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#Radicali chiedono dimissioni di Renzi e denunceranno danno erariale

Non è più tollerabile che sia a rappresentare il governo italiano, oggi, proprio coloro che sono mobilitati contro la CEDU

La riunione è stata convocata dai Radicali, proprio il 28 maggio quando è scaduto l’ultimatum della Corte europea dei Diritti dell’Uomo sulla sentenza Torregiani, per discutere se “sollecitare le dimissioni da Presidente del Consiglio il grande Renzi”.

Per Marco Pannella che aveva preannunciato la riunione alle 10 e 30 dai microfoni di Radio Radicali, il motivo è molto semplice:

 

Pannella, i Radicali e lo scontro tra Stato di Diritto, Diritti Umani e la Ragion di Stato in Italia
Pannella, i Radicali e lo scontro tra Stato di Diritto, Diritti Umani e la Ragion di Stato in Italia

Abbiamo, adesso, un Presidente del Consiglio italiano che rappresenta ufficialmente una posizione anti CEDU, perché la CEDU ci ha indicato termini ma anche obiettivi precisi e, soprattutto, anti Presidente della Repubblica e i suoi atti formali come grande magistrato, il più alto magistrato della Repubblica italiana in termini di diritto. Credo che dovremo svolgere -aveva aggiunto Pannella- anche i motivi formali per i quali non è più tollerabile che sia a rappresentare il governo italiano, oggi, proprio coloro che sono mobilitati contro la CEDU e contro le posizioni e le statuizioni del nostro presidente della Repubblica

 

In realtà, poi, quello che viene realmente discusso è se chiamare in causa Presidente del Consiglio e Ministro della Giustizia (anche precedenti) per danno erariale provocato dalle continue omissioni e non azioni, relativamente all’altro aspetto delle violazioni dei diritti umani per cui l’Italia è pluri condannata: l’eccessiva lentezza dei processi e la conseguente (e ormai anche questa sistemica) violazione del diritto ad avere un processo in tempi ragionevoli.

I risarcimenti ottenuti dai cittadini italiani negli anni, in virtù della ex legge Pinto (Legge 24.03.2001 n° 89) per l’eccessiva durata dei processi prevedendo norme per l’adeguata riparazione economica da parte dello Stato che non è in grado di garantire una giustizia tempestiva.

La legge dice chiaramente, all’articolo 1, che ”

chi ha subìto un danno patrimoniale o non patrimoniale per effetto di violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, sotto il profilo del mancato rispetto del termine ragionevole di cui all’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione, ha diritto ad una equa riparazione

Eque riparazioni che, annualmente, costano ai cittadini italiani la bellezza di 500 milioni di euro.

Deborah Cianfanelli @dCianfanelli - Direzione Nazionale Radicali Italiani
Deborah Cianfanelli @dCianfanelli – Direzione Nazionale Radicali Italiani

Dopo l’annuncio, nel pomeriggio, poi, durante la riunione al Partito Radicale sull’eventuale richiesta di dimissioni da presidente del consiglio Renzi, l’avvocato Deborah Cianfanelli della Direzione Nazionale spiega il perché, secondo il suo parere, questa iniziativa sia estremamente importante  (intervista andata in onda su Radio Radicale nella serata alle 21) e, per farlo, cita la risposta ottenuta alla richiesta di uno specifico parere, dal Procuratore capo della Sez. Regionale Lazio della Procura generale della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis: i danni erariali causati da comportamenti di malagiustizia saranno oggetti di attenta valutazione e potranno determinare l’apertura di un’inchiesta giudiziaria.

