Archivi tag: Radicali Italiani

#Rom e #Sinti … 400mila individui ghettizzati nei campi

di Rosario Scognamiglio (*)

L’ otto aprile del 1971, a  Orpington – Chelsfield nei pressi di Londra, si tenne il primo congresso internazionale dei popoli Rom e Sinti.

Dal congresso londinese fu costituita l’International Romanì Union, si scelse che la bandiera, delle popolazioni di lingua Romanì, dovesse essere con due strisce orizzontali, una verde a ricordare la terra, l’ altra celeste a simboleggiare il cielo con al centro una ruota raggiata rossa per rammentare la loro natura nomade.Dopo Otto anni, l’ IRU fu riconosciuta dall’ ONU e ogni 8 d’ Aprile si commemora il “Bhatalo romano dives” la buona giornata del popolo rom. Continua la lettura di #Rom e #Sinti … 400mila individui ghettizzati nei campi

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Viadotto #Himera: un paesaggio di speranza

di Ilari Valbonesi

L’Italia frana. A sentire Erasmo D’Angelis, il Coordinatore di #italiasicura struttura di missione del governo contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche – sono 486.000 frane italiane delle 500.000 frane europee che pendono su oltre 20.700 kmq, il 6,9% del nostro territorio nazionale, anche densamente abitati.

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Legalizzare per sconfiggere la ‘ndrangheta, lo dice l’antimafia

Rita Bernardini, in sciopero della fame dal 4 marzo per chiedere allo Stato e al Governo di dare ascolto al messaggio di Napolitano e discutere un provvedimento di amnistia e indulto anche mirato ai reati legati alle droghe leggere, ha iniziato la sua quarta disobbedienza civile “specifica” per la cannabis terapeutica e ha piantato, sul suo balcone romano, ben 50 piantine di marijuana (anche se nessuno ne parla) con la finalità, dichiarata, di cederle ai malati che ne hanno diritto. Ma è davvero lungo l’elenco delle disobbedienze di Rita e la sua fedina penale altrettanto nutrita di condanne, assoluzioni e prescrizioni.

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Depenalizzare: la ‘Ndrangheta tra sette sorelle della mala mondiale grazie al proibizionismo

La Direzione Nazionale Antimafia segnala al Parlamento l’eccezionale diffusione della cannabis, il totale fallimento dell’azione repressiva e che conviene valutare la depenalizzazione, … ma la politica infila la testa sotto la sabbia e tace.
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La cella numero zero, la pillola di Padre Pio e il diritto alla #conoscenza

Giuseppe Candido (pubblicato su Cronache del Garantista domenica 22 febbraio 2015)

Cella numero zero. La chiamano così a Poggioreale, la casa circondariale di Napoli tristemente nota per il suo atavico sovraffollamento che, in passato, ha superato il 178% raggiungendo presenze di tremila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1.680 posti. Mura umide, ammuffite, luride di sangue. Finestre con le sbarre, finestre tenute sempre chiuse e, soprattuto, nessuna telecamera. Salvatore Esposito col suo documentari pubblicato dall’Internazionale – attraverso le testimonianze di numerosi ex detenuti del carcere partenopeo – ricostruisce una realtà agghiacciante, tragica e, allo stesso tempo, drammatica. Continua la lettura di La cella numero zero, la pillola di Padre Pio e il diritto alla #conoscenza

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Luca amava il mare, il vento … la libertà

di Maria Antonietta Farina Coscioni

Pubblicato su Cronache del Garantista venerdì 20 febbraio 2014 a nove anni dalla scomparsa di Luca Coscioni

Luca amava il mare, amava il vento, la sabbia della spiaggia, in particolare Porto Santo Stefano; amava veleggiare con il suo catamarano giallo verso l’isola del Giglio… lì, in quel mare, nove anni fa ha voluto che fossero disperse le sue ceneri… Continua la lettura di Luca amava il mare, il vento … la libertà

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Bolognetti in sciopero della fame a sostegno di @MarcoPannella

E per una risposta ‘paranormale’ dalla Regione Lucania sui dati ambientali.

