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Come diradare quelle “nuvole pesanti”

di Giuseppe Candido

Nell’editoriale di domenica 30 marzo, il direttore de il Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, ci rappresentava in maniera assai efficace il quadro fosco delle “istituzioni nebulose” calabresi che si delinea dopo la pesante condanna a 6 anni, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, inflitta al governatore Giuseppe Scopelliti. Una condanna che, sebbene di I grado, in base alla legge Severino ne prevede la decadenza. È chiara rappresentazione dei fatti affermare, come fa il direttore Cosenza, che “la politica sta di nuovo venendo meno al suo ruolo” e che il consiglio regionale e la Regione sono lo “specchio fedelissimo dell’arretratezza e dello sfasciume (partitocratico, ndr) in cui versa la Calabria”. Ed è sempre fedelissima fotografia dei fatti dire che adesso si aprirà una “questione di sopravvivenza dei consiglieri regionali”, anche in vista della riduzione dei seggi che si dovrà fare. Ha ragioni da vendere il direttore quando afferma che “questo consiglio regionale andava sciolto già da tempo sia per effetto delle inchieste giudiziarie, che hanno colpito i suoi esponenti con accuse gravissime, sia per la sua insignificante attività”. Ma siamo sicuri che basti andare al voto subito, cambiare la gamba su cui poggia un’organismo malato, la partitocrazia appunto, passare dal cetro destra al centro sinistra. Abbiamo visto, anche con l’esperienza del passato che al peggio non c’è mai fine se non si programma una rinascita. Noi del Partito radicale, con la lista Bonino Pannella, avevamo provato a sostenere la candidatura alla presidenza della Regione di Pippo Callipo. Avevamo tentato di evitare che allo sfascio del centro sinistra trionfasse il peggio partitocratico del centro destra. Contro la macchina da guerra di Scopelliti, e in generale della partitocrazia calabrese, fatta di clientele e connessioni a volte indicibili, non vi fu storia.Noi radicali, rimanemmo allo zero virgola.

Oggi potrebbero essere i cittadini stessi, con movimenti organizzati, a riappropriarsi delle istituzioni e a diradare le nebbie che le avvolgono in questa nostra terra. Per una nuova Regione, serve maggiore trasparenza; serve poter conoscere, di ciascun eletto o nominato, il loro stato patrimoniale, i loro redditi e i loro interessi finanziari. Oltre al numero di consiglieri, occorre subito dare un drastico taglio alle spese per i rimborsi elettorali e per l’attività politica dei gruppi consiliari; e per quelli che resteranno a sostegno dell’attività politica, ben documentati dovranno poter essere conosciuti direttamente dai cittadini attraverso la rete. Oggi internet consente, se usata bene, di fare una rivoluzione a costo zero ma che avrebbe un impatto forte dimostrandosi, alla lunga, capace di riavvicinare i cittadini alla politica, che oggi considerano qualcosa di ignobile. Accanto a questa rivoluzione morale e culturale, come notava giustamente il direttore nel suo editoriale, per i fondi europei, dovremmo assicurarci che, nei prossimi anni, a gestire le politiche della Regione vadano persone capaci di spendere bene gli 11 miliardi di euro che, dal 2014 al 2020, arriveranno da Bruxelles individuando gli “obiettivi prioritari” di cui questa terra non può più fare a meno per un sano, ed ecologicamente sostenibile, sviluppo. Bonifiche ambientali, risanamento dissesto idrogeologico, adeguamento vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio pubblico e privato, risoluzione del problema dei rifiuti mediante l’ammodernamento degli impianti di trattamento idonei a produrre cdr (combustibile derivato da rifiuti) che, invece, paradossalmente, dobbiamo comprare da altre regioni per poter far funzionare il termovalorizzatore di Gioia Tauro, proprio mentre non sappiamo dove mandare i rifiuti nostri. È vero, la politica calabrese, quella legata ai partiti che hanno occupato i posti chiave di potere per alimentare e gestire clientele, ha dimostrato tutta la sua incapacità nel governare e gestire i fenomeni del territorio e nel dare risposte.