 

“Innanzitutto -spiega Cianfanelli anche in risposta a chi obietta la comprensibilità da parte dei cittadini dell’iniziativa che, in pratica, vuol citare Renzi e il governo per il danno erariale arrecato alle casse dello Stato- quest’iniziativa non vedo perché non dovrebbe essere comprensibile dalla maggior parte dei cittadini. Non sottovalutiamoli. Le cose basta spiegarle nel modo più chiaro possibile e in termini meno tecnici e giuridichesi.
Il danno erariale non è altro che un danno che viene causato all’economia nazionale, e quindi riguarda tutta la collettività. Non è che dobbiamo considerare i cittadini italiani come li considerano gli altri partiti ossia degli stupidi cui gli diamo € 80 in busta paga di elemosina e si scorgono tutto e tutti gli altri problemi.

Stiamo parlando di danni economici enormi. Quindi, si spieghiamo alle persone che vogliamo denunciare i responsabili dello Stato, a partire, appunto, dal presidente del consiglio al ministro della giustizia, ai ministri della giustizia anche precedenti e ai presidenti del consiglio precedenti, e chiunque per la sua competenza di partecipazione alla reiterazione costante di recidiva di questi comportamenti che hanno portato l’Italia ad essere il paese più condannato in Europa con la Turchia e la Serbia per quanto riguarda le carceri.
Non vedo perché non dovrebbero comprendere che gli vengono offerti € 80 come elemosina mentre gli vengono rubati miliardi, in quanto, come abbiamo avuto modo di evidenziare già nel 2007, la commissione tecnica per la finanza pubblica indicava in 500 milioni di euro all’anno il rischio economico dello Stato per le future e probabili condanne ex legge Pinto.
Quindi questa stima di 500 milioni di euro annui che è già superata di per sé dai calcoli fatti dalla Banca d’Italia che ne stima il danno economico di questi risarcimenti nella misura dell’1% del Pil; non vedo per quale motivo i cittadini non dovrebbero immediatamente recepirla nella sua gravità.
E questi erano dati che già venivano diffusi nel 2007. Dopodiché sappiamo che hanno chiuso la possibilità di accedere a questi dati e sappiamo che queste future e probabili condanne così definiti allora sono stato altro che probabili. Sono attuali e a questi si vanno a sommare anche tutti i procedimenti conseguenti risarcimenti sulla situazione delle carceri. Quindi, quello che c’è da spiegare i cittadini per rendere comprensibile e ritengo molto popolare quest’iniziativa è proprio che questo danno va ad influire sull’economia di tutti.
È uno dei motivi per cui l’economia dell’Italia non può rilanciarsi.
In riferimento alla coesione del partito, chi ritiene che prima di fare una qualunque iniziativa sarebbe necessario di dare coesione al partito io dico che ritengo che proprio su quest’iniziativa potrà essere ritrovata la coesione del partito perché può riunire la collaborazione dei due fronti. Stiamo discutendo e perdendo energie, ribadisco, da troppo tempo e da troppi anni su chi, come me, è più propenso a vedere come la battaglia, come lotta principale, quella della giustizia, probabilmente anche perché per mie competenze personali sono più portata ad affrontare un’analisi che uno studio su questi settori e altri che, per loro competenze e preparazioni, sono più propensi e portati ad analizzare la situazione del nostro paese, dello specifico del nostro paese, da un punto di vista più strettamente economico. Io non ho mai denigrato queste battaglie. Posso dire che magari posso parteciparvi più a traino. Non posso essere io motrice di queste però l’apporto anche per la stesura di questo esposto che mi accingo a. Predisporre e che limiterò al più presto a disposizione sia importante l’apporto anche di chi ha maggiori competenze dal punto di vista dell’economia. Perché questa racchiude veramente tutto e della dimostrazione di come la mala giustizia interagisca, preferisca e causi un danno economico e può essere analizzato anche da un punto di vista di esperti più economici e giuridici. Quindi ritengo che possa essere anche e proprio questa la lotta che possa ridare commissioni al partito.
Volevo rileggere per rendere ridotti anche i partecipanti a questa riunione allargata e magari non hanno sentito, non hanno vinto ancora questa notizia in merito all’esposto alla procura generale della corte dei conti. Sia io che Marco abbiamo scritto e preso contatti con Angelo Raffaele de Dominicis e il procuratore capo della sezione regionale Lazio presso la corte dei conti e illustrato, personalmente gli ho mandato una sintesi più sintesi che potessi, l’idea dell’esposto che intendiamo fare. E ha risposto oggi. Io gli ho riscritto chiedendo di poter divulgare e rendere pubbliche queste sue parole che ritengo molto importanti e che vorrei rileggere. Non ho ancora avuto una sua autorizzazione a prenderli ovviamente per la stampa però nella nostra riunione penso che sia necessario.>>