Il catasto rifiuti della Basilicata resta “segreto”. Perché? L’addetto è stato distaccato in un altro ente e si è portato via documenti e password. … Esilarante!

per cura di Giuseppe Candido.

Che la nonviolenza di Maurizio sia d’esempio a tanti compagni Radicali

Maurizio Bolognetti, componente della giunta di Radicali italiani e segretario di Radicali Lucani, è (pure lui) in sciopero della fame (che palle!, direbbe qualcuno) ad oltranza (a ri-che Palle!) da mercoledì 11 febbraio. Al sostegno degli obiettivi dello sciopero della fame e dell’iniziativa nonviolenta intrapresa da Marco Pannella (che sono quelli dell’amnistia e dell’indulto individuati come “obblighi giuridici” per lo Stato italiano nel messaggio costituzionale – unico in nove anni di mandato – del Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, inviato alle Camere l’8 ottobre 2013 e rimasto inascoltato), Bolognetti ha aggiunto un altro obiettivo, che potremmo definire “ambientale, ecologico”, alla sua azione nonviolenta di sciopero della fame ad oltranza, ma che riguarda sempre la richiesta alle Istituzioni di rispettare la loro stessa legge, il loro diritto e i diritti dei cittadini. Maurizio sa bene che la nonviolenza, uno sciopero della fame, soprattuto se fatto ad oltranza, non lo si può fare per protesta. La nonviolenza è sempre proposta. Per questo il segretario di Radicali lucani nel denunciare il mancato rispetto da parte delle istituzioni regionali lucane del codice dell’ambiente e delle normative nazionali e comunitarie in materia di diritto all’informazione e alla conoscenza dei dati ambientali, contemporaneamente chiede di attuare quella trasparenza che la stessa legge nazionale e sopranazionale prevedono ma che in Basilicata di fatto non c’è.

Ma andiamo per ordine. Autore di diverse pubblicazioni sui danni ambientali e alla salute umana derivanti dallo sfruttamento degli idrocarburi in Basilicata (tra cui Le mani nel petrolio, ed. Reality Book, 2013), quando Bolognetti interviene ai microfoni di Radio Radicale intervistato da Lanfranco Palazzolo è un fiume in piena. Incontenibile. 

Il giornalista riesce a fare un’unica e sola, iniziale, domanda sulle ragioni dell’iniziativa nonviolenta. Dopo aver detto: “Buongiorno!”, agli ascoltatori ama anche un po’ a se stesso, al suo sesto giorno di digiuno, Bolognetti esplode:

“Intanto a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta di Marco”. Obiettivi che Bolognetti richiama brevemente riferendosi al messaggio diffuso dalla radio. 

“Ma c’è anche un’altra questione che è questione” – avverte subito – “sempre di restaurazione della legge e della legalità, in un Paese perso nelle ragion di Stato e che ha smarrito anche nei meandri regionali lo Stato di Diritto. Un Paese dove si concretizza quotidianamente, giorno dopo giorno, un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani, di uno Stato che è “Stato canaglia” sul fronte della Giustizia, così come lo è sul fronte della tutela ambientale e del rispetto del diritto comunitario a presidio della tutela ambientale e della tutela della salute umana (… e con essa di quella delle specie animali e vegetali, ndr)”.

E si spiega meglio. Nel dettaglio Bolognetti diventa tecnico, consapevole, come dice lui, del diritto, dei diritti e della legge.

“E’ uno sciopero della fame oltreché a sostegno dell’azione nonviolenta di Marco, anche su una questione che è quella, in Basilicata, prima del mancato rispetto dell’art. 251 del Codice dell’ambiente (Dec. legislativo n. 152/2006 c..d. T.U. Ambiente, ndr) e adesso del mancato rispetto dell’articolo 189 dello stesso Codice dell’ambiente. La sezione regionale lucana del catasto rifiuti istituita presso l’Arpa Basilicata, di fatto non c’è”. 