Come uscirne? Affinché le cose possano davvero cambiare, per abolire la miseria della politica fatta tramite clientele o, peggio, commistioni grigie irraccontabili, un ruolo assai determinante ce l’ha l’informazione. La stampa e, soprattutto, le televisioni, tramite le quali i cittadini calabresi, formano le loro opinioni. Per abolire le zone grige c’è bisogno di un’informazione che smetta di formare il consenso e cominci ad informare i cittadini, con obbiettività, su tutte le “offerte politiche” in campo.

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SENTENZA SCOPELLITI: IL “MODELLO SFREGIO” UMILIA LA CALABRIA

SCELTA CIVICA PRONTA AL VOTO

Riceviamo e pubblichiamo
Cosenza – “Siamo passati dal Modello Reggio al Modello Sfregio: ecco cosa ha fatto il centrodestra, altro che buon governo! Adesso si può restituire dignità alle istituzioni calabresi tornando velocemente alle urne”, così Katia Stancato, coordinatrice di Scelta Civica Calabria, commenta la sentenza a carico del Governatore Giuseppe Scopelliti e le recenti notizie di dimissioni.
“Lasciamo stare le ovvietà sull’innocenza fino al terzo grado di giudizio, queste sono considerazioni che attengono ai giuristi, qui parliamo di politica. Se lo ricordino i membri della Giunta che si sono permessi di attaccare in maniera ignobile la magistratura” – ha detto la Stancato – “Diamo atto a Scopelliti di aver annunciato prontamente le dimissioni assieme alla sua Giunta. È una questione di dignità delle istituzioni che viene prima, molto prima, del destino individuale di ognuno di noi”.
“Anche se non ci fosse stata la legge Severino, che per inciso fu votata anche da chi oggi grida allo scandalo, Scopelliti avrebbe dovuto lasciare e con lui l’intera Giunta regionale: è evidente infatti che di fronte ad un fatto così grave è giusto rimettersi al popolo calabrese perché possa esprimersi. Scopelliti ha tutto il diritto di difendersi in aula e, se ci riesce, dimostrare la sua innocenza ma deve farlo da privato cittadino” – ha continuato la coordinatrice di Scelta Civica.
“La verità è che il centrodestra calabrese ha fallito la sua funzione storica, nella quale pure in tanti hanno creduto: come si è visto bene anche a Catanzaro infatti, il sistema di malgoverno, nepotismo, clientelismo è stato tutt’altro che combattuto bensì alimentato e foraggiato in modo da continuare le stesse bieche pratiche che a parole si dichirava di voler combattere” – ha aggiunto la Stancato – “Ora andiamo al voto e Scelta Civica è pronta a costruire una seria alleanza alternativa a questo stato di cose: ce lo chiedono i calabresi, ce lo chiede la Calabria che merita di più e di meglio”.
“In questo momento c’è bisogno di un sussulto di dignità da parte di tutta la classe dirigente calabrese. Per questo trovo francamente imbarazzante l’ipotesi di una staffetta per assicurare una buonauscita europea a Scopelliti: non copriamoci di ridicolo in Europa candidando un Governatore appena condannato oppure smettiamo di lamentarci se tutto quello che sapremo raccogliere sono stupore e biasimo. Io fossi un cittadino inglese o spagnolo non potrei fare altrimenti” – ha concluso la Stancato.

28-03-2014

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Emergenza rifiuti in Calabria: la rete in difesa del territorio chiede che “si dimettano Pugliano e Scopelliti”

di Giuseppe Candido

La Calabria non è una pattumiera! Domani, 6 Giugno una giornata di confronto tra comitati, associazioni e movimenti in difesa del territorio, per chiedere le dimissioni dell’assessore regionale all’ambiente e del presidente Scopelliti.

Difendiamo la Calabria è una rete di comitati e associazioni ecologiste che si batte per la difesa del territorio. Legge rifiuti zero, acqua bene comune e presidi sul territorio per verificare la legalità dello stoccaggio dei rifiuti nella nostra regione sono le battaglie che “Rete difesa del territorio” porta avanti ormai dal 2009. Cittadine e cittadini, ma anche associazioni di volontariato, culturali ed ecologiste che, insieme, sostengono questo “movimento” d’idee e di persone.

