
di Ilari Valbonesi (*)
Non so quanti di voi abbiano letto l’articolo che allego: Bonino, i radicali e il potere sul corpo di Andrea Puggiotto, oggi sul Manifesto, p.15 e segnalato come “importante” da Angiolo Bandinelli.
Non entro in merito né sull’appropriatezza dei concetti, né sul contenuto “estetizzante” né sull’uso retorico del linguaggio tutto volto a disegnare una parabola in cui l`inviolabilità della persona umana postula il potere di ciascuno di disporre del proprio corpo.
Tralascio anche le conseguenti osservazioni sulla devastante temporalità dispiegata nella chiusa dell’articolo con la frase «siamo gente d`altri tempi, speriamo futuri», devastante, a mio modesto avviso, dal punto di vista politico.
Mi chiedo – e Vi chiedo – invece, se articoli come questi riecheggino o potenzino oppure censurino l’appello di Marco e di Emma alle ISCRIZIONI.
Personalmente credo che proprio questi articoli non aiutino la politica radicale, semmai depotenzino, al limite censurino tecnicamente la necessaria assunzione di responsabilità politica e di azione in prima persona: «Io non sono il mio tumore» infatti mentre il governo falsa le presenze in carcere e imbroglia la corte europea, Blair mente e dilaga il terrorismo e il fanatismo, e si continua a non volere abolire l’ergastolo né inserire il reato di tortura nel nostro codice penale.
(*) Ilari Valbonesi è componente del Comitato nazionale di Radicali Italiani