Immagina… Se Renzi avesse respinto le dimissioni di Lupi

Di Valter Vecellio 
 
Immagina, caro lettore, che il presidente del Consiglio Matteo Renzi, certo, dopo essersi consultato con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, respinga le dimissioni offerte dal ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi.

Immagina che Renzi faccia più o meno questo discorso al suo fino all’altro giorno ministro: “Perché dovrei accettare delle dimissioni, motivate come le hai motivate, e per di più in assenza di qualsiasi iniziativa istituzionale che sia, anche solamente critica o polemica nei tuoi confronti?”.

Immagina che Renzi si convinca della necessità di dover annunciare con urgenza e tempestività, dandone il massimo della pubblicità, e in modo motivato del perché respinge le dimissioni di Lupi (in caso contrario sarebbe opportuno, necessario che la questione sia posta dal Parlamento, che non può continuare a essere sempre e solo camera di registrazione notarile per sua stessa grave, dolosa responsabilità); e dunque immagina un Parlamento che si pone, ove non se lo ponga Renzi, la questione di non condividere la decisione di accogliere queste dimissioni, per come sono state motivate, con i punti critici che sono emersi, e che al momento sono una cortina fumogena che impedisce di vedere “l’arrosto” dei fatti concreti, verificabili e verificati.

Immagina anche nella situazione attuale, assolutamente incomprensibile e inaccettabile, sia politicamente che istituzionalmente, che il presidente del consiglio non respinga le dimissioni; e che lunedì, come ha preannunciato, si rechi dal Presidente della Repubblica: per informarlo, averne il conforto e il consiglio, come è giusto, doveroso, ed espressamente prescritto; difficile immaginare che il presidente Mattarella, pur con tutta la prudenza e la saggezza che la vicenda impone e di cui è capace, possa sottrarsi al dovere di esprimere un giudizio istituzionale, oltre che politico, diverso da quello di respingere le dimissioni…

Immagina che tutto questo accada; e si vada dunque “controcorrente”, rispetto la vulgata che da giorni ci viene propinata e dettata da pressoché tutti gli organi di comunicazione: che hanno cura di infarcire i loro servizi e le loro inchieste con una quantità incredibile di condizionali, di “sembra”, di “pare”; e indiscrezioni centellinate con sapienza e accorta regia, non “orientale”, tutte di marca italica.

Chi ti invita a “immaginare”, caro lettore, non è chi ti scrive, che si limita in quest’occasione a cercare d’essere megafono di un Marco Pannella, che ancora una volta, vuoi per innegabile fiuto politico, vuoi per ormai maturata e sedimentata esperienza, riesce spesso a pre/vedere e pre/dire quello che poi appare evidente; e per questo viene regolarmente silenziato.

Lupi è certamente un personaggio politicamente discutibile; milita in un’area politico-culturale le cui posizioni possono risultare stellarmente lontane; è certamente una delle incarnazioni di un sistema di potere che poco ha della “comunione”, pochissimo della “liberazione”, tanto della “spartizione”. Ammesso e concesso tutto ciò, aggiungiamo che nelle 268 fitte pagine dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, il suo nome ricorre spesso; ma nessun reato viene contestato a Lupi padre e a Lupi figlio. Si tratta di episodi, quelli che li vedono coinvolti, di “costume”: segnalazioni, raccomandazioni per un posto di lavoro; accettazione di un regalo in occasione di una laurea meritatamente conseguita da parte di un amico di famiglia quando il ministero era ancora lontano a venire…Si può obiettare che in altri paesi si viene estromessi per aver in passato copiato una tesi di laurea, per aver ceduto a congiunti i punti del mille miglia di viaggi per altro legittimamente cumulati; per aver avuto in anni lontani una donna di servizio non in regola con le leggi…E dunque anche per un Rolex, per una raccomandazione, perché “la moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta…”. Tutto vero; ma questo, al momento attiene alla nostra responsabilità di elettori, che siamo pur sempre liberi di votare e dar fiducia (o negarla) ai Lupi, allo schieramento politico dei Lupi; alle loro opzioni politiche.

Da anni i radicali propongono una anagrafe patrimoniale degli eletti e dei loro congiunti. Quanto ascoltati, e da chi? Da anni si suggerisce di concentrare la propria attenzione sul potere reale che si è stratificato e solidificato nelle democrazie “reali”; tutti conosciamo il detto: i ministri passano, i direttori generali restano. Se nei ministeri esistono, resistono, operano personaggi inamovibili, “dominus” che fanno il bello e il cattivo tempo non importa quali siano i governi e i ministri, è anche perché a persone come i radicali si esprime simpatia, si riconosce che propongono cose ragionevoli; e poi, quando si vota li si priva della forza necessaria per “pesare”; è anche perché per quanto Pannella si sgoli e urli, non lo possiamo mai “conoscere”: ci viene negato il diritto di ascoltarlo, poterne valutare proposte e soluzioni possibili. Alzi una mano chi ricorda negli ultimi sei mesi di aver visto Pannella a un “Porta a porta”, a un “Ballarò”, un “Servizio pubblico”, una “Invasione barbarica”, o in analoghe trasmissioni di approfondimento. Caro lettore immagina anche questo: è possibile, che chiamato a spiegarci perché a suo giudizio le dimissioni di Lupi devono essere respinte, ci convinca dell’esatto contrario; che Lupi non solo deve essere dimesso dal Governo, ma dallo stesso Parlamento…Ma perdio!, che lo si possa ascoltare, come sono ascoltati un Nichi Vendola o un Matteo Salvini, per dirne di due; e dal momento che non accade, chiediti perché loro sì, lui no, mai…

Nei confronti di Lupi al momento non c’è nulla che sia di rilevanza penale; per un “nulla” non si rassegnano le dimissioni, se non si vuole essere complici di quel gioco di domino (s)partitocratico che si consuma da anni, impunemente. Dice Pannella: “Ritengo che a questo punto il solo sviluppo serio del problema sorto con la decisione di dimettersi, comunicata al Parlamento da parte del ministro Lupi, sia quella di respingere le sue dimissioni da parte del presidente del consiglio, altrimenti non si capisce proprio più quale sia la situazione”. Può sembrare, e anche essere, l’ennesima “follia”, l’ultima  stravaganza, una capucinade. Però Pannella dovrebbe essere messo nella condizione di spiegarci quale sia la situazione; e noi abbiamo il diritto di conoscerla; e poterlo decidere noi, se di follia, stravaganza, capucinade si tratti; o invece è quel tipo di saggezza anti-regime che non deve aver cittadinanza.

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