Rita Bernardini a questo punto la interrompe dicendole che la riunione allargata e anche in diretta da RadioRadicale.

<< E allora per il momento magari evito. Però diciamo che alla richiesta di un parere ha fatto sapere che non ritiene fondato e che potrebbe quindi aprirsi un’inchiesta giudiziaria in questo senso. Abbiamo una forte possibilità di poter far scoppiare finalmente questo grandissimo scandolo. Non so se è l’ultima, magari ce ne inventeremo tutti quanti insieme anche delle altre. Cronologicamente è l’ultima idea. Personalmente mi è venuto questo flash>>
A questo punto interviene Pannella per dare a Deborah Chan fanelli un’importante informazione: << il comunicato -dice Pannella- che tu per il momento ritenevi opportuno non leggere in realtà attraverso RadioRadicale e stato letteralmente reso pubblico e di conseguenza vorrei invitarti visto che questo è accaduto visto che sono poche righe di grande chiarezza se mai di ripeterle. Credo che non sia solo opportuno ma anche corretto.>>

L’avvocato Debora Cianfanelli allora legge la mail ricevuta da De Dominicis in richiesta di un parere:

<<I motivi che anticipano il contenuto dell’esposto per danno erariale causato da comportamenti di malagiustizia saranno oggetti di attenta valutazione e potranno determinare l’apertura di un’inchiesta giudiziaria. L’onorevole Marco Pannella mi ha trasmesso un voluminoso dossier che tratta la stessa materia. Spero di poter agire nell’interesse della giustizia e del nostro non molto fortunato paese. Molti Cordiali saluti, Raffele de Dominicis>>.

Poi l’avvocato Cinfanelli si rivolge a Marco:

<<Il dossier che marco ha allegato, non so bene se si tratti di quello sulla giustizia o quello sulle carceri che è stato inviato a Strasburgo …>>

E Pannella interrompendola le dice: <<Tutti e due. Per non sbagliare…>>.

Debora Cianfanelli, allora prosegue:

<< Perfetto, perché saranno le sintesi di entrambi questi dossier che formeranno le basi di questo esposto. Tutti i dati che sono lì contenuti dimostrano la flagranza criminale del nostro Stato, la reiterazione e il menefreghismo di tutti i massimi vertici che andremo a citare, di fronte a tutti gli auspici, gli interventi, gli inviti più o meno formali provenienti dalle giurisdizioni internazionali, dalle giurisdizioni nazionali e dallo stesso presidente della Repubblica. Ritengo che non ci sia da aver timore di stuzzicare un conflitto tra le istituzioni dello Stato, ma che questo sia proprio il momento in cui un conflitto tra queste istituzioni vada sollecitato proprio per far tornare queste istituzioni, che sono ormai sono soltanto istituzioni criminali, e lo dico anche in diretta radio radicale, perché hanno causato e stanno causando con questi malfunzionamenti, con il menefreghismo, con il mancato rispetto della legalità, della giustizia, del diritto del nostro Paese che è sempre stato la culla della diritto da Beccaria in poi.