L’appuntamento è per domani, 6 giugno 2013, all’Università della Calabria, al “cubo” numero 18 dove c’è il ponte coperto del parcheggio di linguistica. Alle ore 17.30 inizierà il dibattito sulla legge rifiuti zero che, anche noi di Abolire la miseria della Calabria sosteniamo e, a seguire, per una legge sul ritorno alla pubblicizzazione dei servizi essenziali e sull’importanza delle bonifiche dei siti inquinati calabresi. Si parlerà del caso della “Legnochimica” e, sul ciclo dei rifiuti, la testimonianza di Scala Coeli e le specifiche delle condizioni calabresi dopo sedici anni, ormai quasi diciassette, di commissariamento dell’emergenza.

Chi per lavoro o per altri impegni non potrà essere fisicamente presente potrà lo stesso seguire il dibattito-confronto e gli interventi programmati perché il tutto sarà trasmesso in diretta su “FuoriOndaRadio”.

Alle 22.00, al termine del dibattito una serata di “musica collettiva” a sostegno della “causa ambientale” con un palco aperto “a chiunque voglia suonare, cantare, ballare o semplicemente far rumore”. La Calabria non è una pattumiera è lo slogan dell’appello diffuso su internet per convocare la manifestazione: “Le strade ancora cariche di immondizia” scrivono gli organizzatori – “esemplificano in maniera evidente che la fallimentare gestione del ciclo dei rifiuti continua anche dopo la fine del commissariamento. Infatti, dopo 16 anni di emergenza e circa 2 miliardi spesi, il ritorno alla competenza regionale non ha apportato nessun miglioramento. Finora infatti la raccolta differenziata è stata ostacolata proprio dall’ufficio del commissariamento all’emergenza ambientale che, agendo in deroga alle leggi ordinarie, ha di fatto incentivato un modello di gestione dei rifiuti basato su inceneritori e sull’apertura di nuove mega-discariche. La salute dei cittadini è stata subordinata al profitto di quei privati che hanno fatto del nostro territorio una fonte di speculazione. Impianti inquinanti e discariche abusive o non bonificate tuttora in uso sono solo una parte della devastazione ambientale della nostra regione. Infatti, la Calabria è ricca di siti inquinati che da tempo richiedono una messa in sicurezza. Per diversi siti, inoltre, risultano nemmeno essere censite le certificazioni necessarie per valutare il danno ed avviare le adeguate bonifiche. Questa è la riprova della linea politica della regione rispetto la tutela della salute e della questione ambientale del nostro territorio. In questa direzione va anche la bozza di piano regionale sui rifiuti e soprattutto il nuovo decreto del presidente Scopelliti che, oltre a riproporre la costruzione di nuove discariche e impianti, dispone il pericoloso sversamento del rifiuto tal quale in discarica. I modelli virtuosi quali la riduzione del rifiuto attraverso il riciclo e il riutilizzo per mezzo la raccolta porta a porta spinta non sono affatto presi in considerazione. La salute, l’ambiente non sono tematiche di cui possiamo disinteressarci. La partecipazione attiva di comitati e cittadini è la più efficace forma di contro e difesa dei nostri territori. Per questo, chiamiamo tutti i cittadini, le associazioni e i movimenti a incontrarsi insieme per confrontarsi sul futuro del nostro territorio.”

Il testo, per la Rete in Difesa del Territorio “F. Nistico”, è firmato dalle associazioni “Ingegneria Senza Frontiere” di Cosenza, “Laboratorio Politico P2 Occupata”, “Ateneo Controverso”, “Pensierolibero Unical”, “Associazione Crocevia”, dal Comitato Ro.Mo.Re. e dal “comitato No Megadiscarica Castrolibero” .

Cosa chiedono?

Legge sui rifiuti per la Calabria sul modello di quella di iniziativa popolare “Rifiuti Zero, perché – si legge – “Manca una legge quadro che tratti la gestione del ciclo dei rifiuti. A questo proposito, traendo spunto dal progetto Rifiuti zero entro il 2020, proponiamo questo progetto di legge che possa produrre un modello virtuoso, attraverso il riciclo, il riutilizzo e l’abbattimento della produzione di materiali non riciclabili e inquinanti”.

Una legge sull’acqua pubblica perché “l’esito dei referendum ci ha spinti a immaginare una proposta di legge dal basso che ri-pubblicizzi la gestione dei servizi idrici e la bonifica delle falde acquifere e dei bacini”.