Poi continua nella spiegazione: “Lo abbiamo scoperto”, dice Bolognetti, “solo perché un paio di mesi fa, avendo chiesto accesso agli atti per ottenere informazioni sui rifiuti speciali e pericolosi prodotti da ENI, ebbene, il direttore dell’Arpa Basilicata, il dott. Aldo Schiassi, ci ha risposto che non è in grado di fornirci le informazioni richieste perché, verrebbe da dire, l’unico funzionario addetto al catasto rifiuti istituito presso l’Arpa Basilicata è andato via con le password e con i documenti. Anzi, cito testualmente la risposta di Schiassi”, dice mentre si mette a leggere: …

«E’ stata inoltre inoltrata un’urgente richiesta formale di rimessione alla scrivente amministrazione della documentazione elaborata e prodotta relativamente agli anni di riferimento».

E prosegue, ed è difficile distinguere ciò che Bolognetti legge da ciò che dice di suo ventre. È fluviale, appunto. Sciopero della fame sì, della parola mai. 

“Parliamo di dati” – rimarca – “riguardanti rifiuti speciali e pericolosi prodotti dalle compagnie petrolifere che operano in Basilicata. Il direttore di Arpa Basilicata, a richiesta di accesso agli atti per conoscere queste informazioni, risponde che non è in grado di fornirle perché l’impiegato, traduco la risposta se non fosse già chiara, è andato via con i documenti distaccato in altro ente”.

Ridicolo, paradossale? Macché. Per Bolognetti la risposta avuta, dice, 

“è una risposta ‘paranormale’, ma sicuramente una risposta che spinge a dire che siamo difronte a una palese violazione della direttiva 2003/04 CEE avente ad oggetto il diritto di accesso del pubblico all’informazione ambientale, siamo difronte a un’evidente violazione del Regolamento 1367/2006 della Unione Europea, del Parlamento e del Consiglio sull’applicazione della Convenzione di Aarhus, siamo difronte a una palese violazione della stessa Convenzione di Aarhus; e siamo difronte a una palese violazione del decreto legislativo n°33 del 14 marzo 2013 che recita un termine che” – aggiunge – “a me non piace: trasparenza”. Per Maurizio Bolognetti, infatti, “sarebbe più corretto parlare di diritto alla conoscenza”. 

E cita il decreto 33/14, quello che definisce in modo prolisso da fare un baffo a Pannella, “la legge, il diritto, le convenzioni comunitarie e il diritto alla conoscenza che non c’è”, e legge il decreto:

«La trasparenza, …» – aggiunge di suo: un “si sturino le recchie quelli della giunta regionale lucana ad iniziare dal Presidente Pittella” – Poi riprende la lettura del decreto: «La trasparenza è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto a una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di un’amministrazione aperta e al servizio del cittadino».

Dopo aver citato il decreto, Bolognetti sottolinea la situazione con parole durissime rivolte ai dirigenti dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente lucana: 

“Arpa Basilicata, da troppo tempo, ha tradito la sua missione e non è al servizio del cittadino, e non è un ente a tutela della protezione dell’ambiente, men che meno a tutela della salute umana. E verrebbe da dire la stessa cosa per il Dipartimento Ambiente (della Regine, ndr) che vìola l’articolo 251 del Codice dell’Ambiente da dieci anni, e cioè non c’è l’anagrafe dei siti da Bonificare in Basilicata e, difronte a tutto questo, il Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ancora una volta tace”. Su Pittella ironizza un po’ “Ha anche la faccia tosta”, dice Bolognetti, “di scrivere sul suo spazio twitter che chi osa prendere i panni del cittadino dovrebbe prendere una camomilla. Bene, io dico invece al Presidente Pittella che, forse, lui farebbe bene a prendrsi, anzi, a farsi un bel bicchiere di vino, e che forse dovrebbe comprendere, il Presidente Pittella, che se vuole davvero onorare la sua funzione e il mandato degli elettori (in elezioni anti democratiche come quelle lucane del 2013 in cui hanno votato solo il 39% degli aventi diritto) deve operare per garantire il rispetto della legge, del diritto e dei diritti e, oserei dire, anche dell’Istituzione che rappresenta. Purtroppo prendo atto, ahi noi, che l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata, ma come poteva essere diversamente?, è diventato un luogo, un terreno di scontro tra beghe di regime partitocratico e, oserei dire, anche sindacato-cratiche”.

