Di Valter Vecellio
Il presidente del Senato Pietro Grasso, persona a suo modo simpatica e di spirito (per come ho avuto modo di conoscerlo), alle spalle, com’è noto un passato di magistrato impegnato in importanti e delicate vicende di mafia (e non solo giudice a latere del maxi-processo alla Cosa Nostra), amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; anche lui nel mirino mafioso, e scampato miracolosamente ad attentati e agguati; autore di libri non banali; interviene sulla polemica innescata dalla sentenza della Corte di Cassazione a proposito dello stato di salute di Totò Riina. Dice una cosa che mi inquieta, preoccupa; e soprattutto preoccupa che non vi siano reazioni inquiete al suo dire.
Grasso in sostanza dice che si può parlare di una possibile dismissione del regime del carcere duro previsto dal 41-bis a patto che Riina parli: dica quello che sa a proposito dei delitti eccellenti, della zona oscura che c’è dietro la Cosa Nostra militare. Continua la lettura di LE AFFERMAZIONI GRAVI DEL PRESIDENTE DEL SENATO (E ALTRE COSE SU CUI FORSE NON E’ INUTILE RIFLETTERE UN POCO)