La ri_pubblicizzazione di tutti i servizi essenziali e la bonifica dei siti inquinati perché, si legge testualmente, “la Calabria è ricca di siti inquinati che da tempo richiedono una messa in sicurezza. Occorre provvedere ad una certificazione di tutti i siti da bonificare e procedere subito ad una messa in sicurezza e avviare immediatamente le adeguate bonifiche”.

Si dimettano Scopelliti e Pugliano. Secondo gli organizzatori, che denunciano le responsabilità della politica regionale sui temi che riguardano direttamente l’ambiente, la Giunta guidata da Giuseppe Scopelliti avrebbe “dimostrato di tutelare ben altri interessi piuttosto che quelli riguardanti la salute pubblica e la difesa dell’ambiente. Per questo, è imprescindibile partire dalle dimissioni di chi in questi ultimi anni si è reso colpevole di questa cattiva gestione, per costruire dal basso un modello basato sul controllo e la partecipazione dei cittadini.

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8 NUOVE TAPPE PER I PISL MINORANZE LINGUISTICHE E SPOPOLAMENTO

Giacomo Mancini
Giacomo Mancini

SCOPELLITI E MANCINI FIRMERANNO L’ACCORDO DI PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA CON I PARTENARIATI.

(Riceviamo e pubblichiamo)

L’Assessore regionale alla Programmazione nazionale comunitaria Giacomo Mancini firmerà, a partire da domani giovedì 4 aprile 2013, l’accordo di programmazione negoziata con i partenariati dei Pisl (Progetti integrati per lo sviluppo locale) “Minoranze linguistiche e spopolamento” ammessi a finanziamento. Con questa sigla i Comuni interessati potranno utilizzare 56,4 milioni di euro per contrastare lo spopolamento e per la tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche.

Otto le tappe (vedere appuntamenti in basso) in alcune delle quali sarà presente anche il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti.

Si parte domani con le minoranze Occitane a Guardia Piemontese, alle ore 17 nella sala consiliare del Municipio. Seguiranno poi le altre tappe: il 5 aprile a Roghudi, in provincia di Reggio Calabria, per le minoranze Grecaniche; per il Pisl Spopolamento si firmerà poi a Reggio Calabria l’8 aprile; il 9 aprile a Catanzaro e Crotone; e a Vibo Valentia il 10 aprile; le Minoranze albanesi sigleranno, invece, sempre il 10 aprile ma nel pomeriggio a Spezzano Albanese; si chiuderà il 12 aprile a Cosenza con i Comuni ammessi a finanziamento per il contrasto allo spopolamento del territorio cosentino.

A essere coinvolti nel Pisl i piccoli comuni, quelli con meno di 1500 abitanti, e le aree dove sono presenti le minoranze linguistiche.

SPOPOLAMENTO – Finanziati progetti per circa 42 milioni di euro con l’obbiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento. In 99 comuni grazie alle risorse europee verranno riqualificati immobili, aree e infrastrutture degradate o sotto utilizzate, realizzati centri sociali e ricreativi, volti alla diffusione della cultura dell’inclusione e al sostegno agli anziani e di accoglienza delle donne disagiate e interventi utili a sostenere lo sviluppo imprenditoriale locale e a recuperare gli antichi mestieri.

MINORANZE – Altri 14,4 milioni sono stati indirizzati verso i 41 comuni in cui sono insediate le tre minoranze presenti in Calabria: albanese, grecanica e occitana. Le risorse sono destinate alla realizzazione di musei etnografici, biblioteche e mediateche, conservatori musicali, parchi culturali e letterali laboratori della memoria storica, festival di musica etnica.

Questi progetti s’inseriscono nella procedura dei Pisl, per la quale sono stati attivati 406 milioni di fondi europei e con i quali sono state premiate le migliori progettualità della Calabria.