Poi Bolognetti, nel terminare il suo intervento non può far altro che scusarsi con il giornalista, Lanfranco Palazzolo che non gli ha potuto chiedere altro:

“Mi scuso con te”, gli dice, “ma io la chiudo così: non trovo parole migliori per chiudere questo collegamento se non citando la nuda verità di un testo che troviamo sul sito di Radio Radicale, per provare a spiegare perché la nonviolenza, perché il satyagraha, perché lo sciopero della fame: perché noi diamo letteralmente corpo alle nostre convinzioni, noi diamo letteralmente corpo alla legge, alle leggi, perché il potere che le impone esso stesso le applichi e le rispetti”. E rivolto a Pittella e al direttore dell’Arpa Basilicata chiosa: “Trovate il funzionario che avete distaccato presso altro ente, fatevi ridare i documenti, fatevi dare le password, ripristinate il funzionamento del catasto dei rifiuti ai sensi dell’articolo 189 del Codice dell’Ambiente e garantite il sacrosanto diritto di tutti e di ciascuno a poter avere accesso alle informazioni ambientali quali quelle sui rifiuti speciali e pericolosi, in questo caso, prodotti dalle compagnie petrolifere”.

Non c’è dubbio, ha ragione Marco Pannella quando dice che Bolognetti è un esempio di ciò che un Radicale, con la sola “arma” della nonviolenza, può fare sul territorio. E allora dico io: Bah, a me pare che l’anagrafe dei siti da bonificare non ci sia neanche qui in Calabria. Sul sito del Dipartimento dell’Ambiente della Regione c’è un elenco pubblico di 587 siti inquinati a diverso livello di rischio da bonificare. Ma manca ancora sia una disponibilità reale dei dati perché i siti sono inseriti con il nome del Comune e della località ma non sono georeferenziati né riportati su un’apposita carta in modo da poter essere conosciuti dai cittadini, sia l’origine dell’inquinamento rimane sconosciuta nell’elenco come sconosciuta ai cittadini rimane anche l’eventuale stato di avanzamento delle bonifiche. 

Come niente si sa, in Calabria, di quei centotrenta agglomerati urbani calabresi coinvolti nella procedura d’infrazione 2014/2059 per violazione della direttiva 91/271 a causa del cattivo trattamento delle acque reflue urbane. E penso che anche in terra di Calabrie, ci sono numerose violazioni del diritto a vivere in un ambiente sano; e ciò avviene, anche qui da noi, per colpa dell’ignavia di una politica che, dal 2012, ha dimenticato di aggiornare il Piano dei Rifiuti condannando i cittadini calabresi alla precarietà dell’emergenza. E ha dimenticato cosa sia lo stato di diritto e il rispetto della legge. E penso che anche qui da noi, in Calabria, potremmo e dovremmo fare una battaglia. Fare di più della pubblicistica. E siccome la legge che prevede il catasto dei rifiuti, soprattutto quelli speciali e pericolosi, è una legge nazionale del 2006 e esplicitamente richiede che il suddetto catasto sia istituto, come sezione regionale, presso tutte le agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, mi sono chiesto se, presso l’ArpaCal, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria diretta dalla dott.ssa Sabrina Santagati, ci sia o meno quel famoso catasto dei rifiuti speciali e pericolosi la cui assenza fa incazzare Bolognetti e se, soprattuto, sia concretamente fruibile e consultabile dai cittadini. Anche perché – pure in Calabria – di rifiuti pericolosi ce ne sono: da quelli prodotti quotidianamente dal termo-valorizzatore di Gioia Tauro a tutti quelli che si estraggono dalle bonifiche in corso sino a quelli ancora disseminati sul territorio come a Crotone. Bene, anzi, male. Neanche sul sito dell’ArpaCal si trova una sezione espressamente dedicata al catasto dei rifiuti, né tantomeno di quelli speciali e pericolosi come dovrebbe essere per legge. Dovremo anche noi fare istanza di accesso agli atti e vedere cosa ci rispondono.