E il caso Italia è collegato a questo. Quindi io la ritengo -proprio questa idea- riassuntiva, il concentrato di Ianni delle nostre lotte e di quelle future. Un estremo tentativo di urlare la necessità di riportare le istituzioni, tutte quante, nella legalità, nel rispetto della legalità. Pertanto se è per arrivare questo, a provocare uno scontro tra queste istituzioni, ben venga! E quindi penso che non dovremmo avere nessun timore di affrontare questo che può essere coesivo per il partito >>

Giuseppe Di Leo
Giuseppe Di Leo

Per Giuseppe Di Leo, giornalista vaticanista di Radio Radicale, prima ancora dei “conflitti istituzionali tra i poteri, in politica c’è un momento che precede questo potenziale conflitto istituzionale di poteri. Ed è il conflitto di concezioni sul Potere”.

Per il vaticanista radicale, la proposta di Marco Pannella di chiedere le dimissioni di Renzi e di denunciare il danno erariale arrecato per le non azioni e le omissioni del governo e dei governi precedenti, “si incunea in una ferita molto aperta e ancora sanguinante, perché” – spiega ancora Di Leo – “quando lui (Marco Pannella, ndr) chiede le dimissioni al recentissimo trionfatore – almeno secondo i dati apparenti – … non è riducibile, a mio modo di vedere, soltanto al fatto di lasciare una poltrona, quanto piuttosto – ed è qua il significato dirimente lancinante della denuncia di Marco – quanto la disponibilità a dismettere quella visione della politica che tradisce la stessa formazione di Renzi. Perché nell’analisi di queste ultime quarantotto ore del successo di Renzi mi hanno colpito quelle tre, quattro analisi fatte da esponenti che provengono da storiche culture politiche del ‘Novecento. Ieri è uscita – prosegue Di Leo – un’analisi di Cirino Pomicino (sul Foglio, ndr) il quale ha detto  che il giovane Renzi deve dimostrare di essere erede della cultura politica di (Giorgio, ndr) La Pira e di Giuseppe Lazzati“.

Lasciando perdere per un momento La Pira, Giuseppe Di Leo si sofferma a notare che Lazzati è lo storico Rettore della Università Cattolica che Marco (Pannella, ndr) conosce bene e di cui è avviato anche il processo di beatificazione e che al suo 75° compleanno i suoi allievi hanno scritto un volume in onore di; trent’anni fa:Paradoxa Politeia, il modo paradossale della Politica. Un volume in cui, per Di Leo,

<< Si mette in sintesi il punto di vista di Lazzati che era uno studioso di Sant’Agostino, della Patristica (la filosofia degli antichi patres, ndr) del pensiero politico della tarda latinità e in cui si dice: la crisi dei sitemi politici deriva nel momento in cui, come insegnava Agostino d’Ippona, i regimi politici non rispettano la legge che si sono dati e diventano “magna latrocinia”. Questa è l’espressione di Sant’Agostino>>.

Poi Di Leo conclude il suo intervento dicendo che:

“Lo sforzo del partito più anziano del panorama politico italiano non sia tanto quello di occuparsi della teoria dell’organizzazione, perché allora ci limiteremmo soltanto a una visione di conflitto di poteri. Che di per sé può essere utile, ma secondo me in questo momento può essere anche solo riduttivo, quanto alla teoria del fatto. E cioè, sfidare Renzi a riscoprire la propria cultura politica”.

Testo a cura di Giuseppe Candido.

A questo link, le opinioni di alcuni costituzionalisti intervistai da Radio Radicale

http://www.radioradicale.it/le-richieste-di-dimissioni-di-renzi-lopinione-dei-costituzionalisti

Per riascoltare e rivedere la riunione straordinaria clicca sul link sottostante:

Riunione straordinaria sulla richiesta di dimissioni al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di Marco Pannella

Sullo stesso argomento puoi ascolta anche le interviste su RadioRadicale.it all’avvocato Deborah Cianfanelli sulla questione.

Carceri: i radicali annunciano una denucia alla Corte dei Conti per danno erariale. Intervista a Deborah Cianfanelli

Dossier radicale sulle carceri al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa – Intervista a Deborah Cianfanelli

Verso il 28 maggio 2014. Una sempre più prepotente urgenza

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