Maria Francesca Rotondaro


LE TAPPE (in allegato anche la locandina)


4 aprile h 17,00 Minoranze

Sala Consiliare Comune

Via Municipio 1

87020 Guardia Piemontese (CS)


5 aprile h 11,00 Minoranze

Sala cinematografica in via Ghorio

Roghudi Nuovo –


8 aprile h 11,00 Spopolamento

Sala Giuditta Levato, Palazzo Campanella

Via Cardinale Portanova

89123 Reggio Calabria


9 aprile h 11,00 Spopolamento

Hotel Guglielmo

Via Tedeschi, 1

88100 Catanzaro


9 aprile h 17,00 Spopolamento

Consiglio Provinciale

Crotone


10 aprile h 11,00 Spopolamento

Biblioteca Comunale

Via Jan Palach

89900 Vibo Valentia (VV)


10 aprile h 17,00 Minoranze

Palazzo Luci

Via Luci

87019 Spezzano Albanese (CS)


12 aprile h 11,00 Spopolamento

Ridotto del Teatro Rendano

87010 Cosenza (CS)

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Ora tocca a loro (sic!)

di Giuseppe Candido

Ci vuole le faccia tosta per dire che ora, proprio loro che l’hanno causato, ci salveranno dal disastro. Dopo il caos dei rifiuti per le strade delle città e dei paeselli calabresi, peraltro non ancora cessato, e dopo la rabbia dei Sindaci del catanzarese autoconvocatisi in protesta dal commissario per l’emergenza Speranza, che già il cognome la dice tutta su un’emergenza che ormai dura da più di sedici anni, oggi ci tocca la vera notizia: dopo sedici anni di commissariamento e oltre un miliardo di euro gettati letteralmente in fumo come ci dimostrano quei cumuli di rifiuti per le strade e le discariche stracolme, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha firmato l’ordinanza che prevede di “favorire e regolare il subentro” della Regione Calabria nelle competenze affidate per sedici anni all’Ufficio del Commissario. In pratica, tradotto dal politichese, l’emergenza resta tragicamente sotto gli occhi di tutti ma, d’ora in poi, toccherà alla Regione e al suo Presidente Giuseppe Scopelliti risolvere il problema rifiuti. Però, per cercare di capire bene, bisogna fare un passo indietro e ricordarsi come, durante i sedici anni di commissariamento dell’emergenza rifiuti in Calabria, più volte lo stesso Ufficio del Commissario sia stato guidato dal Presidente della Regione in carica al momento. È stato il caso di Agazio Loiero, nominato Commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria quando al Governo c’era Romano Prodi ed è stato il caso del governatore Chiaravalloti delegato a presiedere l’Ufficio del Commissario per l’emergenza rifiuti durante il governo Berlusconi. E bisogna ricordare quando, nel 2007, il prefetto Antonio Ruggiero abbandona la guida dell’Ufficio appena affidatogli denunciando, nella sua relazione, i 41 dipendenti fantasma e bilanci di milioni di euro fatti su foglietti che ci valsero la penna di Gian Antonio Stella sulla prima pagina sul Corriere della Sera. Siamo ormai nel 2013 e ancora oggi, nel piano rifiuti, non si parla di trattamento meccanico biologico dei rifiuti come alternativa agli inceneritori, non si parla e, soprattutto, non si attua la raccolta differenziata porta a porta né tantomeno una politica incentivante il ciclo produttivo a rifiuto zero. Parlano solo di chi avrà le competenze di gestire quello che prima gestiva l’Ufficio del Commissario, pur rendendosi conto, sotto sotto, che di grana si tratta. Se proprio volessero raccontarla tutta ai propri lettori, i giornali e i media calabresi, soprattutto quelli che prendono il finanziamento pubblico per l’editoria, dovrebbero ricordare al Presidente Scopelliti, quando questi afferma candidamente che “Ora tocca a noi”, come se la politica calabrese non c’entrasse nel disastro che è sotto gli occhi di tutti e stigmatizza pure che “L’emergenza c’è, ma è colpa di chi non ha pianificato”, che proprio lui era tra quelli che non hanno pianificato. Che anche lui fa parte di quella classe dirigente di questo Paese, nazionale e regionale, che non è stata in grado di governare i fenomeni. Dimentica Scopelliti di essere stato già Sindaco di Reggio Calabria oltreché consigliere Regionale ai tempi del Presidente Chiaravalloti. Anche lui dovrebbe quindi, come classe dirigente di questa Regione, assumersi la responsabilità di un palese fallimento. Ma la miseria dell’informazione c’è, ed è anche calabra!

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