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Antimafia? Anti-ndrangheta? Antiproibizionismo!

di Giuseppe Candido

Giovedì 12 febbraio R2-Cultura, l’inserto di la Repubblica, proponeva ai lettori un bell’articolo di Roberto Saviano titolato “L’erba contro i Narcos nel quale l’autore di Gomorra spiegava come la legalizzazione delle droghe leggere in corso in alcuni Stati degli USA stia facendo diminuire i reati e stia sconfiggendo proprio quei narcotrafficanti Messicani che sulla droga illegale e proibita ci sguazzano. E lo stato che legalizza ci guadagna due volte: con gli introiti fiscali e con i risparmi che si hanno dalla non più necessaria repressione dei consumi. Continua la lettura di Antimafia? Anti-ndrangheta? Antiproibizionismo!

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La cannabis e il diritto alla salute Curare sì, giocare con le parole no

Lettera di Marco Perduca (@Perdukistan) al direttore di Avvenire pubblicata sabato 7 febbraio

Caro direttore,
nel salutare la consueta attenzione di Avvenire su tematiche molto care anche alla Associazione Luca Coscioni, e spesso dimenticate da molta stampa nazionale – riteniamo infatti che niente è più prezioso in Italia che poter spezzare il pane della conoscenza – consideriamo di fondamentale importanza esser rigorosi nel tenere separati i fatti dalle opinioni. Continua la lettura di La cannabis e il diritto alla salute Curare sì, giocare con le parole no

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#Syriza, i #Radicali e il progetto per abolire la miseria

Pubblicato su Cronache del Garantista, sabato 31 gennaio 2015

Mentre il Cardinale Angelo Bagnasco, in rappresentanza della Chiesa italiana, parla di “lama del disagio sociale” che, in Italia, “continua a tormentare moltissime famiglie che non arrivano da tempo alla fine del mese”, con la vittoria in Grecia di Syriza guidata da Alexis Tsipras scopriamo che in Europa è necessario creare più crescita e lavoro e che la soluzione a tali problemi deve essere una soluzione di tipo europeo se non si vuole che trionfino i populismi anti-europei più beceri. In tal senso c’è da essere d’accordo con l’analisi storica oltreché politica di Fausto Bertinotti pubblicata sulle Cronache del Garantista martedì 27 gennaio, nella quale si notava il fatto – inequivocabile – che quella di Tsipras è una vittoria di una sinistra nuova fondata non su alleanze basate sulla geografia politica, ma su di un programma chiaro, che nasce da un movimento dal basso provocato dal disagio e dai conflitti sociali subiti dal popolo greco in questi anni. Non un soggetto politico per essere più a sinistra di qualcos’altro. Nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, non c’è certo necessità – fa bene Bertinotti a metter le mani avanti, lui che di rifondazioni se ne intende – di una “nuova sinistra” variamente e casualmente legata a quella di Tsipras, un ennesimo tentativo di rifondare non si sa bene cosa, né su quali basi. E sono d’accordo con Bertinotti quando sostiene che, in Italia, bisogna creare “un fronte di lotta concreto (e aggiungerei, unitario delle forze laiche) contro l’impoverimento e la devastazione sociale”. Continua la lettura di #Syriza, i #Radicali e il progetto per abolire la miseria

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