Archivi tag: Giovanni Falcone

LE AFFERMAZIONI GRAVI DEL PRESIDENTE DEL SENATO (E ALTRE COSE SU CUI FORSE NON E’ INUTILE RIFLETTERE UN POCO)

Di Valter Vecellio

Il presidente del Senato Pietro Grasso, persona a suo modo simpatica e di spirito (per come ho avuto modo di conoscerlo), alle spalle, com’è noto un passato di magistrato impegnato in importanti e delicate vicende di mafia (e non solo giudice a latere del maxi-processo alla Cosa Nostra), amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; anche lui nel mirino mafioso, e scampato miracolosamente ad attentati e agguati; autore di libri non banali; interviene sulla polemica innescata dalla sentenza della Corte di Cassazione a proposito dello stato di salute di Totò Riina. Dice una cosa che mi inquieta, preoccupa; e soprattutto preoccupa che non vi siano reazioni inquiete al suo dire.

Grasso in sostanza dice che si può parlare di una possibile dismissione del regime del carcere duro previsto dal 41-bis a patto che Riina parli: dica quello che sa a proposito dei delitti eccellenti, della zona oscura che c’è dietro la Cosa Nostra militare. Continua la lettura di LE AFFERMAZIONI GRAVI DEL PRESIDENTE DEL SENATO (E ALTRE COSE SU CUI FORSE NON E’ INUTILE RIFLETTERE UN POCO)

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VENTICINQUE ANNI FA, #FALCONE

Ci siamo. Domani, 23 maggio, sono venticinque anni. Come accade spesso, prima vieni “chiacchierato”, poi ti rimproverano di essere “chiacchierato” e alla fine, quando le chiacchiere stanno a zero, ecco che tutto si fa più facile, perché lo si è capito che tutto quel “chiacchiericcio” ha ottenuto il risultato di isolarti. E se ti hanno isolato, puoi essere anche colpito. La reazione sarà sopportabile, basterà chinarsi un po’ e attendere che passi la piena…

Di Valter Vecellio (*)

Ecco cosa deve aver pensato Totò Riina, quando una sera convoca boss e sicari, per annunciare che il loro nemico, deve essere eliminato. Lì, a quella cena, si decide che all’altezza di Capaci un’apocalisse ucciderà quel “gran cornuto di Giovanni Falcone”. Quello che per ragioni misteriose Riina ha voluto non fosse fatto a Roma, lo si farà in quel tratto di super-strada, tra l’aeroporto e Palermo.

Sì, davvero un “grande cornuto”, quel Falcone, agli occhi di Riina e dei suoi tagliagole. Continua la lettura di VENTICINQUE ANNI FA, #FALCONE

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GIUSTIZIA: L’OTTIMO CONSIGLIO DI BENEDETTO CROCE (NEL 1911): STATE LONTANI DAI TRIBUNALI

Di Valter Vecellio

La lettera  è di Benedetto Croce, indirizzata a Giovanni Amendola la data è del 1 giugno1911. Croce racconta di una disavventura giudiziaria capitata a Giuseppe Prezzolini. Si chiude con un consiglio: stare quanto più possibile lontano dai tribunali. Croce non è un estremista anarcoide; è un liberale con il senso dello Stato e delle istituzioni; e tuttavia, quando si tratta dei tribunali, consiglia prudenza e cautela. Un po’ come per la superstizione: Croce non crede alla jella: “Ma prendo le mie precauzioni”.
A Croce, al suo “consiglio”, alle sue “precauzioni”, mi viene da pensare nel leggere i risultati di un sondaggio demoscopico secondo le quali un italiano su due ha poca o nessuna fiducia nei confronti dei magistrati e del modo in cui applicano le leggi di cui, purtroppo, questo paese è infarcito. Confesso che comprendo molto bene questo italiano su due timoroso; e fatico a comprendere come, al contrario, ci sia un italiano su due che questo timore non lo coltivi.
Lui lo dice con il sorriso tra le labbra; io lo penso seriamente: sono d’accordo con il presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati Piercamillo Davigo: “Pensavo peggio, temevo stessimo a zero”.

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