di chi era figlio, perché si è ripreso subito: sì, ma mio padre era italiano. Viva l’Italia dunque, con il suo cuore nero, chiunque si decida di votare, paese di gran lusso come gli alberghi in cui mandiamo a soggiornare gli “stranieri” che delinquono. Abbasso i clandestini e chi cerca di capirli e la scuola che, hanno ragione, è fatta di mediocri, tanta l’incapacità di dialogare, educare, comunicare, trasmettere. Hanno detto in televisione che…Viva la televisione. Più forte e più brava. E povera sinistra, consentitemelo. Lo vedo difficile il cammino.

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